Magazzino Sait, Dalpalù assicura «Nessuno rischierà il posto»
Assemblea, nel 2021 l’utile sale a 2,6 milioni. Ma ora l’inflazione pesa sulla marginalità
TRENTO Prima l’emergenza sanitaria, poi il caro energia e l’impennata inflazionistica. «Cose mai viste», appunto: così i vertici di Sait hanno deciso di battezzare l’assemblea annuale. Al centro, ovviamente, i risultati del bilancio 2021, «tutto sommato positivo», nonostante il leggero calo del fatturato. Ma a prendersi la scena, ieri, è stato il percorso di esternalizzazione dei servizi del magazzino di via Innsbruck. «Per i lavoratori non ci sarà alcun problema di precarizzazione», ribadisce il presidente del consorzio delle cooperative di consumo trentine, Renato Dalpalù, esprimendo «rammarico e frustrazione» per l’atteggiamento dei sindacati.
La vicenda è nota. A dicembre i vertici del Consorzio Sait (435 dipendenti diretti totali) comunicano ai 90 magazzinieri la decisione di esternalizzare la loro attività tramite appalto alla cooperativa Movitrento. Che impiega già 150 persone all’interno della stessa struttura. Perché? «Solo per una questione organizzativa», hanno ripetuto Dalpalù e il direttore generale Luca Picciarelli nella conferenza stampa di presentazione dell’assemblea. Oggi, in particolare, i magazzinieri di Sait e Movitrento lavorano già sotto lo stesso tetto, ma in reparti diversi. E qui starebbe proprio uno dei problemi principali: «I nostri dipendenti e quelli di Movitrento possono lavorare nella stessa fascia oraria, ma non nello stesso ambito e questo è limitante durante i picchi di lavoro», ha spiegato il direttore generale di Sait.
Secondo i sindacati, però, in questo modo ci sarà un peggioramento dei diritti e del trattamento salariale dei lavoratori. Che a fine maggio, di fronte alla proposta dell’azienda di cessare volontariamente il contratto alla cooperativa, hanno organizzato un secondo sciopero a distanza di dieci giorni dal primo. Accuse respinte dai vertici di Sait. «Saranno garantiti gli stessi diritti e abbiamo dato la disponibilità a riconoscere due anni di integrativo in anticipo, come segnale per incentivare questo passaggio. Nessuno rischierà il posto di lavoro — ha detto Dalpalù — C’è rammarico e allo stesso tempo frustrazione perché avremmo voluto condividere questo percorso con il
sindacato, che però ha alzato un muro, senza mai sedersi al tavolo». Ieri in assemblea lo stesso Dalpalù ha cercato l’appoggio dei soci perché «dev’esserci la convinzione da parte di tutti». Dopodiché se i magazzinieri non accetteranno la proposta, «non potremo costringerli a lavorare in questi sette ettari», ha concluso.
Intanto la crescita dell’inflazione sta rosicchiando la marginalità delle cooperative. «Oggi infatti stiamo facendo un esercizio straordinario — ha spiegato Picciarelli — A fronte di aumenti del 6-8% da parte dell’industria, abbiamo trasferito solo poco più dell’1% sui consumatori finali». Ma «se nei prossimi 3-4 mesi la situazione non cambia, anzi si cronicizza, ci sarà un ulteriore incremento dei prezzi al consumo».
Questa la situazione dei primi mesi del 2022. Nel 2021 invece il sistema Sait — che include 80 Famiglie cooperative e 21 cooperative fuori provincia per un totale di 2.400 dipendenti — ha registrato vendite al pubblico vicine ai 500 milioni di euro lordi (di cui il 15% in Alto Adige e il 75% in Trentino), in linea con i precedenti esercizi. I ricavi del Consorzio, invece, si sono attestati a 340 milioni, in leggera diminuzione rispetto ai 344 milioni del 2020, in virtù anche di una variazione del perimetro di fatturazione. L’utile è salito invece da 2,2 a 2,6 milioni. E il trasferimento ai soci, tra sconti ristorni e dividendi, sarà di 9,4 milioni, in aumento rispetto agli 8 milioni del 2020. Anche il patrimonio netto è in crescita: da 103 a 106 milioni. Ma dopo sette anni in discesa torna a salire la posizione finanziaria netta, passata da 28,3 a 29,6 milioni, lontani comunque dai 66,3 milioni del 2014. «Questi risultati — ha commentato Dalpalù testimoniano la resilienza del Consorzio e del sistema delle Famiglie cooperative, anche in un momento particolarmente difficile, causato dal Covid e dal conflitto russo-ucraino».