Limite dei 60 orari, guard rail e polizia: giro di vite sui passi
Alfreider: stop a rumore e parcheggi selvaggi
Più controlli, lotta ai parcheggi selvaggi, potenziamento del trasporto pubblico e le grandi novità di una strada «su prenotazione» e della prima pista ciclabile su un passo di montagna. Sono queste le principali misure presentate ieri dalla Provincia per ridurre il traffico sui passi delle Dolomiti e spingere verso un turismo sostenibile. «Sono tutte iniziative che servono per alleggerire le nostre valli dal traffico che pesa sulla popolazione nei mesi estivi» spiega l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider. Il primo passo è impedire che si parcheggi fuori dalle aree consentite, installando a bordo strada dei guard rail per impedire il passaggio delle auto.
Maggiori controlli, lotta ai parcheggi selvaggi, potenziamento del trasporto pubblico e le grandi novità di una strada «su prenotazione» e della prima pista ciclabile su un passo di montagna. Sono queste le principali misure presentate ieri dalla Provincia per ridurre il traffico sui passi delle Dolomiti e spingere verso un turismo sostenibile. «Sono tutte iniziative che servono per alleggerire le nostre valli dal traffico che pesa sulla popolazione nei mesi estivi» spiega l’assessore alla Mobilità Daniel Alfreider.
Il primo passo è impedire che si parcheggi fuori dalle aree consentite. «Non è solo un problema di immagine — afferma Alfreider — è ciò che aumenta il numero di macchine perché si dice “tanto se non trovo parcheggio mi infilo in qualche prato”. Questo è il primo messaggio che vogliamo lanciare: non si trova un parcheggio alternativo a quelli previsti».
Concretamente verranno usati dei paracarri e soprattutto dei guard rail per impedire il passaggio delle auto: «Ne abbiamo già installati lungo 2 km e ne metteremo molti altri» chiarisce Alfreider. Inoltre il limite di velocità scende da 90 a 60 km/h e sono stati disposti maggiori controlli delle forze dell’ordine, con una cinquantina di agenti della Polizia Municipale formati per la verifica del rumore. «Servirà per evitare situazioni inaccettabili, penso alle moto e soprattutto alle gare con le auto da corsa. Verso di loro ci sarà tolleranza zero» promette l’assessore alla Mobilità.
Le azioni più incisive sono però altre e rappresentano una novità per l’Alto Adige. In primo luogo la creazione di piste ciclabili nella corsia di salita: «Tra un mese sarà pronta una piccola parte sul passo Gardena e un tratto più lungo sul passo Sella. Mentre alla fine dell’estate partiranno i lavori per una scia di 2,5 km sul passo Valparola».
A questo si aggiunge un progetto pilota, che partirà questa estate, a Braies: la prima strada contingentata in Alto Adige. Vuol dire che per passare con il proprio mezzo sarà necessario prenotarsi anticipatamente. Ciò consentirà di limitare e tenere sotto controllo il traffico: «Dico subito che ci saranno sicuramente dei problemi — mette le mani avanti Alfreider — però tutti i partner stanno lavorando per far si che funzioni». Se tutto andrà bene dal 2024 il progetto verrà poi riproposto anche in altri passi dolomitici. Per poter agire è però necessario garantire i presupposti legali: «Oggi non è normativamente possibile un contingentamento o una chiusura della strada. Per questo siamo intervenuti a Roma ed è passata una norma che consente di intervenire sulla viabilità non solo per ragioni di sicurezza stradale ma anche per la tutela dell’ambiente. È una prima base ma bisogna continuare a lavorare, anche insieme ad altre regioni».
Per informare e sensibilizzare la popolazione è attiva una collaborazione con l’agenzia Idm, che metterà in campo una campagna di comunicazione, e ci saranno iniziative di altri comuni. Come nella valle di Funes, dove il sindaco ha annunciato che dalla prossima estate sarà attivo un sistema di controllo che permetterà l’arrivo di massimo 2700 persone al giorno. Tutti strumenti che serviranno per raggiungere un obiettivo ambizioso: istituire una «low emission zone» che porterà a ridurre le emissioni del 50% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. Nella convinzione che questo incentiverà anche il turismo: «Siamo una destinazione di montagna, di natura - evidenzia Alfreider - oggi più che mai il turista ha voglia di potersi muovere senza macchina».
Progetto pilota
Il 10 luglio a Braies si parte con la prima strada accessibile solo su prenotazione