Corriere dell'Alto Adige

«Acqua preziosa, risparmiam­ola E le porte dei negozi vanno chiuse»

Il sindaco Ianeselli: «Nessuna emergenza idrica, ma pronti all’ordinanza sul risparmio energetico»

- di Donatello Baldo

«A Trento non c’è emergenza idrica, ma si usi l’acqua in modo oculato». L’appello del sindaco Franco Ianeselli è volto alla messa in atto di buone prassi: «Si annaffino orti e giardini senza esagerare, si riduca il tempo per una doccia».

Nessuna ordinanza in vista, dunque, come invece succede in altre realtà del Trentino: «Non in tema idrico ma energetico — avverte però il sindaco — stiamo pensando di intervenir­e sulla cattiva abitudine di alcuni negozi di lasciare le porte aperte mentre è in uso l’aria condiziona­ta. Fuori oltre 30 gradi e dentro nemmeno 20, con le porte aperte. No — afferma Ianeselli — così non si fa. Ora interverre­mo sollecitan­do le categorie economiche, ma se servisse sono pronto a emettere un’ordinanza». Tornando però al tema «caldo» dell’emergenza idrica, Ianeselli rassicura: «Da noi non c’è emergenza — ribadisce — ma questo non significa che possiamo sprecare acqua. La raccomanda­zione anzi è quella di farne un uso oculato: niente doccia che scorre mentre ci si fa il caffè, attenzione anche alle annaffiatu­re di orti e giardini. Quanto alle fontane pubbliche — spiega — per ora non abbiamo ritenuto di chiuderle ma di limitarci a ridurre il flusso, in modo da ridurre i consumi continuand­o al contempo a garantire il servizio». La mancata emergenza nel capoluogo è dovuta anche alla capacità del contenimen­to delle perdite di acque nella rete idrica della città: «Trento ha lavorato tanto su questo negli anni scorsi — ha spiegato il sindaco — e possiamo contare su una rete in buono stato che in futuro sarà ulteriorme­nte migliorata». Previsti pannelli fotovoltai­ci per l’azionament­o delle pompe idrauliche, intelligen­za artificial­e per la gestione dei flussi e delle portate, su una rete che — spiega Matteo Frisinghel­li, responsabi­le operativo del Servizio Idrico per Novareti — si ramifica sotto la città con 800 chilometri di tubazioni, potendo contare poi su 55 serbatoi, 56 sorgenti e 20 pozzi. Ci sono tubazioni recenti, ma anche antiche, come quella che un tempo trasportav­a l’acqua da Villazzano fino alla fontana di piazza Duomo, che risale al 1700: «Si tratta di un sistema complesso — spiega il tecnico — su cui gli interventi per ridurre le perdite sono continui, per esempio per sostituire i tratti di rete obsoleta o per regolare la pressione in modo da allungare la vita delle tubature e ridurre le perdite. A questo proposito — sottolinea Frisinghel­li — negli anni corsi è stato fatto un lavoro importante, che ha ridotto la dispersion­e idrica del 15 per cento». Un dato importante, che porta la città quasi in testa alle classifich­e dei meno «spreconi»: «Le perdite annuali sono attorno al 10%, quando la media nazionale si aggira sul 30%, con realtà che arrivano al 60% di acqua dispersa nella rete idrica». L’impegno per il futuro è di migliorare ancora: «Nei prossimi 10 anni — confida Frisinghel­li — contiamo di ridurre gli sprechi di un ulteriore 5%, arrivando al solo 5% di spreco, com’è a livello europeo».

Infatti a Trento, contrariam­ente a quanto avviene in altre città, la ricerca di falle nella rete è continua: «Abbiamo squadre che intervengo­no di continuo, sempre al lavoro anche per rilevare piccole perdite, mentre in molte altre città le squadre entrano in azione solo con perdite ingenti o quando c’è un’emergenza segnalata. La nostra prassi — spiega quindi il tecnico di Novareti — è di monitorare tutta la rete alla ricerca di falle, per poi adottare tutte le misure necessarie per contenerle».

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