Referendum, il rebus dell’affluenza
Si vota domani dalle 7 alle 23. Ecco i quesiti. Giunta divisa: Lega favorevole, Svp contraria
BOLZANO Altoatesini nuovamente chiamati alle urne domani. Questa volta, a differenza del voto di due settimane fa che riguardava solo la provincia di Bolzano (referendum sulla democrazia diretta), si voterà su cinque quesiti referendari di rilevanza nazionale, sul tema della giustizia.
Il primo quesito riguarda l’abrogazione della legge Severino, che impedisce la candidatura ai condannati con pena di più di due anni e il decadimento di chi è condannato mentre siede in Parlamento (l’esempio più famoso è il seggio al Senato tolto a Silvio Berlusconi). Si passa poi alla possibilità o meno di finire in carcere o ai domiciliari prima del processo qualora esista il rischio di reiterazione del reato. In questo caso si chiede di cancellare o meno il pericolo di reiterazione dalle motivazioni per cui può essere disposta la custodia cautelare.
Altro tema caldo (da sempre battaglia dei Radicali promotori del referendum voto insieme alla Lega) è quello della separazione delle carriere dei magistrati: con la terza scheda si potrà scegliere di abolire la possibilità per un magistrato di passare dalla funzione di pm a quella di giudice nel corso della sua carriera, eventualità oggi possibile con alcune limitazioni (ad esempio, non più di quattro volte).
Infine, due quesiti più tecnici che riguardano la valutazione dell’operato dei magistrati da parte dei membri laici dei consigli giudiziari, e la necessità o meno della raccolta firme per un magistrato che voglia candidarsi al Consiglio superiore della magistratura. Secondo i promotori la necessità delle firme favorirebbe infatti il peso delle correnti politiche all’interno della magistratura.
Si tratta di un referendum abrogativo, così come stabilito dall’articolo 75 della costituzione: vale a dire che per rendere valido il voto è necessario il raggiungimento del quorum del 50% più uno degli aventi diritto. Si vota domenica dalle 7 alle 23.
Questo il quadro per quanto riguarda i quesiti. Ma quali sono le posizioni dei partiti in merito al voto? La prima peculiarità è il differente approccio delle due anime che compongono il governo provinciale: la Lega come detto è tra i promotori del voto, e dunque spinge per cinque Sì. La Volkspartei invece è schierata con il fronte del No. Basterebbe questo per descrivere le fibrillazioni interne alla maggioranza alla vigilia del voto. Ma nemmeno il centrodestra è compatto: se Forza Italia è per il Sì, altrettanto non si può dire per Fratelli d’Italia, favorevole ai tre quesiti che toccano il funzionamento della magistratura e contraria sia all’abolizione della legge Severino che alle maggiori limitazioni per la custodia cautelare. Ad appoggiare il referendum anche Italia Viva, con la deputata «bolzanina» Maria Elena Boschi che ha confermato i suoi cinque Sì.
A capeggiare invece il fronte del No c’è il MoVimento 5 Stelle, mentre il Pd ufficialmente è neutrale. Indicazioni di voto arrivano dai Verdi, che puntano sul No. È in questa cornice che si inserisce la vera incognita, ovvero il superamento o meno del quorum: l’Alto Adige è reduce dal flop (dal punto di vista dell’affluenza) della consultazione sulla democrazia diretta, con il referendum provinciale confermativo che lo scorso 29 maggio ha richiamato alle urne appena il 22,7% degli elettori. In quel caso, tra l’altro, il raggiungimento della maggioranza dei voti validi non era necessario.
In più, nel territorio altoatesino non ci sono domani nemmeno le elezioni amministrative a fare da traino, come invece accade in altre parti d’Italia. Si vota per le elezioni comunali, ad esempio, a Genova, Padova, Palermo, Parma e Verona. La vera sfida di domani, quindi, pare essere proprio quella di portare i cittadini alle urne.