Scoperto un affresco del 1300 nel Duomo di Trento
Apochi giorni da San Vigilio i lavori di restauro della cattedrale di Trento hanno restituito un nuovo affresco, raffigurante una «Madonna in trono con Bambino e Santi».
A darne notizia è la Curia che parla di un’ «importante» scoperta: l’opera d’arte infatti risalirebbe al 1300 ed era quasi completamente celata, almeno dal 1893, dietro il monumento funebre del vescovo Bernardo Clesio nella navata nord, ora spostato nella posizione originaria, nella parete sud, in accordo con la Soprintendenza dei beni culturali della Provincia Autonoma di Trento. La scoperta quasi casuale dell’affresco ha destato la comprensibile meraviglia del direttore dei lavori Ivo Maria Bonapace, dell’ingegnere responsabile del procedimento Edoardo Iob e dei consulenti chiamati a valutare l’opera, in particolare il fondatore del Laboratorio Scientifico dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze Mauro Matteini e la consulente dell’Arcidiocesi per il restauro degli affreschi Alice Maccoppi, unitamente ai collaboratori della ditta Lares di Venezia a cui è affidato il restauro della cattedrale.«L’ipotesi al vaglio degli studiosi — sottolinea un comunicato dell’Arcidiocesi — è che si tratti di un’opera di
Niccolò da Padova, già autore nei primi decenni del 1300 di affreschi nella chiesa di Sant’Apollinare, a Piedicastello. Per questo, l’affresco in cattedrale potrebbe risalire allo stesso periodo».
I lavori per riportare alla luce l’affresco sono iniziati poco dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, che aveva indotto la Diocesi a promuovere una veglia di preghiera al santuario della Madonna di Piné dove l’arcivescovo Lauro Tisi aveva rivolto una supplica a Maria, Regina della pace. Una circostanza che non è sfuggita agli scopritori dell’affresco in cattedrale: «Proprio per questo — ammette l’architetto Bonapace al settimanale Vita Trentina — abbiamo deciso di chiamarla tra di noi la “Regina della Pace”, perché tornata alla luce in questo periodo di sofferenza». L’affresco ridonato alla cattedrale e alla vista dei fedeli trentini finora si poteva solo intravvedere al di sopra della lapide tombale del Clesio. «Si scorgeva metà del volto della Madonna — racconta Bonapace —, mentre l’altra parte era nascosta. Si capiva anche che c’era un’altra testa, quella del Bambino, che spuntava. E che l’affresco doveva essere di ottima fattura». Secondo gli esperti l’immagine ha accompagnato, insieme al Crocefisso ligneo della Cappella Alberti, i padri conciliari riuniti in Cattedrale a metà Cinquecento.
L’affresco sarà «svelato» ufficialmente lunedì, durante la preghiera dei Vespri (alle 18) guidata dall’arcivescovo Lauro. Il restauro interno del Duomo, iniziato nel 2017, dovrebbe concludersi verso la fine dell’anno .