Kampill, concessione cancellata «Ora cerchiamo una soluzione»
Il ristorante perde al Tar: è incompatibile con l’Areale. L’avvocato: faremo appello
BOLZANO Il futuro del Kampill è a rischio. Anzi, la concessione comunale del noto ristorante ai Piani è stata, di fatto, cancellata da una sentenza del Tribunale regionale di giustizia amministrativa. La camera di consiglio presieduta da Michele Menestrina ha pronunciato la sua ultima parola su un contenzioso che durava ormai da quattro anni tra la società che gestisce il Kampill (la Mair Egon & Co Snc) e il Comune di Bolzano.
L’amministrazione, infatti, nel 2018 aveva rigettato la richiesta di rinnovo della concessione presentata dal ristorante perché la zona dove si trova, in via Straub 23, è totalmente coinvolta dal progetto di riqualificazione dell’Areale. Il Kampill, dal canto suo, ha ribattuto chiedendo almeno un anno di proroga per trovare un sito alternativo. Gli avvocati difensori Gerhard Brandstätter e Karin Mussner hanno anche sottolineato l’incidenza del Kampill nell’interesse pubblico. «Aperto nel 2003, è stato soggetto a diversi ampliamenti, offrendo il servizio di ristorazione a tanti lavoratori ed impiegati delle aziende vicine. Il tutto dando lavoro a 28 dipendenti». Una cronistoria che ha accompagnato il ricorso contro la mancata concessione per vizi di motivazione e per la mancata adozione di un accordo sostituivo che potesse permettere al Kampill di trovare una nuova area.
Cosa è successo in quattro anni? Di fatto una lunga sequela di rinvii delle udienze per richiesta congiunta tra le parti. Prima per alcune trattative in corso (13 giugno 2019) poi per la necessità di trasferire l’azienda sulla nuova area acquisita nel frattempo dall’Imbiss (15 marzo 2021) arrivando infine all’udienza conclusiva dell’8 giugno 2022.
Qui il Kampill ha sottolineato come ormai la sua concessione fosse stata prorogata automaticamente dal nuovo Regolamento del commercio ricevendo nuovamente picche dall’avvocatura comunale che, a sua volta, ha ribadito come le nuove norme siano specificatamente indirizzate al commercio su suolo pubblico e non ai pubblici esercizi. Da qui, dunque, spazio alla sentenza dell’altro giorno che, semplificando, rigetta il ricorso del Kampill perché il ristorante era ben conscio di doversi trasferire dal 2018 tanto da chiedere un prolungamento di un solo anno per guardarsi intorno. Di anni ne sono passati quattro, quindi la condizioni della richiesta di tempo, per il collegio giudicante, sono state ampiamente rispettate nei fatti grazie ai periodici rinvii.
È stato anche sottolineato l’atteggiamento conciliante mantenuto dal Comune. Senza contare che l’amministrazione ha ampio margine di manovra quando l’interesse pubblico (i lavori dell’Areale) vanno a collidere con quello di un’attività privata. Allo stesso tempo è stata considerata «meramente astratta» (quindi troppo debole) la compatibilità del Kampill con il nuovo Areale. Il ristorante si trova quindi senza rinnovo della concessione. E adesso? L’avvocato Brandstätter, subentrato in un secondo momento nel procedimento, spiega: «Siamo al lavoro per trovare una soluzione con il Comune e studiando l’eventualità di fare appello. L’obiettivo è quello di garantire continuità ad un’attività che è molto amata dalla città e svolge un importante servizio dando impiego a tante persone. Al momento nulla cambia nel concreto: il Kampill resta regolarmente aperto».
Il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi invece osserva: «Abbiamo vinto e questo è importante perché si specifica come sia prioritario l’interesse pubblico. Ancora non abbiamo sentito nessuno del Kampill per concertare una nuova soluzione. Vedremo». Più conciliante l’assessora comunale Johanna Ramoser: «I legali del Kampill ci hanno chiesto un appuntamento per trovare una soluzione — spiega — che sia buona per tutti sia in occasione dell’inizio dei lavori dell’Areale sia per questo periodo antecedente l’apertura del cantiere. Ci incontreremo e vedremo».
Già nel 2010 una sentenza del Tar aveva messo a rischio il futuro del ristorante (la Provincia ne chiedeva la demolizione considerando ingiustificata l’espansione dell’attività) ma il pericolo poi rientrò.
Il sindaco
«Ha prevalso l’interesse pubblico. Disponibili a vedere i titolari per discutere»