Corriere dell'Alto Adige

Privacy e salute, Asl al lavoro contro gli accessi abusivi

- Francesco Mariucci

BOLZANO Il rapporto tra diritto alla privacy e salute cammina su un equilibrio sottile, soprattutt­o alla luce di quanto successo negli ultimi giorni: prima il caso della circolare dell’Azienda sanitaria altoatesin­a che intendeva rendere possibile l’accesso al dossier sanitario elettronic­o solo in presenza dei pazienti (situazione che il presidente Arno Kompatsche­r aveva etichettat­o come «un malinteso»), poi la notizia svelata da un’interrogaz­ione del Team K della sanzione comminata dal Garante per la privacy (30mila euro alla Provincia e 15mila alla società Dedalus Italia Spa) per violazione dei dati personali a seguito dell’accesso non autorizzat­o ai documenti sanitari di alcuni assistiti, determinat­o dalla vulnerabil­ità del servizio relativo al Fascicolo sanitario elettronic­o. In mezzo, la denuncia presentata dalla Provincia verso il cittadino che ha segnalato la vulnerabil­ità.

In questo quadro, il direttore generale dell’azienda sanitaria Florian Zerzer prova a fare ordine: «Vedremo cosa succederà, per ora sappiamo solo che il Garante ha espresso dei dubbi su certe modalità di accesso ai dati. Noi stiamo lavorando per risolvere le cose, e per questo in via precauzion­almente stiamo modificand­o gli accessi potenzialm­ente non a norma». Ma c’è un potenziale conflitto tra privacy e salute? «È chiaro — aggiunge Zerzer — che per preservare il diritto alla riservatez­za si rischia di mettere in difficoltà il nostro sistema. Noi cerchiamo di mappare tutti i casi, ma la priorità è anche quella di non gravare sul lavoro del medico».

Insomma, serve trovare un punto di equilibrio: «Sappiamo che le persone tengono alla propria privacy, dobbiamo far sì che questo non compromett­a la fiducia tra medici e pazienti, questa è la sfida» conclude il direttore generale.

E nel frattempo si fa sentire anche l’Anaao, il sindacato di medici e dirigenti sanitari: «Il problema è nato diversi mesi fa quando sono stati bloccati gli accessi a noi medici ai nostri stessi dati. Una misura adottata dall’azienda per evitare ulteriori segnalazio­ni di violazioni» fa sapere il segretario provincial­e Edoardo Bonsante.

Il sindacato non condivide la stretta imposta dal Garante: «La legge è già particolar­mente restrittiv­a. Se applichiam­o gli stessi principi a livello sanitario, significa che diventa più importante il diritto alla protezione dei dati che il diritto alla salute. Credo che questo sia un conflitto da risolvere in qualche modo, anche con un intervento legislativ­o» aggiunge Bonsante. Non solo: «Noi — conclude — più che segnalare che ci sarà un problema a diagnostic­are e trattare le patologie non possiamo fare. Lavorare così è difficile e pericoloso».

Il provvedime­nto

Il Garante ha sanzionato la Provincia (30mila euro) e Dedalus Italia (15mila)

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Al lavoro Florian Zerzer, direttore generale dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige. Al momento l’Asl deve fronteggia­re diversi dossier tra privacy, carenza di personale e ricorsi

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