Cibi in scadenza nelle mense Assb I fornitori chiedono di patteggiare
Indagine dei Nas per frode. Caduta l’accusa di associazione a delinquere
BOLZANO Verrà definito formalmente la prossima settimana, in tribunale a Bolzano, il procedimento a carico dei rappresentanti della società veronese «Olivo snc», accusata di avere frodato l’Azienda servizi sociali di Bolzano (Assb), cui forniva generi alimentari destinati alle mense.
In base all’indagine condotta dai carabinieri del Nas nel 2018, l’azienda di vendita all’ingrosso di generi alimentari aveva raggirato l’Assb sia fornendo una quantità inferiore di merce rispetto a quella dichiarata, sia in merito alla qualità, attraverso etichette false relative alla data di scadenza. Si tratta di una società di Colognola ai Colli, in provincia di Verona, che riforniva di carne, pesce e surgelati vari le mense di 4 case di riposo, 8 asili nido e un centro per disabili, gestite dall’Assb di Bolzano. Giovedì si terrà in tribunale l’udienza, nella quale due rappresentanti dell’azienda chiederanno di poter patteggiare una pena di 1 anno e 6 mesi a testa per i reati di frode nelle pubbliche forniture e di frode nell’esercizio del commercio. È invece caduta, nel frattempo, l’accusa più pesante che era stata inizialmente contestata alle sei persone indagate in un primo momento (4 di loro sono state nel frattempo scagionate): associazione a delinquere. Caduta questa grave accusa al termine dell’indagine, condotta dal pm Andrea Sacchetti, la posizione dell’azienda esce quindi alleggerita rispetto al quadro accusatorio iniziale. La difesa, rappresentata dall’avvocato bolzanino Beniamino Migliucci, ha dunque concordato il patteggiamento con la Procura, e sarà ora il giudice ad accogliere o meno questa richiesta. Nel frattempo, comunque, l’azienda ha cessato l’attività, a causa delle difficoltà sorte proprio in seguito al coinvolgimento nell’indagine. In via cautelare, infatti, venne emesso nei confronti dell’azienda il divieto temporaneo di esercitare l’attività.
Il fascicolo era stato aperto dalla Procura di Bolzano nel 2018 in seguito ad una segnalazione dell’Assb che aveva accertato una sistematica non corrispondenza della merce fornita dalla «Olivo», sia in termini di quantità, sia di qualità. Sei mesi di indagini, condotte dai carabinieri dei Nas, avevano portato alla raccolta di intercettazioni in cui gli indagati facevano riferimento alla prassi di porre sugli alimenti etichette false, per far risultare come freschi dei prodotti che erano in realtà prossimi alla scadenza.