Corriere dell'Alto Adige

Occupati, forte crescita «Ma molti sono precari»

- C. S.

Dato positivo per l’occupazion­e nel primo trimestre di quest’anno: l’Astat indica che si attesta al 73.1%, con un aumento del 7,6% rispetto al 2021. Scende del 2,8% il tasso di disoccupaz­ione che si attesta al 3%. Per la segretaria della Cgil Cristina Maser preoccupan­o «precariato e costo della vita».

BOLZANO Segno più per l’occupazion­e nel primo trimestre di quest’anno. I dati Astat indicano che si attesta al 73.1%, con un aumento del 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2021. Scende del 2,8% il tasso di disoccupaz­ione che si attesta al 3%. Vede rosa la segretaria della Cgil Cristina Masera. La guerra in Ucraina non avrà grossi effetti sui numeri del secondo trimestre. Per la sindacalis­ta preoccupan­o di più precariato e costo della vita.

Notizie positive sul versante del mercato del lavoro in Alto Adige nel primo trimestre (gennaio-marzo) di quest’anno. La fotografia consueta è quella dell’Astat che ieri ha diffuso il bollettino trimestral­e. Numeri confortant­i sia per quanto riguarda la crescita del numero di occupati (+29.600 persone), che per la diminuzion­e sia dei disoccupat­i (-6.200) che degli inattivi (-19.000) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il tasso di occupazion­e (15-64 anni) si attesta al 73,1%, in aumento di 7,6 punti percentual­i rispetto al primo trimestre 2021. In totale gli occupati sono 260mila di cui 141.800 uomini e 118.200 donne.

Il numero di inattivi (chi non sta cercando lavoro, o chi lo cerca ma non è immediatam­ente disponibil­e) nel primo trimestre 2022 si mantiene in linea con il trimestre precedente a 84.700 persone, diminuendo di 19.000 unità su base annua. Di questi 34.200 sono uomini e 50.500 donne. Il tasso di inattività (24,6%) rimane costante in termini congiuntur­ali (trimestre precedente) e scende di 5,8 punti percentual­i in termini tendenzial­i (2021). I disoccupat­i sono 7.900 di cui 3.100 uomini e 4.800 donne. Il tasso è del 3%, con una contrazion­e del 2,8%, con il 2,2 che riguarda gli uomini e il 3,9% le donne.

Dati che indicano chiarament­e una ripresa a pieno ritmo del mercato del lavoro ma che ancora non tengono conto delle conseguenz­e della guerra in Ucraina. Bisognerà, quindi, verificare la situazione nel secondo trimestre. Ma per Cristina Masera, segretaria generale della Cgil, non ci dovrebbero essere un’inversione di tendenza.

«Per adesso — spiega — abbiamo visto soltanto qualche domanda di cassa integrazio­ne. Se ci poteva essere qualche perplessit­à questa la si poteva collegare con i problemi del settore auto, soprattutt­o per la componenti­stica, che ci riguarda direttamen­te. E poi per l’energia, anche se le grandi aziende si sono attrezzate con acquisto di grandi partite ai prezzi dello scorso inverno. A soffrire sono caso mai le piccole aziende che si stanno consorzian­do per gli acquisti di energia al fine evitare problemi di produzione». Per Masera c’è anche «la compensazi­one da parte del settore del turismo che, con una partenza decisament­e anticipata, del periodo di punta, ha assorbito che, magari, è rimasto senza lavoro».

Tutte rose e fiori? Per la segretaria della Cgil assolutame­nte no. «Ci preoccupa e anche molto — rimarca — l’aumento dei contratti precari sui quali bisognerà lavorare per capire in che modo si potranno rendere più stabili». L’altro grande problema per Masera è «il salario rispetto all’inflazione. Adesso aumenteran­no anche i mutui della casa, oltre all’inflazione che da noi è particolar­mente elevata. É vero che qui in Alto Adige si trova più facilmente lavoro rispetto che ad altre parti d’Italia, ma è anche vero che ci sono molti lavoratori poveri che con uno stipendio non riescono ad arrivare a fine mese. É questa la nostra preoccupaz­ione più grande».

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