Mascherine in classe, Biasi rilancia «A rischio l’equilibrio dei ragazzi»
Il garante dei minori: «Vanno eliminate le misure emergenziali, creano disagi e sofferenze»
TRENTO «Avevo già espresso profonda preoccupazione per l’obbligo di indossare le mascherine da parte degli alunni all’interno degli edifici scolastici. Avevo messo in evidenza come una misura siffatta incida pesantemente sul mondo dell’educazione e sul principio stesso dell’educare, configurando un’applicazione esasperata del principio di precauzione sanitaria, con pressoché totale disconoscimento di tale principio per altri aspetti della salute, quale quello relativo all’equilibrio psichico ed alla qualità delle relazioni sociali».
Ieri il Garante dei Minori Fabio Biasi, in una conferenza stampa convocata per i giornalisti «e per i cittadini», torna sul tema delle mascherine a scuola: «Con tale obbligo si imprime nei bambini il timore di un nemico invisibile, di cui il prossimo può essere portatore, impoverendo e annichilendo così ogni possibilità di crescita, di scambio, di arricchimento, cancellando ogni possibilità di vita intensa e felice. La centralità della salute mentale è un bene irrinunciabile, e certe misure di prevenzione possano portare il rischio di diventare acceleratori non solo di disagio psichico, ma anche di disuguaglianze individuali, familiari, sociali e territoriali ». Parole accolte da un’ovazione del pubblico, composto esclusivamente da attivisti No-Vax e No-Green pass: in prima fila Cesare Scotoni, vicino a lui Laura Tondini, figure ormai note come organizzatori e promotori delle manifesta comunicato zioni contro «la dittatura sanitaria». Biasi spiega al pubblico presente nella sala di rappresentanza della Regione che quanto detto e fatto fin qui per sollecitare le istituzioni ad intervenire sul tema della salute dei minori obbligati a indossare le mascherine «non ha avuto riscontro»: «Così come senza risposta è finora rimasta la richiesta di un incontro, per trattare queste tematiche, con il presidente della giunta provinciale Maurizio Fugatti e l’assessore competente Mirko Bisesti». Biasi ricorda anche come nello scorso maggio «alcuni Garanti hanno sottoscritto un nel quale viene espressa preoccupazione in ordine al mantenimento, in ambito scolastico, dell’obbligo di indossare le mascherine, a fronte di un graduale alleggerimento delle misure di prevenzione del Covid»: «In tale comunicato — prosegue — viene rimarcato, quale dato certo, come stress e disagio tra i giovani siano aumentati in modo allarmante, rilevando come problemi di neuro sviluppo e di salute mentale di bambini e ragazzi manifestatisi durante la pandemia rischiano di diventare cronici e diffondersi su larga scala».
Nel comunicato, spiega il
Garante dei Minori, si faceva riferimento «a disturbi del comportamento alimentare, tentato suicidio e suicidio, autolesionismo e ritiro sociale, disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, stato di frustrazione, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico». A questo Fabio Biasi, dopo il lungo elenco di disagi patiti dai più giovani, si è visibilmente emozionato, interrompendo per un attimo la lettura del suo intervento: «La pandemia — ha affermato — ha provocato quella che i professionisti definiscono una vera e propria emergenza salute mentale». Il Garante ha poi osservato come «a distanza di due anni e mezzo dall’insorgenza pandemica vengono ancora mantenute in essere misure improntate a logiche di pura emergenza»: «E questo è del tutto inappropriato, nonché fonte di ulteriori sicuri disagi e sofferenze.Non è più possibile mantenere in vita misure che sono in netto contrasto con i principi di dignità umana e che risultano lesive dell’equilibrio psico-fisico delle persone, soprattutto di quelle che, come i minori, si trovano in condizioni di minorata difesa». L’applauso della platea di attivisti, a quel punto, si è trasformato in una standing ovation, cosa che Biasi ha apprezzato: «Non sono No-Vax, basta con queste categorizzazioni. Sono cittadini».