Affitti brevi, il freno della giunta
Riforma del turismo, approvato il regolamento. «Airbnb» solo con il permesso del Comune
Il limite ai posti letto nel turismo diventa realtà. La giunta provinciale ha approvato il regolamento di attuazione che definisce nel dettaglio le regole a cui dovranno sottostare tutto il settore: dagli hotel agli agriturismo fino agli affittacamere. Ma mentre per contadini e albergatori sono previste un’infinità di deroghe, la vera stangata arriva per gli affittacamere.
BOLZANO Il limite ai posti letto nel turismo diventa realtà. Ieri la giunta provinciale ha approvato il regolamento di attuazione che definisce nel dettaglio le regole a cui dovranno sottostare tutto il settore: dagli hotel agli agriturismo fino agli affittacamere. Ma mentre per contadini e albergatori sono previste un’infinità di deroghe, la vera stangata arriva per gli affittacamere. Infatti d’ora in avanti per gli affitti brevi sarà necessaria l’autorizzazione del Comune altrimenti scatterà una sanzione salatissima e, in taluni casi, anche un procedimento penale. «In questo modo vogliamo garantire il diritto all’alloggio per la popolazione locale» spiega l’assessore al turismo Arnold Schuler. «I controlli ci saranno, e saranno puntuali» assicura il presidente della Provincia Arno Kompatscher rivendicando il merito di essere una delle prime regioni europee a mettere un freno al fenomeno Air bnb.
La genesi della riforma che introduce il tetto ai posti letto è stata tanto lunga quanto travagliata con le varie lobby che si sono messe di traverso cercando di smontare la legge. E in parte ci sono anche riuscite tanto che il regolamento prevede una sfilza di deroghe che, di fatto, depotenziano quello che doveva essere il tetto massimo dei posti letto. Ma il principio è salvo. «Questo è un passaggio storico che mette un freno allo ssviluppo incontrollato» sottolinea Schuler. «Invece che sulla quantità punteremo sulla qualità» gli fa eco Kompatscher annunciando un’altra serie di leggi che dovranno disciplinare il settore degli agriturismo e dei campeggi ma anche i grandi eventi.
Il primo passo sarà il censimento dei posti letto. Ogni struttura dovrà comunicare alla Provincia la cifra (documentata) del numero di letti disponibili prendendo un come «modello» un giorno a scelta del 2019 (o del 2020 per chi ha aperto dopo). A questi — la stima è di circa 230mila letti — andranno aggiunti tutti i posti letto già autorizzati ma non ancora realizzati, in tutto circa 10-11mila. Poi la giunta provinciale si è tenuta un’altro contingente «di riserva» di 8.000 posti per garantire al settore un minimo di sviluppo. Nel caso una struttura chiuda il 95% dei posti letto rimarrà a disposizione del Comune, il restante 5% invece finirà nel calderone provinciale che potrà ridistribuirlo ove ritiene opportuno. Deroghe sono previste per gli alberghi nei centri storici e per gli agriturismo.
«Vogliamo che i centri storici rimangano vivi. Per cui è importante che i Gasthof rimangano aperti» spiega Schuler che motiva le derorispettare ghe per le aziende agricole con la necessità di continuare a mantenere popolata la montagna garantendo ai contadini un secondo reddito. «Gli agriturismo comunque dovranno criteri di qualità che saranno definiti entro l’anno» aggiunge l’assessore.
La vera stangata sarà per gli affitti brevi. D’ora in avanti per affittare un alloggio a turisti non basterà registrarsi su una piattaforma tipo booking o Air bnb e fare la denuncia di inizio attività al Comune ma servirà una vera e propria autorizzazione. «Vogliamo mettere un freno alla proliferazione di questi affitti che negli ultimi anni sono letteralmente esplosi. E — prosegue Schuler — fare in modo che gli alloggi vadano alla popolazione locale».
Ora toccherà a ciascun Comune stabilire i criteri sulla cui base concedere gli ultimi, pochi, posti letto disponibili. E, sempre ai Comuni, spetterà fare i controlli anche se la Provincia sta valutando se esternalizzare il servizio in modo da renderlo più efficace. Di sicuro verranno incrociati dati con i pagamenti delle tasse do soggiorno: nel caso dovesse saltar fuori che una struttura ha ospitato più persone del dovuto la sanzione sarà salata: 100 volte la tassa di soggiorno (ovvero 250 euro) per ogni notte. Per gli affittacamere abusivi invece varranno le norme urbanistiche: chi affitta senza averne titolo rischierà una multa di migliaia di euro e pure un procedimento penale. Una stangata che dovrebbe scoraggiare i furbetti dell’affitto breve.