Corriere dello Sport (Campania)
DE LAURENTIIS Durissimo attacco a De Magistris
Bufera San Paolo, il presidente accusa il Sindaco: «Si è rimangiato l’accordo. Lo stadio è un... cesso»
All'ultimo stadio. Nervi: tesi. Voce: stizzita. E tempi ora stretti, strettissimi. Per legge, buon senso e volontà. «Se non mi firmano la Convenzione ponte entro il 31 ottobre, trovo un terreno e costruisco lo stadio altrove». E i toni erano ancor più duri delle parole. De Laurentiis non ci sta e sbotta, e a Radio Kiss Liss ha urlato la sua rabbia. La questione è quella di sempre, e proprio quello è il problema: sono tutti stanchi. Il Napoli, il Comune e la città. Nessuno ne può più di una struttura fatiscente e insicura. Scadenze, intenzioni e vincoli, i progetti, e poi le liti, (mal)umori ballerini e problemi continui. «Basta, così è troppo».
E allora i fatti innanzitutto. La sintesi. Ieri è scaduta la convenzione d'uso dello stadio, e la discussione in Consi- glio Comunale per l'approvazione del documento di proroga (funzionale a dare continuità al progetto del Napoli di ristrutturazione dell'impianto) è stata rinviata al 7 ottobre per mancanza del numero minimo di consiglieri (25). Così, tecnicamente. Poi la politica. Le strategie. Messaggi chiari e reciproci. Il Sindaco De Magi- stris l'ha ribadito ancora: «Venti milioni per rifare il San Paolo sono pochi. Non sta né in cielo né in terra che si conceda l'impianto per una vita (99 anni, ndr) a tali cifre. Con venti milioni non si può realizzare un progetto adeguato a quelle che sono le necessità e le aspettative della città. Napoli merita di più. Serve serietà, siamo alla svolta. Vogliamo e dobbiamo capire se abbiamo tutti le stesse intenzioni. Tirare troppo la corda non si può. Ci sono fibrillazioni continue. E gli input che arrivano dal Prefetto e dall'Osservatorio non possono essere trascurati. Non si pensi di poter prolungare ancora la questione fino al termine del mio mandato. Ho preso impegni precisi con i cittadini. Se entro il 2015 la faccenda non si risolve, vorrà dire che lo stadio ce lo faremo da soli». Con i soldi pubblici. E qui l'ira di De Laurentiis. La risposta veemente. Tutta d'un fia- to. «Sono basito, non capisco De Magistris: si è rimangiato l'accordo siglato a cena a casa mia a gennaio scorso. Quella sera, quando gli ho prospettato l'investimento, gli brillavano gli occhi: ora non capisco. Ci sono venti milioni pronti, e volevo anche riqualificare l'area di Piazzale Tecchio. Ero disposto ad un investimento importante, con la costruzione di un centro commerciale. Sono stanco. Mi vergogno di avere uno stadio così e me ne scuso con i tifosi. L'altra sera c'era Andrea Agnelli, e così come quando giochiamo in Europa, è stato imbarazzante. Che volete dica ai nostri ospiti: 'sai, gestisce tutto il Comune e noi ne usufruiamo soltanto per poche ore...'. Sono stufo. Il San Paolo è un cesso. E' soltanto grazie alle vibrazioni che provoca a me e ai napoletani che sono riuscito ad andare avanti, pagando anche più di quel che avrei dovuto. E non lo dico io, bensì il Coni. Che ne ha stimato il canone giusto. Dovrebbero darmelo gratis. Mi fanno passare la voglia: altro che mercato di gennaio, qui ci sarebbe da vendere tutti».
L'amarezza diventa evidentemente una lucida provocazione. Come la prospettiva di una decisione forte. «Giuro che se non mi prolungano la convenzione, blocco tutto e vado a costruire lo stadio altrove. Con l'Architetto Zavanelli abbiamo idee e progetti da sviluppare. E se non sarà possibile a Fuorigrotta, con enorme dolore, sarò costretto a trovare un'altra area, individuando nuovi terreni in zone diverse. Non è complicato, credetemi: mi basta fare un fischio». Per l'accordo col Sindaco, invece, sembra un po' più complicato. E comunque, meglio parlarsi. «Sono pronto a un faccia a faccia». Alla prossima puntata.
Convenzione, tutto rinviato al 7 ottobre De Magistris: «Venti milioni per rifare l’impianto? Pochi»
Un tifoso del Legia Varsavia è entrato indisturbato allo stadio San Paolo di Napoli e lo ha imbrattato con scritte e croci celtiche (come si vede nelle due foto che vi proponiamo). Il video è stato poi messo su Youtube
Furia De Laurentiis «A casa mia aveva detto sì al progetto Sono stufo, ne faccio uno altrove»