Primari, incubo ricorsi: in Senato il blitz Svp riesce solamente a metà
Durnwalder: bilinguismo salvo, ma passano le graduatorie La Consulta: nomine incostituzionali per quattro anni Cappello: «Nel 2021 la Provincia aveva adeguato la legge»
Niente più primari nominati dal direttore generale, ma graduatorie che lasceranno ben pochi spazi di discrezionalità. È questa la novità in arrivo da Roma, dove il Senato ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge sulla Concorrenza. Ma dopo la sentenza della Corte costituzionale, la sanità altoatesina rischia di dover fare i conti con i ricorsi degli aspiranti primari scartati nei quattro anni in cui la legge annullata è rimasta in vigore.
BOLZANO Niente più primari nominati dal direttore generale tra rose di idonei, ma graduatorie che lasceranno ben pochi spazi di discrezionalità. È questa la novità in arrivo da Roma, dove il Senato ha approvato, in prima lettura, il disegno di legge sulla Concorrenza che contiene un comma relativo proprio al sistema di nomine. Una partita diversa rispetto a quella sulla legge provinciale dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale, ma che con essa si intreccia nel disegnare gli scenari futuri in tema di nomine dei «big» della sanità altoatesina. Che ora, rischia di dover fare i conti con i ricorsi degli aspiranti primari scartati nei quattro anni in cui la legge è rimasta in vigore.
La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo il sistema di nomine «in casa» dei primari. E cioè, l’articolo 6 della legge provinciale numero 4 del 2017 che prevede che, a occuparsi della selezione dei candidati idonei, sia una commissione composta dal direttore sanitario e da due esperti nella disciplina oggetto dell’incarico, di cui uno nominato dal Consiglio dei sanitari (nel resto d’Italia vengono sorteggiati da fuori regione). È legittima, invece, l’altra norma sulla quale il giudice del lavoro, Giulio Scaramuzzino, aveva posto la questione di legittimità. E cioè, l’articolo 48 comma 3 della legge provinciale numero 7 del 2001 che prevede sia il direttore generale a conferire la nomina, scegliendo tra una rosa di candidati ritenuti idonei dalla commissione (nel resto d’Italia, invece, la commissione produce una graduatoria, e il direttore
sceglie il candidato col punteggio più alto). Una sentenza, in questa seconda parte, a salvaguardia della facoltà di scelta del direttore generale, di qui il giubilo dell’Asl che aveva parlato di una sentenza «assolutamente positiva». Non così, invece, per la prima parte. «A ben vedere però — osserva il legale dell’Asl, Marco Cappello —, l’illegittimità costituzionale della norma è stata superata dal regolamento numero 29, introdotto dal governatore nel 2021, che aveva recepito le indicazione della legge nazionale». Da allora le nomine avvengono in Alto Adige come nel resto d’Italia. Il nodo del contendere, ora, potrebbero essere quelle avvenute nei quattro anni di validità della legge annullata. Che non vengono annullate a loro volta, ma i concorrenti scartati potrebbero chiedere un risarcimento.
A Roma, la discussione è già due passi in avanti. Nel ddl Concorrenza in discussione al Senato, infatti, c’è un comma che prevede di introdurre criteri più restrittivi per le nomine dei primari. E che potrebbero valere
anche per Bolzano. Tre le novità, spiega il senatore Meinhard Durnwalder: «Anzitutto, la commissione passerà da tre a quattro membri, uno dei quali proveniente da fuori provincia. Poi, il fatto che la commissione dovrà produrre una graduatoria, e quindi non solo una selezione di candidati parimenti idonei. Infine, vengono introdotti di criteri aggiuntivi per la formazione di questa graduatoria. E visto il precedente di questa sentenza, e considerato che in materia di salute, la competenza è concorrente tra Stato e Provincia, i principi ritenuti fondamentali dovranno essere rispettati». Il blitz dell’Svp, per rosicchiare margine di manovra, è riuscito a metà: «È stato approvato il nostro emendamento che chiedeva di tener conto dell’aspetto linguistico nella composizione della commissione — spiega —. Non però quello per mantenere la possibilità di selezione dei candidati. Aspettiamo la formulazione definitiva della legge, ma credo che il testo resterà questo».