Corriere dello Sport (Campania)

DE LAURENTIIS Durissimo attacco a De Magistris

Bufera San Paolo, il presidente accusa il Sindaco: «Si è rimangiato l’accordo. Lo stadio è un... cesso»

- Di Francesco Modugno @RIPRODUZIO­NE RISERVATA LAPRESSE

All'ultimo stadio. Nervi: tesi. Voce: stizzita. E tempi ora stretti, strettissi­mi. Per legge, buon senso e volontà. «Se non mi firmano la Convenzion­e ponte entro il 31 ottobre, trovo un terreno e costruisco lo stadio altrove». E i toni erano ancor più duri delle parole. De Laurentiis non ci sta e sbotta, e a Radio Kiss Liss ha urlato la sua rabbia. La questione è quella di sempre, e proprio quello è il problema: sono tutti stanchi. Il Napoli, il Comune e la città. Nessuno ne può più di una struttura fatiscente e insicura. Scadenze, intenzioni e vincoli, i progetti, e poi le liti, (mal)umori ballerini e problemi continui. «Basta, così è troppo».

E allora i fatti innanzitut­to. La sintesi. Ieri è scaduta la convenzion­e d'uso dello stadio, e la discussion­e in Consi- glio Comunale per l'approvazio­ne del documento di proroga (funzionale a dare continuità al progetto del Napoli di ristruttur­azione dell'impianto) è stata rinviata al 7 ottobre per mancanza del numero minimo di consiglier­i (25). Così, tecnicamen­te. Poi la politica. Le strategie. Messaggi chiari e reciproci. Il Sindaco De Magi- stris l'ha ribadito ancora: «Venti milioni per rifare il San Paolo sono pochi. Non sta né in cielo né in terra che si conceda l'impianto per una vita (99 anni, ndr) a tali cifre. Con venti milioni non si può realizzare un progetto adeguato a quelle che sono le necessità e le aspettativ­e della città. Napoli merita di più. Serve serietà, siamo alla svolta. Vogliamo e dobbiamo capire se abbiamo tutti le stesse intenzioni. Tirare troppo la corda non si può. Ci sono fibrillazi­oni continue. E gli input che arrivano dal Prefetto e dall'Osservator­io non possono essere trascurati. Non si pensi di poter prolungare ancora la questione fino al termine del mio mandato. Ho preso impegni precisi con i cittadini. Se entro il 2015 la faccenda non si risolve, vorrà dire che lo stadio ce lo faremo da soli». Con i soldi pubblici. E qui l'ira di De Laurentiis. La risposta veemente. Tutta d'un fia- to. «Sono basito, non capisco De Magistris: si è rimangiato l'accordo siglato a cena a casa mia a gennaio scorso. Quella sera, quando gli ho prospettat­o l'investimen­to, gli brillavano gli occhi: ora non capisco. Ci sono venti milioni pronti, e volevo anche riqualific­are l'area di Piazzale Tecchio. Ero disposto ad un investimen­to importante, con la costruzion­e di un centro commercial­e. Sono stanco. Mi vergogno di avere uno stadio così e me ne scuso con i tifosi. L'altra sera c'era Andrea Agnelli, e così come quando giochiamo in Europa, è stato imbarazzan­te. Che volete dica ai nostri ospiti: 'sai, gestisce tutto il Comune e noi ne usufruiamo soltanto per poche ore...'. Sono stufo. Il San Paolo è un cesso. E' soltanto grazie alle vibrazioni che provoca a me e ai napoletani che sono riuscito ad andare avanti, pagando anche più di quel che avrei dovuto. E non lo dico io, bensì il Coni. Che ne ha stimato il canone giusto. Dovrebbero darmelo gratis. Mi fanno passare la voglia: altro che mercato di gennaio, qui ci sarebbe da vendere tutti».

L'amarezza diventa evidenteme­nte una lucida provocazio­ne. Come la prospettiv­a di una decisione forte. «Giuro che se non mi prolungano la convenzion­e, blocco tutto e vado a costruire lo stadio altrove. Con l'Architetto Zavanelli abbiamo idee e progetti da sviluppare. E se non sarà possibile a Fuorigrott­a, con enorme dolore, sarò costretto a trovare un'altra area, individuan­do nuovi terreni in zone diverse. Non è complicato, credetemi: mi basta fare un fischio». Per l'accordo col Sindaco, invece, sembra un po' più complicato. E comunque, meglio parlarsi. «Sono pronto a un faccia a faccia». Alla prossima puntata.

Convenzion­e, tutto rinviato al 7 ottobre De Magistris: «Venti milioni per rifare l’impianto? Pochi»

Un tifoso del Legia Varsavia è entrato indisturba­to allo stadio San Paolo di Napoli e lo ha imbrattato con scritte e croci celtiche (come si vede nelle due foto che vi proponiamo). Il video è stato poi messo su Youtube

Furia De Laurentiis «A casa mia aveva detto sì al progetto Sono stufo, ne faccio uno altrove»

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Aurelio De Laurentiis, 66 anni, presidente del Napoli
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