Lavoro, ripresa dei contratti stabili Ma frenano industria e costruzioni
Il primo quadrimestre in regione. Le previsioni: da giugno ad agosto 55.350 entrate
TRENTO Il saldo occupazionale, ossia la differenza fra attivazioni e cessazioni, è tornato ai valori pre-pandemici. Sia in Trentino che in Alto Adige. E si registra anche una buona ripresa dei contratti a tempo indeterminato, soprattutto tra le imprese trentine. Nell’industria e nelle costruzioni si rileva però una lieve contrazione delle attivazioni nette, che riflette in qualche modo il pessimismo raccolto dall’indagine di Confindustria Trento. Questo l’andamento del mercato del lavoro in regione nei primi quattro mesi di quest’anno.
La fotografia
La fotografia è stata scattata dai ricercatori di ministero del Lavoro, Banca d’Italia e Agenzia nazionale delle politiche attive del lavoro (Anpal). E tiene conto solo dei contratti a tempo indeterminato, determinato e di apprendistato, relativi al settore privato non agricolo. Si tratta forse del primo report che permette di analizzare l’andamento dell’occupazione dopo il conflitto ucraino-russo, scoppiato il 24 febbraio. «Nonostante l’incertezza derivante dalla guerra in Ucraina e dal connesso rialzo dei prezzi dei beni energetici — si legge nel report intitolato «Il mercato del lavoro: dati e analisi» — la variazione dell’occupazione si è mantenuta positiva, sebbene su livelli lievemente inferiori rispetto alla seconda metà del 2021». In Italia da inizio anno sono stati creati, al netto delle cessazioni, 260.000 posti di lavoro, di poco inferiore al valore dello stesso periodo del 2019.
In Trentino-Alto Adige il saldo è negativo, ma si tratta paradossalmente di un dato positimento vo perché ingloba tutte le cessazioni dei contratti stagionali legati alla stagione turistica invernale, che invece lo scorso anno non era mai partita. E infatti la differenza fra attivazioni e disdette assomiglia molto a quella dei primi quattro mesi del 2019. In provincia di Trento si contano 23.326 nuovi contratti, quasi il doppio rispetto ai valori dello stesso periodo del 2021 e del 2020 e superiore di 3.000 unità rispetto a quello del 2019. Idem in provincia di Bolzano. Indice appunto del ritorno all’epoca pre-Covid.
Nei settori dell’industria in senso stretto e delle costruzioni, però, le attivazioni nette (ossia il saldo tra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro) sono diminuite di circa cento-duecento unità sul 2021, sia in Trentino che in Alto Adige. Sintomatico di un rallentaconnesso alla guerra. Anche a livello nazionale si è ridotto il contributo dell’industria nel mercato del lavoro, mentre nel comparto delle costruzioni in marzo ed aprile i nuovi contratti si sono dimezzati. A conferma anche di quanto rilevato da Confindustria Trento nell’indagine presentata due giorni fa: il 25% delle imprese guarda il futuro con pessimismo.
Aumentano tuttavia i rapporti di lavoro stabili. In Trentino nel primo quadrimestre sono stati firmati 1.669 contratti a tempo indeterminato: quasi mille in più rispetto allo stesso periodo del 2021 e circa cinquecento in meno in confronto al 2019. In Alto Adige la ripresa è più lenta con appena 999 contratti a lungo termine: circa ottocento in più sul 2021 e duemila in meno in confronto al 2019. Per i contratti a tempo determinato il saldo è negativo per via appunto della cessazione dei contratti stagionali.
Le aspettative
A proposito di turismo, nei giorni scorsi è uscito anche il bollettino Excelsior di Anpal sulle previsioni occupazionali nei prossimi mesi. In regione sono programmate 55.350 assunzioni da giugno ad agosto, +12.120 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Rimane però la difficoltà a reperire personale: un’impresa su due riscontra questo tipo di ostacolo. In Trentino, in particolare, sono previste 28.040 entrate, +7.250 sul 2021. Nell’11% dei casi le assunzioni saranno stabili, mentre nell’89% saranno con un contratto a termine.