Un libro pagato dalla Provincia lancia il Sudtirolo indipendente
Né con l’Italia né con l’Austria: la terza via si chiama Stato indipendente del Sudtirolo. Con tutto quello che questo comporta: un nuovo sistema sanitario, previdenziale, giuridico solo per iniziare. La prospettiva è stata teorizzata nel libro «Kann Südtirol Staat?», letteralmente «Può il Sudtirolo essere uno Stato?», che raccoglie in 10 capitoli le idee per una nuova indipendenza: «Non ci sono ostacoli insormontabili o dirimenti che fanno pensare che ciò non sia possibile. Uno Stato indipendente del Sudtirolo avrebbe molte possibilità di successo» racconta l’avvocato Marco Manfrini, vicepresidente dell’associazione Noiland Südtirol che ha curato il testo, peraltro stampato con il contributo del Dipartimento per la cultura tedesca. Il libro, specificano subito gli autori, non è un’opera accademica ma divulgativa. E soprattutto, non siamo dao vanti alla nascita di un nuovo movimento politico che rivendica posizioni indipendentiste. L’idea è quella di accendere un dibattito pubblico che coinvolga anche la politica. Ma qual è il modello al quale si ispirerebbe lo Stato sudtirolese? «L’obiettivo è un progetto che sia comune a tutti i gruppi linguistici, per superare l’attuale concetto di Stato nazionale. Pensiamo alla Svizzera, dove i gruppi linguistici hanno deciso di unirsi in base a una scelta libera e collettiva» aggiunge Manfrini. Secondo questo schema, l’indipendenza «aprirebbe nuovi orizzonti di convivenza, sviluppo economico e sociale». Questa la teoria. Nel testo poi si propongono anche dei passi formali: «L’indipendenza deve essere il frutto di una scelta democratica. Una possibilità è quella del referendum. Poi bisognerebbe interpellare il parlamento nazionale per chiedere una modifica della Costituzione». I sogni di gloria dello Stato sudtirolese però potrebbero infrangersi qui, almeno stando alla giurisprudenza. «La Repubblica, una e indivisibile» recita l’articolo 5 della Costituzione italiana, inserito nei cosiddetti «Principi fondamentali». Notoriamente, si tratta di una parte non modificabile: «È il motivo per cui per l’Alto Adige si è scelta la via dell’autonomia» ricorda Oskar Peterlini, ex senatore Svp e componente del comitato scientifico che ha seguito la stesura del libro. La domanda allora è obbligatoria: farebbe il senatore del Sudtirolo? «Io sono un fautore dell’autonomia, anche perché i confini nazionali si stanno assottigliando. Credo che questa sia una visione più realistica. Però Degasperi è stato deputato sia austriaco che italiano, quindi la storia non lo esclude».