Merano, ancora scintille sul raduno secessionista
Il Pd: la maggioranza non ha sbagliato in buona fede. Zeller e gli Schützen con Mitterhofer
Il Pd attacca il presidente del consiglio comunale Mitterhofer per la partecipazione al raduno indipendentista degli Schützen. Ma l’Svp lo difende. «Tante volte ha indossato la fascia tricolore» dice la vicesindaca Katharina Zeller. Intanto gli Schützen contrattaccano: «Il rispetto delle minoranze c’è solo a parole»
BOLZANO La polemica non si smorza a Merano e c’era da metterlo in preventivo. Da un lato piovono le critiche, in particolare di Fratelli d’Italia e Pd che chiedono le dimissioni del presidente del consiglio comunale Christoph Mitterhofer (Svp), dall’altro c’è chi ne prende le difese ovvero il suo partito per bocca della Vicesindaca e Obfrau Katharina Zeller. Intanto il comandante degli Schützen Renato des Dorides attacca il Comune.
Zeller ricorda che tutti sono pronti a criticare Mitterhofer, ma nessuno ne parla quando partecipa a manifestazioni in rappresentanza del Comune indossando anche la fascia tricolore. «É suo dovere e non fa nulla di eccezionale» è la replica pronta che viene dai partiti di opposizione. «Dica da che parte sta davvero e abbia il coraggio di dimettersi» è in sintesi la dura reprimenda che gli viene dal Pd meranese a firma di Daniela Rossi Saretto che anche lei non risparmia critiche alla giunta: «Lecito dubitare della buona fede del sindaco e della maggioranza di che aveva concesso il patrocinio alla manifestazione indipendentista . Semplice dabbenaggine?». Sull’altra sponda lo Schützenbund si dichiara sorpreso dall’atteggiamento del sindaco che da un lato chiede il rispetto delle minoranze etniche e dall’altro ritira il patrocinio non appena popoli da tutta Europa si incontrano per riflettere sul modo migliore di tutelare la loro cultura e il loro territorio. «Una città moderna come Merano – scrive des Dorides – non dovrebbe permettersi di vietare ai propri eletti di partecipare a manifestazioni in cui si discutono diversi modelli di forme di governo».