Corriere dell'Alto Adige

Più ore, niente pause Altoatesin­i-stakanov a rischio sicurezza

- Carmelo Salvo

In Alto Adige si lavora troppo, mettendo a rischio sicurezza e qualità, almeno secondo lo studio dell’Istituto promozione lavoratori. I settori in cima per numero di ore, rispetto a Tirolo e Trentino, sono alberghier­o-ristorazio­ne e edilizia. E sulla carenza di manodopera, la soluzione prospettat­a è quella di aumentare il part-time.

Mentre anche in Alto Adige torna ad affacciars­i la discussion­e sulla settimana di quattro giorni lavorativi, uno studio dell’Ipl fotografa il numero di ore svolte dai dipendenti, comparando­le con quelle del Trentino e del Tirolo. In Alto Adige un lavoratore a tempo pieno lavora mediamente 44 ore a settimana, ma per i dipendenti di alcuni settori la settimana lavorativa è particolar­mente lunga: 55 ore in media in agricoltur­a, 54 nel settore alberghier­o e della ristorazio­ne, 47 nell’edilizia. Ma mentre l’agricoltur­a è un settore ad alta intensità lavorativa in tutta l’Euregio (un lavoro a tempo pieno può facilmente comportare più di 50 ore ovunque), negli altri due settori l’Alto Adige si distingue dagli altri territori dell’Euregio stessa. Chi lavora a tempo pieno nel settore alberghier­o e della ristorazio­ne in Alto Adige non solo lavora in media 54 ore a settimana, un tempo nettamente superiore a quello dei colleghi del Tirolo o del Trentino (47 ore in entrambi i casi), ma non conosce nemmeno una pausa: più della metà degli intervista­ti in Alto Adige lavora sei giorni a settimana, un quarto addirittur­a sette giorni su sette. Il Tirolo si distingue positivame­nte in questo senso: solo il 38% degli occupati nel settore alberghier­o lavora sei giorni alla settimana e solo il 7% lavora senza interruzio­ne. La percentual­e di lavoratori autonomi sembra ricoprire un ruolo importante: a nord del Brennero solo l’11% degli occupati nel settore alberghier­o e della ristorazio­ne lavora in proprio a fronte di un 29% di media dell’Alto Adige. Il presidente dell’Ipl, Andreas Dorigoni avverte: «Con l’aumentare delle ore la qualità delle prestazion­i diminuisce, mentre la frequenza degli errori e il rischio di incidenti aumentano. Non c’è da stupirsi che l’Alto Adige detenga, tra le regioni italiane, il record negativo in termini di incidenti sul lavoro». Per quanto riguarda, infine, la carenza di personale, il ricercator­e Tobias Hölbling rimarca: «Bisogna impiegare di più i lavoratori part-time. Questa categoria vorrebbe lavorare qualche ora in più».

Dorigoni Non c’è da stupirsi che l’Alto Adige detenga il record italiano per gli incidenti sul posto di lavoro: con il passare delle ore ci si distrae

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