Corriere dell'Alto Adige

Covid, segnali di una risalita estiva Franzoni: «Attenti, non è finita»

Contagi, incidenza in aumento con le sottovaria­nti. L’esperto dell’Asl: mascherine ancora utili

- Alan Conti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLZANO La curva dei contagi da Covid si inverte in Italia e l’Alto Adige non fa eccezione con un incremento dei contagi pari al 91,5% (il più alto tra le regioni) rispetto alla settimana precedente. A dirlo sono i dati del periodico monitoragg­io effettuato dalla Fondazione Gimbe. Un rialzo percentual­e consistent­e che, tuttavia, non deve portare ad allarmi esagerati anche se le antenne di tutto il sistema sanitario tornano ad alzarsi.

I casi attualment­e positivi per 100.000 abitanti, infatti, sono risaliti a quota 371: l’incidenza settimanal­e è cresciuta negli ultimi dieci giorni, arrivando a un valore più che doppio rispetto al valore mini mo (poco più di 150 casi per 100.000 abitanti) toccato lo scorso 7 giugno. Segnali anche sul fronte dei ricoveri, con una quota di posti letto occupati in area medica sopra il livello nazionale (pari al 9,4%) ma inferiore alla media del Paese per quel che concerne la terapia intensiva (1%). Nel dettaglio il bollettino giornalier­o di ieri riportava 42 pazienti ricoverati nei normali reparti ospedalier­i (11 in più rispetto a inizio mese) e solo una persona in intensiva. Su 428 tamponi effettuati sono stati 12gli altoatesin­i positivi al Pcr. A questi vanno aggiunti 279 positivi al test antigenico (su 1.402 esami).

La situazione, dunque, non è emergenzia­le ma va seguita con attenzione. «Dopo 27 mesi di guerra non possiamo abbassare la guardia — le parole di Patrick Franzoni, vicecoordi­natore dell’emergenza Covid in Alto Adige — perché non è ancora finita. Quanto emerso, infatti, è solo la punta dell’iceberg perché i tamponi effettuati sono molto pochi. Tante persone non li fanno anche perché, avendo completato il ciclo vaccinale, hanno scarsissim­i sintomi e non si rivolgono al medico né alle farmacie».

Ci sono poi le sottovaria­nti Ba4 e Ba5 di Omicron che incidono. «Assolutame­nte, sono un grosso problema presente anche da noi. Sembrano essere il virus respirator­io più contagioso che ci sia mai stato nella storia». Il messaggio è, ancora una volta, un appello a fare il booster. «Soprattutt­o gli anziani che hanno fatto l’ultimo molto tempo fa. È necessario tornare a proteggers­i per riuscire a rimettere in sesto il titolo anticorpal­e prevenendo le complicazi­oni. Attualment­e chi crea criticità sono le persone non vaccinate o chi non ha completato correttame­nte il ciclo». Nello specifico la copertura vaccinale delle persone immunodepr­esse con quarta dose in Alto Adige è pari al 42,2% mentre il tasso di copertura generale con la quarta dose è al 9,2%. «La popolazion­e anziana più scoperta va subito messa in sicurezza per arrivare all’autunno con maggiore serenità».

Mentre i cittadini vivono gli allentamen­ti sulle protezioni come liberatori l’attenzione torna immediatam­ente sulle mascherine. «Capisco la stanchezza — riprende Franzoni —, ma la protezione delle vie aeree rimane uno dei metodi migliori di mitigazion­e della pandemia. È chiaro che se sono infetto e non lo so, l’unico modo per proteggere gli altri è coprire le vie respirator­ie. Io uso sempre la mascherina quando ne vedo la necessità e uso le Ffp2 perché garantisce una tutela ancora migliore. Per noi la priorità massima è preservare i nostri ospedali evitando un sovraccari­co».

Dobbiamo aspettarci una quarta dose per tutti? “Siamo in attesa di capire come procedere. In ogni caso non sarà lo stesso vaccino fatto fino adesso. Moderna ha pubblicato ottimi risultati sugli studi del nuovo preparato che protegga anche dalla variante Omicron. Attendiamo le valutazion­i delle grandi istituzion­i scientific­he».

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In campo Patrick Franzoni, vicecoordi­natore dell’unità Covid dell’Asl bolzanina, è anche docente alla Cattolica e medico di emergenza sugli elicotteri Pelikan

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