Nicolini, cinque no «Con la Severino politica più pulita»
Il Movimento 5 Stelle Alto Adige Südtirol per gli imminenti referendum nazionali invita a votare cinque No, nonostante in i molti dubbi sulla opportunità di chiamare gli italiani ad esprimersi su quesiti tecnici difficili da comprendere. Il consigliere provinciale Diego Nicolini teme un ulteriore allontanamento dell’elettore, non solo in questa chiamata elettorale ma, per conseguenza, ogni qualvolta si indica un referendum.«Noi siamo grandi sostenitori della democrazia diretta ed è proprio per questo che non apprezziamo quesiti che il cittadino non ha i mezzi per comprendere, non per sua mancanza ma proprio perché estremamente tecnici, destinati casomai ad addetti ai lavori. La Corte costituzionale ha preso la decisione di sottoporre quesiti di questo tipo agli elettori e, incomprensibilmente, ne ha rifiutati altri eticamente più importanti. Nonostante questo, non vogliamo comunque che passi il messaggio che sia meglio non andare a votare. Il voto è una conquista e va utilizzato».
Il quesito che tratta l’abolizione della legge Severino è uno dei due di più facile comprensione, per voi un secco no. Cosa si rischierebbe se la legge sarà abrogata?
«La legge Severino è servita e servirebbe ancora a mantenere pulito il Parlamento. Non dovrebbero nemmeno esserci in uno Stato delle leggi che vietino ai corrotti e ai condannati di essere eletti, ma evidentemente l’ovvio in Italia non bastava. Rimaniamo convinti che il rappresentante debba continuare ad essere senza macchie agli occhi dei rappresentati e se è pur vero che delle limitazioni di legge sulla candidabilità rimarrebbero in vigore, crediamo che la legge Severino sia una garanzia in più e che vada mantenuta. Diciamo No perché etica, trasparenza e legalità non sono valori negoziabili».
Forse il quesito più sentito dagli elettori italiani è quello che tratta il tema delle misure cautelari. A cosa porterebbe il sì?
«Questo è il quesito per il quale più ci risulta incomprensibile la tendenza degli elettori, soprattutto della Lega, ammesso che ne capiscano la portata, verso il sì. Un Si in questo caso all’abolizione della custodia cautelare e altre misure importanti per così tanti reati gravi. Pensiamo solo al fatto che un magistrato non potrebbe più ordinare un allontanamento tra chi è accusato di violenza personale e la sua vittima. Diciamo No perché non possiamo permettere che persone arrestate in flagranza per gravi reati possano rimanere in libertà e compiere tranquillamente lo stesso crimine: è una questione di sicurezza per i cittadini».
Quale scelta sono chiamati a fare i cittadini nei tre quesiti che voi del Movimento 5 Stelle considerate eccessivamente tecnici e perché consigliate il no?
«Vogliamo essere chiari: ci sono assolutamente delle criticità all’interno del sistema ma intervenire così, tagliando semplicemente delle parti della legge, crediamo vada solo ad indebolire ulteriormente la magistratura. Su quei temi va fatto assolutamente un lavoro di revisione, il problema sta nel come farlo. Non vogliamo pubblici ministeri che possano essere condizionati dal governo ma vogliamo magistrati che rispondano solo alla legge. Non vogliamo una legge che mini l’autonomia dei giudizi e che porterebbe a potenziali conflitti di interesse. Pensiamo sia importante che i magistrati possano sentenziare senza rischiare di incorrere in possibili ritorsioni da parte dei singoli avvocati. Anche il Consiglio superiore della Magistratura, che dovrebbe essere immune a qualunque gioco di potere, abbiamo visto che fatica ad esserlo, il no peggiorerebbe le cose».