Nuovo Coronelle, si riparte da zero
La Provincia gela i privati. «Ristrutturazione, faremo da soli in dialogo con Cai e Avs»
Niente intervento dei privati e niente progetti faraonici. La Provincia risanerà da sola lo storico rifugio Fronza al Coronelle. La giunta provinciale ha approvato la proposta dell’assessore Massimo Bessone di effettuare uno studio di fattibilità per risanare il rifugio che ha bisogno di interventi strutturali. «Sarà una soluzione rispettosa dell’ambiente e della montagna» assicura Bessone. Il Cai apprezza ma il presidente Zanella avverte: «Restiamo vigili»
Non saranno i privati a costruire il nuovi rifugio Fronza al Coronelle: la Provincia farà da sola. Su richiesta dell’assessore Massimo Bessone, la giunta ha autorizzato la Ripartizione Edilizia ad effettuare uno studio di fattibilità per la riqualificazione del Rifugio Fronza alle Coronelle. «Vogliamo lavorare nel rispetto della montagna, in comune accordo con Cai ed Alpenverein» assicura Bessone a cui va l’apprezzamento del Cai. «Bene l’idea di abbandonare il progetto faraonico ma non restiamo vigili» avverte il presidente, Carlo Zanella.
Il rifugio Fronza è uno dei gioielli più preziosi della collezione provinciale. Costruito nel 1899 dalla sezione Renania del Döav, il club alpino austro-tedesco, e denominato Kölnerhütte, venne poi trasferito al Cai Verona nel 1924, che lo intitolò al capitano Aleardo Fronza. Alla fine degli anni 90 è diventato di proprietà della Provincia. Dopo oltre un secolo di vita, l’usura del tempo si sente e l’edificio ha bisogno non solo di una ristrutturazione ma anche di opere di consolidamento. Le relazioni dei tecnici provinciali infatti parlano di «problemi strutturali». In più di un’occasione si erano fatte avanti società private proponendo progetti di partnership alla Provincia. Tra cui quello della Latemar Carezza, società che gestisce gli impianti sciistici, che aveva inizialmente proposto di fare persino una torre di Cristallo. Un’ipotesi che aveva fatto infuriare Cai e Avs che hanno coinvolto anche la Fondazione Unesco. Una levata di scudi che han spinto i proponenti a ridimensionare il progetto che è stato ripresentato la scorsa estate. Anche la versione più soft però non ha convinto la Provincia che, a questo punto, ha preferito fare da sola per quanto riguarda la ristrutturazione. Gli interventi sono abbastanza urgenti, potrebbe anche essere valutata la demoricostruzione oppure una “semplice” ristrutturazione.
«Il Fronza alle Coronelle è un rifugio storico, immerso nel meraviglioso ambiente naturale del Catinaccio, un luogo particolarmente sensibile. Per questo motivo coinvolgeremo nello studio di fattibilità tutte le parti interessate. Il rifugio necessita di interventi
La delibera
Bloccato il progetto della Latemar-Carezza I lavori rispetteranno le indicazioni Unesco
importanti di sistemazione e ristrutturazione, pertanto è nostra intenzione trovare una soluzione condivisa e sostenibile che tenga conto della collocazione del rifugio in maniera armoniosa nel rispetto dell’ambiente» spiega Bessone al termine della seduta di giunta.
Nello studio di fattibilità si terrà conto della posizione sensibile del rifugio, rispettando le indicazioni dell’Unesco, nonché i vincoli ambientali, urbanistici, del paesaggio e delle belle arti, con l’obiettivo di trovare una soluzione edilizia condivisa e sostenibile. «Questo modo di operare è stato concordato con le associazioni alpinistiche Cai e Alpenverein che collaborano ai lavori della Commissione paritetica per i rifugi provinciali» chiarisce Bessone promettendo che in tutto l’iter saranno coinvolti anche «il Comune di Nova Levante, l’attuale gestore del Rifugio e i proprietari della funivia attigua» conclude Bessone.
L’annuncio dell’assessore viene salutato con favore dal presidente del Cai, Carlo Zanella che è sempre stato in prima fila contro i progetti faraonici. «Purtroppo questo genere di interventi non vengono mai accantonati, piuttosto vengono lasciati in stand by per essere riproposti più tardi. Quindi — spiega Zanella — ben venga la decisione della Provincia di fare una ristrutturazione nel rispetto della montagna. Ma noi rimaniamo vigili».