«Per una giustizia a misura di bambino»
Accordo di programma fra Provincia, Azienda sanitaria e autorità giudiziaria
«Una giustizia a misura di bambino», questo l’auspicio della presidente della Prima sezione civile della Corte d’Appello, Anna Maria Creazzo, nell’introdurre l’accordo recentemente sottoscritto fra Autorità giudiziaria, Provincia, Azienda sanitaria e Servizi sociali. L’obiettivo è quello di tutelare al massimo i minori coinvolti nei procedimenti giudiziari, secondo un approccio integrato e multidisciplinare. Ed è proprio alla luce delle modifiche organizzative e giuridiche introdotte dalla Riforma Cartabia che la prima Sezione Civile della Corte d’Appello di Trento ha avviato Tavoli di confronto tra le istituzioni e le professionalità chiamate a intervenire nei procedimenti che riguardano i minori. «Attraverso lo strumento dei tavoli operativi, con questo accordo le istituzioni interessate si impegnano a trovare le modalità più efficaci di collaborazione per far sì che ogni giudice chiamato a decidere della vita di un ragazzo abbia una comprensione approfondita oltre che della sua situazione giuridica, anche di quella psicologica, sociale, emotiva, fisica e cognitiva», spiega Creazzo. Dal canto suo il presidente della Corte d’Appello Eugenio
Gramola sottolinea come la tutela dei minori rivesta un ruolo sempre più importante: «Sono il nostro futuro e se non garantiamo loro la tutela dalla violenza e da altri fattori negativi che possono influire sul loro sviluppo psichico-fisico abbiamo fatto un pessimo lavoro». Dello stesso avviso il presidente della Provincia Maurizio Fugatti: «La protezione dei diritti e del benessere dei nostri giovani è una responsabilità che tutti condividiamo e che richiede un impegno senza riserve da parte delle istituzioni e della società nel suo insieme». Alle parole di Fugatti fanno eco quelle dell’assessore provinciale Mario Tonina: «Il contesto delineato dalla Riforma Cartabia ha messo in luce l’esigenza di assicurare alla Magistratura la collaborazione del sistema dei Servizi territoriali, ma il fine di questo protocollo non è tanto l’individuazione di procedure, quanto la necessità di mettere al centro il minore e la sua tutela, a sostegno di una condizione di benessere e di valorizzazione dei suoi legami familiari».
La Riforma Cartabia però, che dal prossimo 17 ottobre porterà all’istituzione del Tribunale unico per i minorenni e le famiglie, porta con sé anche delle incognite: prima fra tutte quella del personale. «Al momento non abbiamo le risorse per poter affrontare questa riforma — il commento di Giuseppe Spadaro, presidente del Tribunale per i minorenni di Trento — mancano magistrati e personale di cancelleria». Non a caso Spadaro definisce l’accordo «un atto di autodifesa», per poi concludere: «Mi auguro che questa riforma “epocale” non diventi la pietra tombale per la giustizia minorile della famiglia».