Bolzano e Trento, inflazione record Decollano i costi per luce e gas
Califano (Cisl): monitorare e calmierare i prezzi. Grosselli (Cgil): subito misure dalla Provincia
TRENTO Bolzano e Trento tra le città dove cibo, luce e gas sono più alti. Per luce e gas il rialzo rispetto a maggio 2021 a Bolzano è del +112,9%, a Trento +109,2%, seguiti da Lodi (+79,8%). Il cibo più caro invece a Catania (+11,1%), Imperia (+11%) e Sassari (+10%). Sono alcuni dei dati diffusi dall’Unione nazionale consumatori, che ha condotto uno studio stilando la classifica completa delle città con i maggiori rincari annui per queste due voci del paniere, cibo e bevande, e luce e gas, elaborando gli ultimi dati Istat relativi a maggio. Per l’alimentare Trento è in settima posizione (9,2%), mentre Bolzano al 33esimo (7,7%). La città più risparmiosa Milano con un rincaro del 4,7%. L’allarme dei sindacati: «Serve monitorare e calmierare i prezzi» esorta Donatella Califano (Cisl Bolzano). E Andrea Grosselli (Cgil Trento) ricorda «il documento unitario presentato alla Provincia a marzo con la richiesta di «misure straordinarie urgenti di fronte all’aumento generalizzato dei prezzi». Ancora nessuna risposta, dice, «ma l’aumento delle indennità dei politici è stata deciso in un giorno e indicizzato al costo della vita: chiediamo la stessa velocità e attenzione per i cittadini».
Per far fronte al tasso di inflazione tra i più alti d’Italia Grosselli invita dunque la Provincia a mettere in atto misure tampone da una parte e misure strutturali dall’altra «per un territorio dove i consumi energetici sono più alti rispetto al resto d’Italia e i salari in media più bassi della media del Nord-est e, in alcuni casi, anche più bassi della media italiana, c’è il rischio di creare emergenza sociale». Tra le misure tampone, «da adottare subito, la copertura di tutte le famiglie più fragili, quelle con reddito medio non coperte dal welfare con quei 25 milioni già stanziati per un intervento rivolto a 70 mila famiglie e ora fermo a circa 16mila: bisogna subito rilasciare i soldi in tasca a tutti i cittadini beneficiari», dice. «E poi chiediamo un nuovo stanziamento di almeno 30-40 milioni in assestamento di bilancio per un intervento che copra anche la seconda parte dell’anno, visto che la tendenza temiamo sarà questa, se non in crescita». Quindi, le misure strutturali, dal rafforzamento della crescita economica, la promozione del lavoro «e tutti gli strumenti del welfare provinciale e dell’indicatore Icef che siano tarati sul reale costo della vita», ma anche «misure per rafforzare la capacità di reddito», eliminando i tirocini estivi e introducendo più apprendistati retribuiti e «la deduzione ai fini della addizionale regionale all’Irpef dei redditi almeno fino a 20.000 euro annui».
L’analisi della situazione della segretaria generale della Cisl altoatesina Califano pone «la necessità da parte dello Stato centrale di tenere monitorati i prezzi, che non sai come per l’euro con il raddoppio dei prezzi» poi «come per le mascherine durante il Covid calmierate i prezzi utilizzando lo stesso metodo». Mentre «alla Provincia chiediamo come già fatto aiuti più diffusi e stabili alle persone a basso reddito — la logica del bonus fa acqua da tutte le parti — e che si faccia promotrice la Provincia in modo virtuoso per il rinnovo dei contratti con contratti territoriali che siano adeguati al costo della vita è più caro».