«L’Unione garantisce la libera circolazione»
Kompatscher alla Festa dell’Europa: «Vantaggi assicurati anche per l’Alto Adige»
BOLZANO Anche in consiglio provinciale è stata ricordata la Giornata dell’Europa. Con l’occasione, è stata premiata la classe vincitrice del concorso per cortometraggi «Politica: Tocca a noi»: ad aggiudicarsi il riconoscimento la terza di ingegneria meccanica dell’Istituto Tecnico Superiore Max Valier di Bolzano.
Ad aprire la cerimonia, intervallata dall’accompagnamento del coro «Le Pleiadi», l’esecuzione dell’inno dell’Unione Europea, l’Inno alla Gioia parte della Nona sinfonia di Ludwig van Beethoven. Il 9 maggio 1950 il ministro degli Esteri francese, Robert Schuman, pose le basi per la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca), progenitrice dell’Unione Europea.
Un discorso ricordato più volte anche dal presidente altoatesino Arno Kompatscher: «Schuman parlò di solidarietà, di collaborazione, di ripudio della guerra quale strumento di risoluzione dei conflitti. Possiamo essergli grati, l’Unione Europea ci ha garantito decenni di pace, livelli di sviluppo economico e sociale mai raggiunti prima, un modello per la garanzia dei diritti civili», ha detto Kompatscher. «E tanti vantaggi ha assicurato anche all’Alto Adige, grazie al superamento dei confini nazionali, alla moneta unica, all’accordo di Schengen per la libertà di circolazione delle persone e delle merci. Quello di cittadinanza europea è un concetto reale, non metafisico e questo non è scontato, è una conquista che va difesa ogni giorno, come ci insegna l’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina».
La presidente del consiglio provinciale Rita Mattei ha evidenziato «l’unione e il dialogo tra due popoli (italiano e austriaco ndr) che hanno vissuto un conflitto di trincea, l’uno contro l’altro». Mattei ha quindi fatto cenno alla convivenza tra i tre gruppi linguistici: «Siamo un buon esempio in Europa. Un’Europa che oggi si trova coinvolta da un conflitto con pesanti ripercussioni, oltre che sui Paesi direttamente coinvolti, anche su ognuno di noi. Stiamo soffrendo tutti per ciò che sta accadendo e mi auguro che la strada diventi quella del dialogo».
L’europarlamentare Herbert Dorfmann ha fatto riferimento alla «geniale dichiarazione di Robert Schuman», che aveva riconosciuto come per una nuova via non bastasse una dichiarazione di pace, ma fosse necessaria una fattiva collaborazione tra Stati che per anni si erano fatti la guerra. «La dichiarazione di Schuman — ha sottolineato Dorfmann — conteneva il seme dell’apertura della collaborazione a chiunque avesse voluto parteciparvi, anche in futuro, fino ai 27 Stati odierni».