L’Svp dalla premier: «No al presidenzialismo»
Incontro tra Meloni e i parlamentari delle Autonomie, poi scintille con Urzì e Lega
BOLZANO Una mezza apertura e una chiusura netta. L’incontro di ieri tra la premier Giorgia Meloni e i parlamentari di Autonomie e Gruppo Misto ha rimesso una certa distanza tra il centrodestra e l’Svp: «Siamo molto scettici sul presidenzialismo, e disponibili a confrontarci sull’elezione diretta del presidente del Consiglio, o sul suo rafforzamento con l’introduzione della sfiducia costruttiva» le parole della senatrice Julia Unterberger, presidente del Gruppo per le Autonomie. In generale c’è convergenza anche sulla necessità di dare stabilità al sistema italiano. Ovviamente, aggiunge Unterberger, «questa riforma non può avere alcuna implicazione sull’autonomia del Sudtirolo, che è vincolata ad accordi internazionali». Nella delegazione anche il senatore del Pd Luigi Spagnolli, e i deputati Renate Gebhard, Manfred Schullian e Franco Manes (Union Valdôtaine). L’ostilità della Volkspartei è presto spiegata: «Per noi il Presidente della Repubblica, nella cornice di garante della Costituzione, ha storicamente rappresentato un elemento di garanzia sulle autonomie speciali e le minoranze linguistiche. Per questo non ci convince la politicizzazione della sua figura». Parole che al centrodestra non sono piaciute: «Scetticismo immotivato e pretestuoso: la stessa Svp governa la Provincia insieme alla Lega, e l’ampliamento dell’autonomia dipende da un buon rapporto con il Governo» commenta l’eurodeputato del Carroccio Matteo Gazzini. Di «profonda discrasia fra le dichiarazioni acide e severe della senatrice Unterberger e quelle moderate e costruttive di Schullian, che rappresenta l’Svp del buonsenso» parla il deputato di Fratelli d’Italia Alessandro Urzì.