Vettorato, tutti sì «Così si tutelano meglio i cittadini»
Domenica si vota per i cinque referendum sulla giustizia promossi da Lega e Radicali. Giuliano Vettorato, vicepresidente della provincia di Bolzano e commissario leghista sostiene convintamente il sì.
Secondo gli ultimi sondaggi il quorum sembra lontano. Perché è importante andare a votare?
«Innanzitutto perché il voto, oltre a essere un diritto, è anche un dovere. Nel caso specifico abbiamo la possibilità di fare dei cambiamenti che sono rilevanti: finché non ci tocca sembra che la giustizia non sia un problema, ma non è così. I cinque quesiti sono importanti perché ci permettono di snellire il sistema giudiziario grazie ad alcune modifiche che vanno ad offrire maggiore tutela ai cittadini. Quindi è giusto che tutti vadano a esprimere la loro opinione».
Entriamo nel merito. Tre dei quesiti riguardano la magistratura: Csm, separazione delle carriere tra giudici e pm, e valutazione dei magistrati. Perché queste modifiche migliorano la giustizia italiana?
«La separazione delle carriere penso sia una cosa doverosa, corretta, sta proprio nell’indipendenza della magistratura. Anche perché se un magistrato decide di fare un certo tipo di carriera è giusto che continui con quella; è un po’ come l’arbitro di calcio: non dovrebbe mai tifare per una squadra. Il quesito sul Csm invece parte dal presupposto che se per candidarsi bisogna raccogliere un certo numero di firme allora è chiaro che si tratta di un sistema che favorisce la creazione delle correnti. Ma che quello delle correnti sia un problema non lo dico io, lo diceva all’epoca già il giudice Giovanni Falcone. Mentre sulla valutazione dei magistrati bisogna partire da un principio: tutti noi siamo soggetti a un giudizio dal punto di vista lavorativo, è così ovunque, ed è giusto che ci siano anche soggetti esterni che possano esprimere, in modo indipendente, il loro giudizio sui magistrati. C’è poi l’abolizione della legge Severino. Chi critica il referendum obietta che si lascia troppo potere discrezionale ai giudici e si rischia di far passare un messaggio sbagliato in un momento di forte distacco tra politica e cittadini.A mio avviso invece è un segnale positivo. Votando “sì” diamo la possibilità a un giudice di valutare l’incandidabilità di un personaggio politico. Se un sindaco viene condannato, oggi c’è in automatico la sospensione dell’incarico o gli viene preclusa la possibilità di ricandidarsi. Ma un sindaco può essere condannato penalmente anche per questioni minori. Ci sono tantissimi amministratori che lavorano correttamente e il rischio è che la loro attività venga interrotta. Tutto dipende da qual è la condanna, bisogna valutare caso per caso».
L’ultimo quesito riguarda invece la custodia cautelare: perché il pericolo di commettere nuovamente un reato, nei casi non gravi, non deve essere un valido motivo per la carcerazione preventiva?
«Una volta funzionava così: quando si era ancora nella fase delle indagini preliminari molte persone erano in “libertà provvisoria”. Poi, negli anni, si è passati alla custodia cautelare. È chiaro che anche qui c’è tanta discrezionalità dei giudici. Questo porta a una situazione in cui ci sono persone che sono state in carcere ma alla fine erano innocenti, è un sistema che va rivisto. Tra i tanti partiti che si sono schierati a favore del no c’è anche l’Svp. Sinceramente non condivido ma ne prendo atto. Siamo in democrazia e ognuno è libero di esprimere la propria idea. Io però ritengo che votando “sì” possiamo cambiare e diventare un paese ancora più evoluto. Sono cose che a livello anglosassone sono state portate avanti da tempo, non possiamo rimanere fermi e mantenere questo sistema».
Argentino Serraino