Corriere dell'Alto Adige

Zanella: aborti in calo, merito dei contraccet­tivi

La ginecologa: importante tornare a proporre l’educazione sessuale a scuola

- Argentino Serraino © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

BOLZANO Gli ultimi dati del ministero della Salute, riferiti al 2020, vedono la provincia autonoma di Bolzano come il territorio con il più alto numero di ginecologi obiettori di coscienza: ben l’84,5%. Un numero particolar­mente elevato che però, secondo la ginecologa privata altoatesin­a Cristina Zanella, è in realtà «ingannevol­e».

Dottoressa Zanella, così tanti obiettori non mettono a rischio il diritto all’interruzio­ne volontaria di gravidanza?

«I numeri sono ingannevol­i. Se andiamo a vedere il numero effettivo di aborti scopriamo che nella pratica sono pochi: si tratta di 494 interruzio­ni praticate nel 2021, circa 1,5 al giorno. E soprattutt­o è importante sottolinea­re che non è mai successo che una donna sia stata mandata via».

Quello che conta, alla fine, è quindi il risultato?

«Esatto, e in Alto Adige il servizio è sempre stato garantito. Negli anni passati ci sono stati dei momenti in cui c’era qualche problema e, per questo, venivano chiamati dei liberi profession­isti che erano pagati a prestazion­e. Ma nel tempo c’è stata una graduale riduzione delle interruzio­ni di gravidanza e non è stato più necessario»

Ma questa percentual­e così alta di obiettori, a suo avviso, a cosa è dovuta?

«È difficile capire il perchè, secondo me non c’è mai stata una spinta dalla richiesta. In altre parole: se il primario vede che il servizio è garantito evidenteme­nte non ritiene di dover spingere i propri collaborat­ori, non va a forzare la mano perché non ce n’è bisogno. Anche perché non è mica un bel lavoro. E poi da noi c’è una netta separazion­e tra medici ospedalier­i e medici privati, mentre nel resto d’Italia no. E se un medico pratica interruzio­ni volontarie di gravidanza nella clinica privata non può dichiarars­i obiettore nel pubblico, e forse anche per questo nelle altre realtà il numero è più basso».

Mentre la causa della riduzione degli aborti?

«È merito della legge 194 del 1978 che ha fatto sì che tra consultori, maggiore apertura alla contraccez­ione, prevenzion­e, più consapevol­ezza del problema e non solo, ci sia stata una riduzione anno dopo anno. Tutti ce l’hanno con quella legge ma è una delle più belle che siano state fatte: ha ridotto tantissimo il numero di interruzio­ni volontarie di gravidanze, questo gli andrebbe riconosciu­to. Ed è riuscita a prendere in mano il problema della salute riprodutti­va».

C’è qualcosa che a suo avviso bisognereb­be fare per ridurre ancora di più il numero di aborti?

«Si dovrebbe spingere ancora di più sulla contraccez­ione. Ci sono tantissimi modi per aiutare a trovare quella più adatta: capita che se la donna dica “la pillola mi fa male” allora non le si dà nulla, ma ci possono essere tanti modi per aiutarla a trovare una contraccez­ione che sia adeguata. Poi bisognereb­be riprendere l’educazione sessuale nelle scuole, che prima un po’ si faceva mentre ora è stata abbandonat­a a se stessa. Il numero zero è impossibil­e, però più si riesce a ridurre meglio è».

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La ginecologa Cristina Zanella sottolinea l’importanza dell’educazione sessuale
Esperta La ginecologa Cristina Zanella sottolinea l’importanza dell’educazione sessuale

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