Spostamenti e celle incastrano Dallago «Alle 10.30 l’appuntamento mortale»
Omicidio di Fausto Iob, la ricostruzione. I carabinieri cercano ancora l’arma del delitto vicino al lago
TRENTO Informazioni contrastanti o false tese a sviare le indagini e ad allontanare qualsiasi dubbio circa il suo coinvolgimento nella vicenda. Così i carabinieri hanno motivato i primi sospetti su David Dallago, il boscaiolo di Mollaro ritenuto responsabile dell’uccisione di Fausto Iob, il custode forestale di 59 anni ritrovato morto nel lago di Santa Giustina la mattina del 5 giugno. Ma cos’è che non ha convinto gli inquirenti? I carabinieri hanno ricostruito, anche attraverso l’analisi delle celle telefoniche e delle immagini delle telecamere della zona, un incontro tra i due uomini attorno alle 10.30 del 3 giugno. Ed è proprio durante questo incontro che sarebbe avvenuta l’aggressione fatale. Ma quando è stato sentito, Dallago ha negato di essersi visto con Iob a quell’ora. La sua legale dice che la vicenda ha contorni molto sfocati, tant’è che nelle prossime ore l’assistito potrebbe chiedere di essere sentito dalla pubblico ministero per fornire la sua versione.
L’ipotesi degli inquirenti è che Dallago, 37 anni, papà di una bimba piccola, abbia ucciso Iob con 18 colpi alla nuca con un oggetto contundente. Presumibilmente con il martelletto (sparito) utilizzato dal custode forestale per segnare le piante da tagliare. Perché? Il giorno prima, il 2 giugno quindi, Iob aveva sorpreso il trentasettenne rubare un carico di legname ricavato dal patrimonio boschivo pubblico. Il Comune di Sanzeno aveva affidato a Dallago, titolare di un’impresa boschiva, i lavori per la sistemazione di alcuni boschi vicino al lago di Santa Giustina, in val di Non. Era stato proprio Iob a fare il suo nome al Comune. Ma Dallago non poteva assolutamente appropriarsi del legname. Il custode forestale, che lo guidava nelle operazioni di esbosco, gli avrebbe detto semplicemente di restituire la legna, senza fare una contestazione verbale. Ma secondo gli inquirenti il boscaiolo temeva di essere denunciato e voleva trarre «profitto» da quei pochi quintali di legna. Per questo motivo avrebbe ucciso Iob, padre di due figli e noto anche alle cronache nazionali per il rapporto speciale che aveva con l’orso Baloo di San Romedio.
Quella mattina del 3 giugno Iob e Dallago si erano già visti verso le 7.30 al cantiere boschivo. Questo incontro è stato confermato anche dallo stesso boscaiolo. Il custode forestale aveva il compito di marchiare con un martelletto le piante che Dallago avrebbe dovuto tagliare. Fatto questo il cinquantanovenne ha lasciato il cantiere. Ma prima di andarsene si sarebbe dato appuntamento con il boscaiolo attorno alle 10.30 in un’altra zona poco più distante, sempre per motivi connessi alle operazioni di esbosco. Stando alle testimonianze in mano agli inquirenti Iob avrebbe parlato di questo appuntamento anche ad altre persone. E secondo i carabinieri, che hanno analizzato le celle telefoniche e le immagini delle telecamere presenti nella zona ricostruendo così gli spostamenti dei due, l’incontro ci sarebbe stato. Proprio vicino al luogo in cui è stata ritrovata l’auto di Iob, in località Dos de la Val. Ma nella prima fase delle indagini Dallago, che nell’interrogatorio di garanzia (dopo il fermo) si è avvalso della facoltà di non rispondere, ha negato di essersi rivisto con lui quella mattina. Dopo il primo incontro avrebbe continuato a lavorare in cantiere e poi sarebbe tornato a casa a pranzare. Ma il racconto cozza con la ricostruzione fatta dai carabinieri.
I militari hanno raccolto comunque ulteriori indizi, che hanno portato il gip Enrico Borrelli ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Dallago, eseguita nella serata di lunedì. La Procura lo accusa di omicidio pluriaggravato: dai futili motivi all’aver commesso il fatto contro un pubblico ufficiale, dall’aver agito con un abuso di relazione di prestazione d’opera all’aver agito per assicurarsi un profitto (ossia il furto di legname) e l’impunità. Inizialmente si pensava fosse stata una caduta accidentale o un malore improvviso a causare la morte di Iob, ma poi l’esame autoptico ha confermato l’omicidio: sulla nuca del cinquantanovenne sono state trovate 18 lesioni da oggetto contundente. Ieri i carabinieri hanno continuato a cercare il martelletto di Iob nelle vicinanze del lago, tristemente noto anche per la scomparsa della ginecologa Sara Pedri. Nei prossimi giorni invece i Ris di Parma analizzeranno gli indumenti, gli strumenti da lavoro, il computer e il telefono sequestrati nella casa di Dallago.