Corriere dello Sport (Campania)

FELIPE «Non avete visto ancora il meglio»

Il gioiello brasiliano: «Il passato non mi basta La responsabi­lità non mi pesa: punto al top»

- Di Daniele Rindone ©RIPRODUZIO­NE RISERVATA LAPRESSE

In Europa League vuole essere da Champions: «L’anno scorso è passato, è stato bello, ma l’ho già dimenticat­o. So che posso ripetermi e fare meglio, devo lavorare per riuscirci. Non posso accontenta­rmi, voglio continuare a crescere». Chi s’accontenta non è Felipe. Ancora di più, ancora più su, così si vede. Ha ripreso coraggio, ha ripreso vigore, sa di poter fare meglio, deve solo volerlo per riuscirci: «Io il migliore della Lazio? No, quando ho fatto benissimo la squadra girava benissimo, i gol li segnavano tutti, non solo Felipe Anderson. Mi sento importante, questo sì. Quando sto bene posso fare la differenza. Ma sono uguale agli altri, devo correre e lavorare per la squadra. La responsabi­lità non è mai stata un peso, anche se ne ho un po’ di più».

LE DIFFERENZE. L’hanno studiato, sanno come stanarlo. Felipe sta lavorando per tornare im- prevedibil­e variando la giocata: «Quando l’avversario ti conosce è più difficile affrontarl­o, ogni partita è diversa e bisogna fare cose diverse. Se sono chiuso devo pensare al passaggio altrimenti devo puntare l’uomo, devo fare le scelte giuste al momento giusto, solo così posso ripetermi». E’ partito male, s’è ripreso dopo il gol al Genoa, che liberazion­e: «All’inizio ho fatto un po’ fatica, sono arrivato più tardi in gruppo, adesso sto trovando continuità, miglioro dopo ogni allenament­o e dopo ogni partita. Mi sento benissimo fisicament­e, piano piano arriverò al top». All’Olimpico, in Europa League, la sua ultima volta risale al febbraio 2014, al rigore sbagliato contro il Ludogorets. Quel giorno sprofondò in un incubo, rischiò di perdersi, pensò di andare via. E’ cambiato tutto per genesi tecnica e sviluppo ciclonico della sua carriera. Sognava la Champions, deve accontenta­rsi (6 presenze e 1 gol in Europa League): «C’è sempre emozione quando affronti squadre di altri Paesi. L’Europa League può darci una soddisfazi­one in più, vogliamo fare benissimo così come in campionato, l’obiettivo è restare lassù in classifica». Ha imparato dagli errori, ogni caduta gli è servita per interrogar­si e capirsi: «Sono giovane, ho imparato tanto l’anno scorso, quando stavo bene ho capito cosa dovevo fare. Il gol segnato al Genoa mi ha permesso di ritrovare tanta fiducia, sono contento, la tranquilli­tà mi aiuta a centrare le giocate più difficili». Per sentirsi il vero Felipe ha bisogno di essere felice, gioca con lo spirito: «Devo continuare a lavorare per la squadra, di certo quando riescono i colpi individual­i si è contenti. Parlo sem- pre col mister, lavoro per essere al 100%». L’abbraccio con Pioli, dopo il gol al Genoa, è stato dovuto: «Mi è tornato in mente l’abbraccio di Napoli, quella volta ero un po’ in difficoltà. A fine gara mi raggiunse Pioli, mi abbracciò, mi diede forza. Il gol col Genoa mi ha fatto provare una goia immensa, stavolta sono andato io ad abbracciar­lo per ringraziar­lo, mi dà aiuto e fiducia». Ha da sempre un fratellino, è Keita, gli piace in versione centravant­i. Sono pronti insieme: «Keita ha imparato anche a giocare davanti, è più veloce e intenso, si sta abituando al ruolo, quando c’è lui non cambia tanto».

«Europa e scudetto la mia Lazio vuole il massimo. Keita ha più intensità Pioli mi aiuta tanto»

LE CRITICHE. Felipe s’era abbattuto di nuovo. S’è rialzato un’altra volta: «Le critiche? Nel calcio è normale, quando ci sono grandi attese e vengono disattese si sentono. Se fai male ti criticano, se fai benissimo il giorno dopo sei il migliore. Io non penso a queste cose». Pensa all’Europa, da grande. In 67 partite, il brasiliano ha segnato 13 reti: 11 in campionato, una in Coppa Italia e una in Europa League

 ??  ?? Felipe Anderson, 22 anni, alla Lazio dal 9 luglio 2013
Felipe Anderson, 22 anni, alla Lazio dal 9 luglio 2013

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy