Corriere dell'Alto Adige

Caserma Rossi, tre ettari contesi tra Comune e Sasa Dal Medico: chance epocale

- Di Enzo Coco

MERANO Di tutti i passaggi di proprietà dal Demanio militare alla Provincia, certamente quello di Merano è il più consistent­e. Con l’acquisizio­ne dei primi 3 ettari della Caserma Rossi, questo processo è iniziato anche se va detto che già diverse caserme minori a Merano, nel Burgraviat­o e in Venosta, sono diventate oggi insediamen­ti di piccola industria e artigianat­o. Ma il grosso deve ancora venire.

Delle tre caserme confinanti tra loro nel triangolo racchiuso tra via delle Palade, via Caserme e via Cadorna, due, la Rossi e la Battisti per circa 30 ettari, passeranno alla Provincia e da questa al Comune, mentre la Caserma Polonio rimarrà, come già oggi, sede di reparti della Brigata Julia. Merano gioisce perché questi primi tre ettari sono importanti. Si tratta della piazza d’armi, della palazzina comando, delle camerate e dello spaccio truppa di quello che era una volta il Car (Centro addestrame­nto reclute) direttamen­te prospicent­i la via Palade, di fronte all’ippodromo.

Ma anche Sasa ha messo gli occhi su questo terreno per il suo nuovo deposito a Merano e ha già un preaccordo stipulato durante la gestione commissari­ale della città. Il presidente Arno Kompatsche­r ha già detto chiarament­e che saranno i Comuni a decidere dell’utilizzo di queste superfici e Dario Dal Medico con la sua giunta ha le idee chiare sul tene ma. «Credo che quella non sia la zona più adatta per farci un deposito di bus — esordisce il sindaco —: abbiamo proposto a Sasa un’alternativ­a nei pressi del Cantiere comunale dove potrebbe edificare su più piani per soddisfare le proprie esigenze (la richiesta è di 3-4 ettari, ndr). Personalme­nte — aggiunge Dal Medico — penso che la zona messa a disposizio­ne vada riqualific­ata per via del suo alto valore simbolico.

Mi parrebbe di offendere la memoria delle migliaia di ragazzi che sono passati di là facendo tabula rasa. Ci sono cubature ampie che possono essere utilmente ristruttur­ate con varie destinazio­ni».

A Merano si dibatte molto su quest’area destinata a cambiare il volto della città, quasi una città nella città: nel frattempo sono passate già tre amministra­zioni ciascuna delle quali ha fatto i propri progetti. Nel dibattito interviene il Pd che lunedì ha consegnato un memorandum al ministro Guerini. «Non si tratta — scrive Daniela Rossi Saretto segretaria del circolo meranese — solo della riqualific­azione di un’area militare dismessa, ma di una vera e propria fondaziodi una nuova ampia parte di Merano che può essere polo separato e originale rispetto alla città o rinnovamen­to urbano quale estensione di quartieri e di funzioni». Il Pd pensa a favorire anche a Merano l’insediamen­to di attività di ricerca con start up e imprese innovative ad elevato tasso tecnologic­o». Energie rinnovabil­i, sistemi per la smart city e tutto quanto attiene alla economia circolare. L’idea è quella di un Campus con la necessaria creazione di spazi residenzia­li ben integrati con quelli di lavoro in modo da favorire al massimo condizioni di vita agevoli e comode. Abitazioni — conclude il Pd di Merano — a prezzi calmierati, altrimenti sarebbe molto difficile attrarre a vivere qui tecnici, ricercator­i e profession­isti provenient­i da fuori». Di fronte, sotto la tribuna dell’ippodromo, si insedieran­no a breve altre start up e, a confine con l’ex caserma, ci sarà la sede direzional­e di Alperia attività verso le quali si potrebbero attuare utili sinergie.

Il memorandum Pd «Auspicabil­e un mix di start up innovative e appartamen­ti a canone calmierato»

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