L’appello dei donatori «Il plasma non basta» Nel mirino la giunta
TRENTO Non le mandano a dire. Nel mirino la giunta provinciale guidata dal leghista Maurizio Fugatti e, per competenza, l’assessora alla salute Stefania Segnana. Le quattro associazioni, che contano circa 24mila donatori di sangue e plasma, affermano: «Non c’è la volontà politica di raggiungere l’autosufficenza provinciale nella raccolta di plasma nonostante sia considerato più prezioso dell’oro e del petrolio. Attualmente la copertura è pari al 75% del fabbisogno. Il restante 25% va acquistato sul mercato e costa alle casse provinciali 530mila euro l’anno. Invece, sulla raccolta sangue, il Trentino è autosufficiente», (18mila sacche all’anno, ndr).
I presidenti di Avis (Associazione volontari italiani del sangue), Elisa Viliotti; Lega Pasi Battisti, Paolo Silvestri; Associazione donatori volontari sangue e plasma valli dell’Avisio, Clerio Bertoluzza e Gruppo autonomo donatori di sangue Vigolo Vattaro, Michele Sassudelli ieri a Gardolo hanno rivolto un appello alla giunta provinciale, spedito anche ai consiglieri provinciali. Nel documento si richiede l’aggiornamento e il rinnozate vo del Piano sangue provinciale scaduto a fine 2021 e la co-progettazione di una campagna promozionale con il coinvolgimento dei sanitari che si occupano della raccolta. Inoltre, viene chiesta la partecipazione di rappresentanti delle associazioni nell’elaborazione degli obiettivi del nuovo bando del conto lavorazione plasma dell’accordo Naip (cioè l’accordo interregionale per la plasmaderivazione). In pratica, si tratta della stipula di una convenzione con le aziende autorizper la trasformazione del plasma raccolto in medicinali emoderivati che poi vengono restituiti al territorio. Il plasma è una componente del sangue che contiene proteine, ma anche altro e che serve nella cura di alcune gravi malattie. Ad esempio patologie del fegato e degenerative, emofilia, tetano, epatite, talassemia. Durante la fase acuta della pandemia la raccolta del plasma è diminuita di circa il 10%, «visto che, per forza di cose, date le chiusure e le limitazioni imposte, c’è stata meno richiesta», hanno detto i presenti all’incontro nella sala circoscrizionale. «Nel 2021 sono stati raccolti 7216 chili di plasma — è stato specificato — Cioè 13,2 kg ogni 1000 abitanti quando la soglia di indipendenza dal mercato è fissata a 18kg per 1000 abitanti».
I quattro presidenti hanno poi denunciato «una mancanza di dialogo al fine di una programmazione condivisa, se si va avanti così potrebbe essere a rischio anche la raccolta sangue». Hanno infine sottolineato che «tutto è lasciato in mano ai tecnici, non c’è direzione politica. La Banca del sangue di Trento, in via Malta, è lasciata in mano ad un facente funzione, il personale è insufficiente e i macchinari, a causa di problemi organizzativi, sono sottoutilizzati».