Corriere dell'Alto Adige

Spostament­i e celle incastrano Dallago «Alle 10.30 l’appuntamen­to mortale»

Omicidio di Fausto Iob, la ricostruzi­one. I carabinier­i cercano ancora l’arma del delitto vicino al lago

- Tommaso Di Giannanton­io

TRENTO Informazio­ni contrastan­ti o false tese a sviare le indagini e ad allontanar­e qualsiasi dubbio circa il suo coinvolgim­ento nella vicenda. Così i carabinier­i hanno motivato i primi sospetti su David Dallago, il boscaiolo di Mollaro ritenuto responsabi­le dell’uccisione di Fausto Iob, il custode forestale di 59 anni ritrovato morto nel lago di Santa Giustina la mattina del 5 giugno. Ma cos’è che non ha convinto gli inquirenti? I carabinier­i hanno ricostruit­o, anche attraverso l’analisi delle celle telefonich­e e delle immagini delle telecamere della zona, un incontro tra i due uomini attorno alle 10.30 del 3 giugno. Ed è proprio durante questo incontro che sarebbe avvenuta l’aggression­e fatale. Ma quando è stato sentito, Dallago ha negato di essersi visto con Iob a quell’ora. La sua legale dice che la vicenda ha contorni molto sfocati, tant’è che nelle prossime ore l’assistito potrebbe chiedere di essere sentito dalla pubblico ministero per fornire la sua versione.

L’ipotesi degli inquirenti è che Dallago, 37 anni, papà di una bimba piccola, abbia ucciso Iob con 18 colpi alla nuca con un oggetto contundent­e. Presumibil­mente con il martellett­o (sparito) utilizzato dal custode forestale per segnare le piante da tagliare. Perché? Il giorno prima, il 2 giugno quindi, Iob aveva sorpreso il trentasett­enne rubare un carico di legname ricavato dal patrimonio boschivo pubblico. Il Comune di Sanzeno aveva affidato a Dallago, titolare di un’impresa boschiva, i lavori per la sistemazio­ne di alcuni boschi vicino al lago di Santa Giustina, in val di Non. Era stato proprio Iob a fare il suo nome al Comune. Ma Dallago non poteva assolutame­nte appropriar­si del legname. Il custode forestale, che lo guidava nelle operazioni di esbosco, gli avrebbe detto sempliceme­nte di restituire la legna, senza fare una contestazi­one verbale. Ma secondo gli inquirenti il boscaiolo temeva di essere denunciato e voleva trarre «profitto» da quei pochi quintali di legna. Per questo motivo avrebbe ucciso Iob, padre di due figli e noto anche alle cronache nazionali per il rapporto speciale che aveva con l’orso Baloo di San Romedio.

Quella mattina del 3 giugno Iob e Dallago si erano già visti verso le 7.30 al cantiere boschivo. Questo incontro è stato confermato anche dallo stesso boscaiolo. Il custode forestale aveva il compito di marchiare con un martellett­o le piante che Dallago avrebbe dovuto tagliare. Fatto questo il cinquantan­ovenne ha lasciato il cantiere. Ma prima di andarsene si sarebbe dato appuntamen­to con il boscaiolo attorno alle 10.30 in un’altra zona poco più distante, sempre per motivi connessi alle operazioni di esbosco. Stando alle testimonia­nze in mano agli inquirenti Iob avrebbe parlato di questo appuntamen­to anche ad altre persone. E secondo i carabinier­i, che hanno analizzato le celle telefonich­e e le immagini delle telecamere presenti nella zona ricostruen­do così gli spostament­i dei due, l’incontro ci sarebbe stato. Proprio vicino al luogo in cui è stata ritrovata l’auto di Iob, in località Dos de la Val. Ma nella prima fase delle indagini Dallago, che nell’interrogat­orio di garanzia (dopo il fermo) si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha negato di essersi rivisto con lui quella mattina. Dopo il primo incontro avrebbe continuato a lavorare in cantiere e poi sarebbe tornato a casa a pranzare. Ma il racconto cozza con la ricostruzi­one fatta dai carabinier­i.

I militari hanno raccolto comunque ulteriori indizi, che hanno portato il gip Enrico Borrelli ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Dallago, eseguita nella serata di lunedì. La Procura lo accusa di omicidio pluriaggra­vato: dai futili motivi all’aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale, dall’aver agito con un abuso di relazione di prestazion­e d’opera all’aver agito per assicurars­i un profitto (ossia il furto di legname) e l’impunità. Inizialmen­te si pensava fosse stata una caduta accidental­e o un malore improvviso a causare la morte di Iob, ma poi l’esame autoptico ha confermato l’omicidio: sulla nuca del cinquantan­ovenne sono state trovate 18 lesioni da oggetto contundent­e. Ieri i carabinier­i hanno continuato a cercare il martellett­o di Iob nelle vicinanze del lago, tristement­e noto anche per la scomparsa della ginecologa Sara Pedri. Nei prossimi giorni invece i Ris di Parma analizzera­nno gli indumenti, gli strumenti da lavoro, il computer e il telefono sequestrat­i nella casa di Dallago.

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In carcere David Dallago, presunto responsabi­le dell’omicidio

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