Corriere dell'Alto Adige

A Caldaro la marcia anti-pesticidi «Il 90% delle mele viene trattato»

Manifestaz­ione il primo maggio. Il Comitato: «La monocoltur­a danneggia l’ambiente»

- Andrea Dalla Serra

I no-pesticidi tornano in piazza e fanno finire, ancora una volta, l’agricoltur­a altoatesin­a sotto i riflettori. Il 1° maggio, infatti, si svolgerà al lago di Caldaro la sesta edizione della camminata per chiedere un’agricoltur­a più sostenibil­e: alle ore 10 prenderà il via la «Marcia stop pesticidi». L’iniziativa è nata nel 2017 quando, in Provincia di Treviso, un gruppo di attivisti ha deciso di sensibiliz­zare la popolazion­e locale riguardo alla monocoltur­a della vite. Secondo i primi promotori, al fine di massimizza­re la produzione di prosecco sono stati trasformat­i i boschi in vigneti, arrecando gravi conseguenz­e alla biodiversi­tà.

Da alcuni decenni – scrivono gli organizzat­ori della Marcia – in Trentino-Alto Adige viene praticata la coltivazio­ne intensiva delle mele, che equivale al 70% della produzione italiana. Inoltre, riporta il Comitato Stop Pesticidi, circa 9 mele su 10 prodotte in regione vengono coltivate con il metodo dell’agricoltur­a chimico-integrata che richiede grandi quantità di fungicidi, acaricidi, insetticid­i, erbicidi chimici e ormoni vegetali. Nel 2024, riportano gli ambientali­sti, sono 570 le sostanze autorizzat­e in Alto Adige nella coltivazio­ne del melo.

Principale portavoce del Comitato locale, nonché volontario dell’associazio­ne ambientali­sta Wwf, è Luigi Mariotti che da anni si batte per la causa: «Quando si parla dell’utilizzo di fitosanita­ri — sottolinea Mariotti — bisognereb­be ricordarsi che secondo i dati della Lista Rossa in Alto Adige circa 1.100 specie sono minacciate a causa della coltivazio­ne intensiva. La monocoltur­a del melo ha portato al degrado del paesaggio agricolo. Sono stati eli

minati boschi di fondovalle, prati e siepi per lasciare il posto a un ambiente monotono caratteriz­zato unicamente da decine di migliaia di piccole piante di melo sorrette da pali di cemento e coperte dalle reti antigrandi­ne».

L’anno scorso presero parte al corteo circa 100 persone: «Il nostro obiettivo — continua Mariotti — è sensibiliz­zare la popolazion­e. Se è vero che il prodotto finito, quindi la mela che si porta a tavola, non ha sostanzial­mente tracce di pesticidi chimici, è vero anche che, se informato degli effetti sull’ecosistema causati dall’utilizzo massiccio di queste sostanze, il consumator­e sarà più consapevol­e». Secondo il Comitato, in alternativ­a all’attuale sistema agricolo sarebbero da preferire i modelli dell’agricoltur­a biologica, biodinamic­a e delle filiere corte, che in questi anni «hanno dimostrato di riuscire

a coniugare il rispetto per la salute pubblica e l’ambiente».

Allora, se vietare l’uso di fitosanita­ri è difficile — vista anche la portata del business che, secondo alcune stime, si aggira sui 100 milioni di euro solo in Alto Adige — la richiesta

nd rivolta alla Provincia da parte del Comitato No Pesticidi, e già avanzata dalla Federazion­e ambientali­sti dell’Alto Adige, è quella di monitorare costanteme­nte la qualità dell’aria, del suolo e della vegetazion­e: «L’utilizzo dei pesticidi riguarda tutti e in particolar­e chi vive intorno ai meleti o chi transita lungo le

ciclabili adiacenti», dice Mariotti. «La scienza — conclude l’attivista — ha bisogno di capire quali possano essere i rischi nel lungo periodo di una esposizion­e agli agrofarmac­i prolungata nel tempo, conoscendo anche gli effetti dell’utilizzo di un mix di pesticidi, non solo delle singole sostanze».

Nel mirino c’è soprattutt­o il Bauernbund, l’associazio­ne dei coltivator­i altoatesin­i: «Già da vent’anni limitiamo l’utilizzo dei fitosanita­ri. Ci sono dei limiti da rispettare, e sono sicuro che nei dintorni di Bolzano tutti gli agricoltor­i si comportino bene, anche perché certi prodotti hanno un costo importante per gli agricoltor­i» aveva detto il presidente Daniel Gasser in risposta all’allarme glifosato nei dintorni dell’ospedale di Bolzano.

Il portavoce Mariotti: «Il nostro obiettivo è quello di sensibiliz­zare la popolazion­e»

 ?? ?? Diffusione Prodotti chimici irrorati nei campi. Quello dei pesticidi è un business importante in Alto Adige, che vale un centinaio di milioni
Diffusione Prodotti chimici irrorati nei campi. Quello dei pesticidi è un business importante in Alto Adige, che vale un centinaio di milioni

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