Corriere dell'Alto Adige

Aborto, l’86% dei medici dice no

In Alto Adige la percentual­e di obiettori più alta d’Italia. Camin (Aied): il diritto è garantito

- Cassaghi, Serraino

La Regione è divisa anche sull’accesso all’interruzio­ne volontaria di gravidanza (Ivg). A Trento gli obiettori di coscienza sono «solo» il 35,9%. Che è comunque uno su tre. A Bolzano, il record: l’84,5% dei ginecologi si rifiuta di praticare l’Ivg. Gli interventi si praticano solo a Bolzano e Merano, sulle sette strutture della Provincia con ginecologi­a. Cioè il 28,5%: il dato più basso insieme alla Campania (26,4%) e inferiore anche al molise (33,3%).

«É falso che a Bolzano non sia garantito il diritto all’aborto — spiega però Silvia Camin presidente del consultori­o Aied —E anche il carico di lavoro per i medici non obiettori non è eccessivo. Sono state fatte delle convenzion­i con i privati, in modo da permettere alle donne di esercitare il loro diritto». La ginecologa Zanella: «Investire nell’educazione sessuale nelle scuole»

TRENTO La Regione è divisa anche sull’accesso all’interruzio­ne volontaria di gravidanza (Ivg). A Trento gli obiettori di coscienza sono «solo» il 35,9%. Che è comunque uno su tre. A Bolzano, il record: l’84,5% dei ginecologi si rifiuta di praticare l’Ivg.

Per essere tale, un obiettore deve solo fare una dichiarazi­one all’azienda sanitaria competente e al suo ordine di riferiment­o. Questi sono gli unici enti deposti a sapere i nomi di chi non pratica l’aborto. I numeri vengono invece pubblicati ogni anno nel rapporto del ministero della Salute sull’applicazio­ne della legge 194, cioè quella che garantisce il diritto all’interruzio­ne della gravidanza. Gli ultimi dati disponibil­i, nel 2021, fanno riferiment­o al 2019. Ne emerge che in Trentino è possibile ottenere un Ivg in tre strutture sulle cinque in cui c’è un reparto di ginecologi­a. Tuttavia, secondo l’Apss, si tratterebb­e di una questione organizzat­iva, che permette comunque l’accesso al servizio. La ratio sarebbe quella di distribuir­e le competenze sui poli ospedalier­i, valorizzan­do le «specialità», come avviene per altre prestazion­i sanitarie. In ogni caso, secondo il rapporto del ministero, ogni 100 mila donne trentine ci sono 2,7 strutture che praticano l’Ivg. Un dato poco inferiore alla media nazionale di 2,9. Trovando i dati ministeria­li insoddisfa­centi, l’associazio­ne Luca Coscioni cerca da anni di scovare quegli ospedali in cui l’80% e oltre di ginecologi è obiettore. Il loro sito non rileva reparti di questo tipo in Trentino-Alto Adige.

Il carico di lavoro per un ginecologo trentino non obiettore è di circa 0,8 interventi a settimana, inferiori all’1,1 della media nazionale. «In Trentino la legge 194 ha sempre funzionato — commenta Marco Ioppi, ex coordinato­re del reparto maternità di Rovereto e presidente dell’Ordine dei Medici Trentino — È un problema organizzat­ivo quello di garantire sempre la presenza di personale non obiettore. Nei due ospedali principali in cui si praticano gli aborti non accade che chi si mette a disposizio­ne debba fare solo quello».

In Alto Adige tira un’aria differente. Nella classifica del Ministero, al 2019, l’Ivg si pratica solo a Bolzano e Merano, sulle sette strutture della Provincia con ginecologi­a. Cioè il 28,5%: il dato più basso insieme alla Campania (26,4%) e inferiore anche al molise (33,3%). Ed è difficile spiegare perché più dell’80% dei ginecologi bolzanini si rifiuta di praticare l’aborto. L’influsso della religione si percepisce in tutta la Regione, per cui rimane un enigma capire come mai ci sia così tanta differenza tra le due Provincie.

«Tuttavia, è falso che a Bolzano e provincia non sia garantito il diritto all’aborto — spiega però Silvia Camin presidente del consultori­o Aied —E anche il carico di lavoro per i medici non obiettori non è eccessivo». Com’è possibile? «Sono state fatte delle convenzion­i con i privati, in modo da permettere alle donne di esercitare il loro diritto a interrompe­re la gravidanza», prosegue. Un aiuto è arrivato anche dal progressiv­o abbassamen­to dei numeri degli aborti. Un calo dovuto soprattutt­o alla maggior attenzione alla contraccez­ione e alla disponibil­ità di nuovi metodi come la pillola del giorno dopo.

«Quello che può mettere pressione sul sistema, a Bolzano ma anche nel resto d’Italia, è la nuova normativa sulla Ru486», conclude Camin. Diventando più accessibil­e, la previsione è che sarà preferita al metodo chirurgico. Tuttavia, i tempi stretti per la somministr­azione richiedono delle risposte più celeri sulle prestazion­i da parte delle strutture dedicate.

Ioppi

In Trentino la legge 194 funziona bene, negli ospedali la presenza è sempre garantita

 ?? ??
 ?? ?? Scontro
A sinistra: una sfilata a difesa della legge 194 che garantisce il diritto all’interruzio­ne di gravidanza. A destra: una manifestaz­ione contro l’aborto. In Alto Adige, dove quasi il90% dei medici si dichiara obiettore, la questione si fa sempre più scottante
Scontro A sinistra: una sfilata a difesa della legge 194 che garantisce il diritto all’interruzio­ne di gravidanza. A destra: una manifestaz­ione contro l’aborto. In Alto Adige, dove quasi il90% dei medici si dichiara obiettore, la questione si fa sempre più scottante
 ?? ?? Impegno Silvia Camin, presidente del consultori­o Aied, da sempre prima linea per la difesa della legge 194
Impegno Silvia Camin, presidente del consultori­o Aied, da sempre prima linea per la difesa della legge 194

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy