Funicolare, in 5 mila dicono no
Merano, l’appello del comitato: Kompatscher ci ascolti
Fa sul serio il comitato «Non così» sorto a Merano per contrastare la realizzazione della funicolare MeranoScena. Con una lettera inviata al governatore Arno Kompatscher, il comitato chiede un appuntamento per consegnare le quasi cinquemila firme raccolte dai cittadini di Merano e dei comuni limitrofi. «La petizione — scrivono — esprime la contrarietà al progetto di costruzione e le firme sono state raccolte in soli quattro mesi a dimostrazione evidente di quanto forti siano le riserve».
Non solo firme di semplici cittadini, ma firme pesanti come quella di Ingrid Hofer, presidente dell’Azienda di soggiorno,, di Rudi De Franceschi della cooperativa turistica che fa capo alla Hgv, di Bernhard Burger in rappresentanza del Bauernbund del Burgraviato, di Daniela Rossi Saretto in rappresentanza del Pd comprensoriale e di Lydia Benedetti del comitato di quartiere del centro storico di Merano- Tutte persone che firmano anche la lettera indirizzata al presidente della Provincia.
Al comitato del Non così non va giù il fatto che oltre ad aver proposto il progetto nei termini in cui è stato presentato, si sia svolta, a suo dire, un’azione di condivisione «pilotata» con assemblee, work shop e presentazioni in consiglio comunale, per far digerire il progetto originale, senza tenere conto dei rilievi che da molte parti sono venuti.
A dire del Comitato, i tecnici non sono stati in grado di fugare i dubbi soprattutto sulla reale consistenza del traffico che si andrebbe a togliere dalla direttrice che scende dalla val Passiria, da Tirolo e da Scena verso la città confluendo tutto su via Cavour e verso il centro cittadino. «Ora esigiamo di essere ascoltati — dicono i promotori — si presenti il progetto nella sua veste definitiva al cospetto dei cittadini di Merano, si solleciti il parere di tutti, se necessario si arrivi ad una consultazione popolare, ma non è possibile decidere sopra la testa della gente, spacciando il processo decisorio come se fosse partecipato. Si sono scelte le persone — criticano ancora — tra le categorie più favorevoli alla proposta provinciale. Un metodo comunicativo millantato come “partecipativo “, ma di fatto orientato esclusivamente alla ricerca del consenso ad un progetto voluto così com’è, dalla Provincia e da pochi interessati tra i comuni di Scena e Merano».