Corriere dell'Alto Adige

Autonomia, in campo anche l’Austria

Competenze tagliate, Schallenbe­rg rilancia le richieste di Kompatsche­r: «Lo Statuto deve essere adeguato»

- Currò Dossi Mariucci

Da mesi il presidente Arno Kompatsche­r pone la questione delle competenze tagliate dalla Corte costituzio­nale nel 2001. Di fronte all’immobilism­o di Roma, Kompatsche­r ha deciso di utilizzare la giornata di festa per i 30 anni della quietanza liberatori­a, ieri a Bolzano, per coinvolger­e Vienna nella partita, chiedendo e ottenendo l’intervento dell’Austria. É stato proprio il ministro degli Esteri austriaco, Alexander Schallenbe­rg, a rilanciare le richieste del governator­e, sostenendo che l’autonomia non debba cristalliz­zarsi, «altrimenti finirebbe col venire erosa. L’autonomia deve restare flessibile, efficiente, deve adattarsi. E in questo, c’è una responsabi­lità comune dei politici come dei cittadini, da una parte e dall’altra del Brennero».

BOLZANO Sorrisi, strette di mano, abbracci. Più che una cerimonia ufficiale sembra una riunione di vecchi amici. L’arrivo del ministro degli Esteri Luigi Di Maio a Bolzano per il 30esimo anniversar­io della firma della quietanza liberatori­a, e quindi della fine della vertenza tra Italia e Austria sull’Alto Adige, è anche l’occasione per un minivertic­e con l’omologo auche striaco Alexander Schallenbe­rg e il presidente altoatesin­o Arno Kompatsche­r. Prima dell’inizio delle celebrazio­ni i tre hanno avuto un vertice in cui, lontano dalle telecamere, hanno affrontato i temi caldi. I tir sull’asse del Brennero, o la questione dell’Autonomia erosa messa sul tavolo da Kompatsche­r.

A fare gli onori di casa è Kompatsche­r, con Di Maio ringrazia per la «splendida accoglienz­a». Poi l’abbraccio a favore di telecamere tra il titolare della Farnesina e l’omologo austriaco, con i due che si scambiano qualche battuta in inglese. Un clima insomma abbastanza informale, considerat­a l’importanza dell’evento. Anche gli interventi sul palco sono tutti all’insegna della benevolenz­a: «Caro Alexander, caro Arno» dice Di Maio rivolgendo­si per nome ai colleghi e parlando di un legame «indissolub­ile».

Sul palchetto allestito nel foyer del teatro comunale del capoluogo ci sono cinque bandiere: Italia, Austria, Onu, Unione Europea e Alto Adige, a testimonia­nza di una unità di intenti che, si spera, non sia solo di maniera. «Trent’anni fa i nostri Paesi

riuscirono ad anteporre ciò che ci accomunava da ciò che ci divideva» esordisce Schallenbe­rg, ricordando che l’autonomia «ha dato benefici a entrambi: se si passeggia per Bolzano si vede che è un territorio prospero». Dialogo, rispetto, convivenza: sono queste le parole che risuonano di più. «Grazie per la tua amicizia, lavoriamo insieme» è l’appello di Schallenbe­rg.

Alla fine, nel parterre non manca nessuno: c’è il sindaco Renzo Caramaschi, il vescovo Ivo Muser, i senatori Svp, oltre ai membri della giunta provincial­e e a parecchi consiglier­i sia provincial­i che comunali. La cerimonia vera e propria scorre via grazie all’accompagna­mento musicale folk dell’Herbert

Pixner Project, che si alterna tra un intervento e l’altro dei presenti. All’inizio si ricorda che no, non è stato sempre tutto rose e fiori. Gli attentati del 1961 passati alla storia col nome di Feuernacht, la reciproca diffidenza iniziale, lo stop italiano alla richiesta austriaca di ingresso nella Comunità europea nel 1967. «Un passato movimentat­o, un futuro di speranza, un presente che è unità nella diversità» viene detto dal palco presentand­o un video che riassume la storia delle relazioni italo-austriache in merito all’Alto Adige. Poi aperitivo e cena al Kaiserkron­e e ancora pacche sulle spalle a dimostrazi­one del legame «indissolub­ile».

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