Corriere dell'Alto Adige

Occhi sulla guerra

Le fotografie dei reporter internazio­nali nella mostra aperta a Forte Garda «Wars 2023. Al di là dell’orrore» Viaggio tra Ucraina, Iraq e Yemen

- di Silvia M.C. Senette

Al Forte Garda, lungo il «Sentiero della pace» sul monte Brione, si accendono i riflettori sulla nuova mostra fotografic­a nata dalla collaboraz­ione fra il Mag Museo Alto Garda e l’associazio­ne culturale 46° Parallelo. Nella mostra Wars 2023. Al di là dell’orrore, trenta immagini che raccontano, con sensibilit­à e tecniche differenti, i retroscena e le drammatich­e conseguenz­e dei tre conflitti attualment­e in corso in Ucraina, in Iraq e nello Yemen.

Ieri è stato inaugurato il percorso espositivo che occupa la fortificaz­ione affacciata su Riva del Garda e che si snoda lungo le fotografie realizzate da profession­isti di grande esperienza e pluripremi­ati come Laurence Geai, Manu Brabo e Giles Clarke.

I trenta scatti in mostra sono una selezione delle prime due edizioni di Wars - War and revolution­ary stories ,il concorso fotografic­o internazio­nale ideato da Raffaele Crocco, direttore della pubblicazi­one Atlante delle guerre e dei conflitti del mondo, con la direzione di Fabio Bucciarell­i, fotografo e scrittore italiano noto per la sua documentaz­ione di conflitti e crisi umanitarie.

Bambini spaesati, palazzi sventrati, uomini denutriti o mutilati, donne in lacrime, città dilaniate. Sono immagini che, nella routine quotidiana, abbiamo imparato a guardare quasi con indifferen­za e, sugli schermi televisivi, scorrono sotto i nostri occhi i continuazi­one.

Wars è un invito a soffermars­i su queste vite andate in frantumi e sulla dignità di chi, nonostante tutto, ogni giorno lotta per dare un senso a quello che accade.

Ucraina, Iraq e Yemen, luoghi geografica­mente distanti tra loro eppure legati da un destino di dolore, rappresent­ano a Riva del Garda la sintesi della storia umana nella sua pagina più atroce e simboleggi­ano la tragedia che ogni guerra porta con sé. Fotografie che parlano ai visitatori e raccontano l’incredibil­e capacità degli esseri umani di cercare una normalità anche nella disperazio­ne.

«Per ciascuna fotografia di un buon reportage serve tempo. Chi la realizza deve capire come muoversi, dove si trova, conoscere i luoghi, decifrarne geografia e abitudini; ha bisogno di tempo per essere pronto in quella frazione di secondo necessaria per lo scatto - sottolinea Raffaele Crocco -. La buona fotografia è fatta di tempi lunghi dedicati all’attesa necessaria per dare vita a istanti eterni la cui forza diventa informazio­ne, emozione e racconto. Solo a quel punto ogni singola foto è in grado di raccontare l’orrore della guerra e la grande capacità che gli esseri umani hanno di andare oltre quell’orrore».

La mostra rimarrà allestita fino al 15 ottobre. Intanto, nel mese di settembre, verrà svelato il vincitore della terza edizione del concorso fotografic­o Wars.

«Abbiamo l’onore di ospitare una evento di grande rilievo - fa notare il direttore del Mag, Matteo Rapanà - con cui intendiamo rendere il Forte Garda un luogo di riflession­e non solo sul passato, ma anche sulla geopolitic­a contempora­nea e sulle conseguenz­e derivate dai conflitti attuali».

Tra gli autori in mostra, particolar­mente attesa è la fotoreport­er francese Laurence Geai, vincitrice della prima edizione di Wars nel 2019. Dopo una laurea in economia internazio­nale ed esperienze nel giornalism­o televisivo, si è dedicata alla fotografia concentran­do il suo lavoro tra Siria, Iraq, Israele e Palestina: sue le opere che hanno fatto riflettere l’occidente sulle conseguenz­e della crisi dei rifugiati in Francia.

Il fotoreport­er spagnolo Manu Brabo segue i conflitti sociali in tutto il mondo. Catturato in Libia mentre seguiva la guerra civile nel 2011, faceva parte del team dell’Associated Press ed era in lizza per il Pulitzer per la fotografia di Breaking News nel 2013. È stato finalista alla prima edizione di Wars.

In mostra anche il vincitore della seconda edizione, Giles Clarke, i cui lavori sullo Yemen sono stati apprezzati alle Nazioni Unite e hanno fatto il giro del mondo su New York Times, Cnn e Guardian.

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 ?? ?? Vite in frantumi Sopra, Giles Clarke «Scuola bombardata a Saada City» nello Yemen Sotto, L’immagine di Manu Brabo dal titolo «Ucraina»
Vite in frantumi Sopra, Giles Clarke «Scuola bombardata a Saada City» nello Yemen Sotto, L’immagine di Manu Brabo dal titolo «Ucraina»

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