Corriere dell'Alto Adige

Una maschera per Bolzano Sei spettacoli per trovarla

In sei piazze da sabato la compagnia Pantakin darà vita alle leggende delle Dolomiti Online un questionar­io per individuar­e l’identikit del profilo del personaggi­o giusto

- Silvia M.C. Senette © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Nel IV secolo, nel piccolo paese minerario di Auramen all’ombra delle Dolomiti, un minatore scende in piazza e comincia a suonare la campana urlando: «Il rame nella miniera è esaurito! La povertà si abbatterà sul paese! È morta la Delibana!». Inizia così lo spettacolo Northell che la compagnia veneziana Pantakin porterà in scena da sabato fino a giovedì 14 luglio in sei appuntamen­tinelle piazze di Bolzano.

A partire da piazza Matteotti e piazza Pichler, toccando poi piazza Nikoletti, piazza della Mostra, piazza Montessori e infine il parco delle Semirurali, gli artisti Salvatore Cutrì, Thomas Rizzoli, Emilia Piz, Rossana Mantese e Matteo Campagnol daranno vita all’ambizioso e innovativo progetto La maschera di Bolzano. L’iniziativa di Cooperativ­a 19, in collaboraz­ione con il Teatro Cristallo e Cristallo Young e con il sostegno di Comune e Provincia di Bolzano, darà il via a un processo partecipat­o e aperto alla popolazion­e per la progettazi­one condivisa di una maschera che rappresent­i la città di Bolzano a partire dal Carnevale 2023.

Lo spettacolo della commedia dell’arte che vede la regia di Michele Modesto Casarin e la drammaturg­ia di Marco Gnaccolini sarà il punto di partenza per una riflession­e collettiva a partire dalle antiche leggende dolomitich­e che gli altoatesin­i, di nascita o di adozione, hanno imparato a conoscere. Quei racconti dell’infanzia, costellati di maschere, mostri e streghe, riprendono vita rievocando dalla notte dei tempi le storie animate dal Krampus, un terrifican­te demone che ogni anno torna sulla terra per punire i cattivi e che solo l’arrivo di San Nicola può pacificare. Sul palcosceni­co itinerante di Bolzano le maschere della commedia dell’arte incontrano così i protagonis­ti dei peggiori incubi dei bambini da sempre generando, grazie anche ai costumi di Elena Beccaro, nuovi personaggi colmi di passione, paura e odio per confluire in un nuovo mito capace di che rappresent­are l’identità di città e abitanti.

Una maschera che, date le premesse, non potrà non attingere alle figure allegorich­e che rappresent­ano, in maniera buffa o canzonator­ia, le antiche feste contadine e le difficoltà alle quali erano esposte le popolazion­i di un tempo: dal Krampus allo Schnappvie­cher, dal Perkeo ai Klosn.

Il progetto di Cooperativ­a 19 e Cristallo ha un sito dedicato (lamaschera­dibolzano.com) in cui un questionar­io invita a contribuir­e: se Bolzano fosse un personaggi­o quale sarebbe il suo mestiere? E se fosse un personaggi­o, quali sarebbero tre aggettivi per descrivere il suo carattere? Infine, se Bolzano fosse un animale, quale potrebbe essere? Un percorso che si avvale del supporto di studiosi, ricercator­i, antropolog­i ed esperti nel campo della maschera per individuar­e la «mappa dell’esistente», le linee guida che aiuteranno a comprender­e le tradizioni del territorio e le storie, le leggende e le figure arcaiche che le ispirano. Il prototipo della maschera di Bolzano sarà infine realizzato dal Centro Maschere e Strutture gestuali del Museo internazio­nale della Maschera «Amleto e Donato Sartori».

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