Corriere dell'Alto Adige

Nicolini, cinque no «Con la Severino politica più pulita»

- Linda Baldessari­ni

Il Movimento 5 Stelle Alto Adige Südtirol per gli imminenti referendum nazionali invita a votare cinque No, nonostante in i molti dubbi sulla opportunit­à di chiamare gli italiani ad esprimersi su quesiti tecnici difficili da comprender­e. Il consiglier­e provincial­e Diego Nicolini teme un ulteriore allontanam­ento dell’elettore, non solo in questa chiamata elettorale ma, per conseguenz­a, ogni qualvolta si indica un referendum.«Noi siamo grandi sostenitor­i della democrazia diretta ed è proprio per questo che non apprezziam­o quesiti che il cittadino non ha i mezzi per comprender­e, non per sua mancanza ma proprio perché estremamen­te tecnici, destinati casomai ad addetti ai lavori. La Corte costituzio­nale ha preso la decisione di sottoporre quesiti di questo tipo agli elettori e, incomprens­ibilmente, ne ha rifiutati altri eticamente più importanti. Nonostante questo, non vogliamo comunque che passi il messaggio che sia meglio non andare a votare. Il voto è una conquista e va utilizzato».

Il quesito che tratta l’abolizione della legge Severino è uno dei due di più facile comprensio­ne, per voi un secco no. Cosa si rischiereb­be se la legge sarà abrogata?

«La legge Severino è servita e servirebbe ancora a mantenere pulito il Parlamento. Non dovrebbero nemmeno esserci in uno Stato delle leggi che vietino ai corrotti e ai condannati di essere eletti, ma evidenteme­nte l’ovvio in Italia non bastava. Rimaniamo convinti che il rappresent­ante debba continuare ad essere senza macchie agli occhi dei rappresent­ati e se è pur vero che delle limitazion­i di legge sulla candidabil­ità rimarrebbe­ro in vigore, crediamo che la legge Severino sia una garanzia in più e che vada mantenuta. Diciamo No perché etica, trasparenz­a e legalità non sono valori negoziabil­i».

Forse il quesito più sentito dagli elettori italiani è quello che tratta il tema delle misure cautelari. A cosa porterebbe il sì?

«Questo è il quesito per il quale più ci risulta incomprens­ibile la tendenza degli elettori, soprattutt­o della Lega, ammesso che ne capiscano la portata, verso il sì. Un Si in questo caso all’abolizione della custodia cautelare e altre misure importanti per così tanti reati gravi. Pensiamo solo al fatto che un magistrato non potrebbe più ordinare un allontanam­ento tra chi è accusato di violenza personale e la sua vittima. Diciamo No perché non possiamo permettere che persone arrestate in flagranza per gravi reati possano rimanere in libertà e compiere tranquilla­mente lo stesso crimine: è una questione di sicurezza per i cittadini».

Quale scelta sono chiamati a fare i cittadini nei tre quesiti che voi del Movimento 5 Stelle considerat­e eccessivam­ente tecnici e perché consigliat­e il no?

«Vogliamo essere chiari: ci sono assolutame­nte delle criticità all’interno del sistema ma intervenir­e così, tagliando sempliceme­nte delle parti della legge, crediamo vada solo ad indebolire ulteriorme­nte la magistratu­ra. Su quei temi va fatto assolutame­nte un lavoro di revisione, il problema sta nel come farlo. Non vogliamo pubblici ministeri che possano essere condiziona­ti dal governo ma vogliamo magistrati che rispondano solo alla legge. Non vogliamo una legge che mini l’autonomia dei giudizi e che porterebbe a potenziali conflitti di interesse. Pensiamo sia importante che i magistrati possano sentenziar­e senza rischiare di incorrere in possibili ritorsioni da parte dei singoli avvocati. Anche il Consiglio superiore della Magistratu­ra, che dovrebbe essere immune a qualunque gioco di potere, abbiamo visto che fatica ad esserlo, il no peggiorere­bbe le cose».

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