Corriere dell'Alto Adige

Disabili, strutture inaccessib­ili «Mia figlia in lista da due anni»

Genitori esasperati. L’Assb: manca personale

- di Marco Angelucci

Da due anni Nancy aspetta che si liberi un posto in una struttura residenzia­le per disabili. Ma nulla. «A 21 anni mia figlia si trova ancora in una struttura per minori a Rimini, mi avevano promesso che a 18 anni sarebbe potuta tornare a casa ma mi rimbalzano da una parte all’altra» racconta la madre che si è rivolta ad un’avvocata. Di Fede (Assb): «Non riusciamo ad aumentare il numero di posti residenzia­li perché ci manca personale»

BOLZANO La mancanza di personale nei servizi sociosanit­ari ha raggiunto un livello drammatico. Tanto che ci sono famiglie che sono costrette ad attendere per oltre due anni una presa in carico. Come Nancy la cui figlia Atosa, affetta da varie disabilità, attende un posto che non si trova. «Purtroppo la situazione del personale è drammatica, non solo a Bolzano» spiega la direttrice dell’Assb, Liliana Di Fede assicurand­o che si sta lavorando per aumentare i posti nei servizi residenzia­li entro la fine dell’anno.

«Sono due anni che aspetto un posto per mia figlia che ha la sindrome di Down e ha avuto anche un’importante operazione al cuore. Lei soffre lontana da casa ma continuano a rimbalzarm­i da una parte all’altra». Da tanti anni Nancy lavora nei centri di bellezza degli alberghi. Ha il diploma di estetista e di cosmetica e, a causa del suo lavoro che la fa saltare da una parte all’altra, qualche anno fa si è vista costretta a far inserire la figlia disabile in una struttura residenzia­le. Da sola era impossibil­e andare avanti. Ma siccome in Alto Adige non c’era alcuna struttura adatta, sua figlia Atosa è finita in Emilia Romagna, a Rimini.

Per anni Nancy ha fatto la spola tra Bolzano e Rimini ma, prima della pandemia, aveva avviato le pratiche per far tornare la figlia a casa. «Qui in Alto Adige, in modo che io possa starle vicina» racconta con gli occhi lucidi. «Lei non può più stare lì, è una struttura per minori e lei ormai ha ventuno anni. A suo tempo ci promisero che sarebbe tornata in Provincia dopo aver compiuto i 18 anni. Dovrebbe tornare qui ma non c’è posto da nessuna parte: sono più di due anni che siamo in lista d’attesa. E mia figlia soffre» continua Nancy che non è una che si arrende facilmente.

Per mesi ha tampinato i servizi sociali, ad un certo punto sembrava che si fosse liberato un posto in una struttura dell’Oltradige ma poi si è bloccato tutto. Nel frattempo lei si è trasferita a Merano e dunque la domanda è ripartita da zero. Dopo un tira e molla durato per due anni Nancy ha deciso di rivolgersi ad un’avvocata, Anna Rita Bilello. «Abbiamo fatto domanda in diversi distretti, ovunque Nancy, abbia avuto la residenza ma abbiamo ricevuto solo generiche promesse, nella realtà non si è mosso assolutame­nte nulla» sottolinea la legale ribadendo che la ragazza «ha diritto ad avere un’assistenza adeguata».

Così, di fronte al muro di gomma, Nancy ha deciso di rendere pubblica la sua storia. «Mia figlia ha una disabilità grave e io sono da sola, ho bisogno di una struttura specializz­ata che la segua. Purtroppo mi dicono che non c’è posto da nessuna parte. È possibile questo in una provincia come l’Alto Adige? Perché una domanda di questo genere deve ripartire da zero, solamente avendo cambiato la proprio residenza nella stessa regione?» si domanda sconsolata.

Una situazione che, a sentire la direttrice dell’Assb Liliana Di Fede, non è un caso isolato. «Purtroppo è assolutame­nte vero che non vi sono posti. Stiamo lavorando per realizzare una nuova struttura residenzia­le in viale Druso dove dovrebbe esserci anche alloggi protetti. E stiamo cercando di fare altrettant­o in viale Europa. Ma — spiega Di Fede — non è solamente una questione di strutture: il problema principale è la mancanza di personale, stavamo per far partire un servizio residenzia­le temporaneo ma al momento non ci sono assistenti. Stiamo facendo il possibile, anche utilizzand­o i fondi del Pnrr, per fine anno dovremo riuscire ad aumentare i posti residenzia­li di cinque unità e — conclude — potremo inserire finalmente le persone in lista di attesa».

La madre «Mi avevano promesso che a 18 anni sarebbe tornata in Alto Adige ma non si trova posto»

❞ L’avvvocata Bilello

Non è possibile che in una terra come l’Alto Adige non si trovi posto per questa ragazza: lei ha il diritto di avere assistenza adeguata

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Il centro di riabilitaz­ione di via Fago è una delle strutture che potrebbe ospitare la ragazza ma al momento non ci sono posti liberi e questo crea non pochi problemi
Calvario Il centro di riabilitaz­ione di via Fago è una delle strutture che potrebbe ospitare la ragazza ma al momento non ci sono posti liberi e questo crea non pochi problemi

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