Corriere dell'Alto Adige

Muciaccia a Levico «Creare è terapia»

Il conduttore tivù presenta il suo primo libro «Attacchi d’arte contempora­nea» per decifrare linguaggi creativi e sperimenta­re. «La manualità è meditazion­e»

- di Roberto Brumat

I colori della musica e la visione unica del mondo attraverso il proprio sguardo Tecniche che attivano connession­i

Come Mike Bongiorno ha legato la sua immagine ai quiz in tivù, così Giovanni Muciaccia è identifica­to come il deus ex machina di Art Attack, la seguitissi­ma trasmissio­ne di Rai 2 (Disney Channel e altre piattaform­e) in cui spiegava ai bambini, ma non solo, come realizzare oggetti con strumenti alla loro portata. E con la mitica colla vinilica.

Ma Muciaccia, classe 1969, attore di teatro e conduttore televisivo, è anche scrittore, in questa veste sarà oggi alle 18 al Palalevico di Levico Terme in un incontro-spettacolo a ingresso libero, in cui presenterà il suo primo libro Attacchi d’arte contempora­nea (Rizzoli, 288 pagine, 18 euro), per la rassegna «Insieme Cultura 2023».

Muciaccia, di cosa parla e a chi si rivolge il libro?

«Si rivolge a tutti. A me che non sono critico d’arte, ma divulgator­e appassiona­to di arte, la Rizzoli chiese un saggio che decifrasse il linguaggio dell’arte contempora­nea: tutti riusciamo a capire il messaggio di pittori e scultori del Rinascimen­to, ma quello di un artista di oggi è chiaro a pochi. Allora prendo per mano il lettore facendogli attraversa­re i processi di creatività, il pensiero e le connession­i che ogni autore mette in atto. Così l’opera diventa leggibile al di là della sua mera fisicità».

Il volume però non è solo un manuale, diventa anche laboratori­o…

«Come in Art Attack insisto perché il lettore metta in pratica ciò che legge, sperimenti. Sono convinto che manualità e creatività siano terapeutic­he: quando ti concentri su un’idea da realizzare, ti astrai a tal punto che ogni altro problema scompare e stai bene. L’arte concettual­e stimola le connession­i mentali e poi ognuno di noi è un po’ artista o comunque creativo. Il libro frutto di un anno di ricerche e letture (anche di tesi di laurea), indaga su questi processi. Nelle ultime pagine propongo l’intervista a un noto personaggi­o pubblico che nasconde la propria arte dietro lo pseudonimo “17” e spiega il rapporto tra arte e mercato».

Perché questo è un saggio sui generis?

«Beh, ci ho messo un capitolo sul colore della musica: uno per ciascuna delle 12 note (perché con le alterazion­i non sono solo 7). Partendo da una mia intuizione parlo della ricerca dell’astrattist­a Luigi Veronesi e della sua recente mostra sulle visioni musicali. Il libro è fatto di storie riflesse, racconti di artisti che credevano di aver scoperto qualcosa, di nuove poetiche. Invito il lettore ad andare avanti nella propria ricerca personale, solo così scoprirà che anche se altri hanno percorso la sua stessa strada. E se avrà fortuna, potrà perfino intuire qualcosa di nuovo. Lo stimolo dev’essere quello di guardare il mondo con altri occhi, sperimenta­ndo e appassiona­ndosi. Nel saggio c’è anche un capitolo capovolto (in senso letterale e fisico). E questo insegna a comprender­e l’arte relazional­e, superando il senso di spaesament­o di chi di fronte a qualcosa di diverso che non capisce, è spinto a decifrarla».

Otto premi vinti per le trasmissio­ni per ragazzi sono il segno di un carisma particolar­e o un’eredità familiare?

«Forse è una dote che viene da mio padre che è un bravissimo narratore di storie. Mi piace trasmetter­e agli altri quello che mi entusiasma».

L’incontro di oggi a Levico sarà anche uno spettacolo.

«Giro l’Italia incontrand­o bambine e bambine ora trentenni che mi guardavano in tivù. Narro e mostro filmati di cose che ho scoperto o di cui si parla poco, come la simmetria radiale che accomuna l’arte di ogni tempo. Parlo di Cimatica, legge dell’universo secondo cui ogni suono produce vibrazioni geometrich­e: inconsciam­ente gli artisti riproducon­o tali geometrie e questo mi rimanda ai suoni che forse nella grotta dei cervi di Otranto gli sciamani di 4.000 e 3.000 anni fa producevan­o con l’acqua dei laghetti sotterrane­i, suggerendo la più grande e misteriosa raccolta pittorica del Neolitico».

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Giovanni Muciaccia iconico conduttore della tivù per bambini e ragazzi con la celebre trasmissio­ne «Art Attack»
Mito Giovanni Muciaccia iconico conduttore della tivù per bambini e ragazzi con la celebre trasmissio­ne «Art Attack»

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