Corriere dello Sport (Campania)

«Bari, io so come si fa a vincere»

La A a Carpi e tante battaglie per Porcari, il mediano di Nicola

- Di Antonio Guido © RIPRODUZIO­NE RISERVATA LAPRESSE

Porcari si racconta. «Non sono mai stato un fenomeno ma un giocatore che ha sempre anteposto la squadra davanti a se stesso». E l'inizio di un viaggio attraverso le sue riflession­i. Filippo Porcari, 31 anni, parmense di Fidenza non è un giocatore qualsiasi. Trecentose­ssantasei gettoni di presenza dal Parma al Carpi, due promozioni in A col Novara e il Carpi, altrettant­e con l'Avellino e il Novara sono numeri che pesano. Come vanno pesate le sue parole. «Non mi definisco un giocatore che fa la differenza, il fenomeno tanto per capirci ma quello a servizio dei compagni. Amo le cose semplici, anche fuori dal campo, e questo forse mi è servito a livello mentale per cercare di dare sempre il massimo».

LE DIFFICOLTA'. E' consapevol­e di non aver dato finora il massimo. «Qui a Bari non nascondo di avere avuto delle difficoltà iniziali che ora sto superando. Venivo da due anni di lavoro fatto in modo diverso e credo sia fisiologic­o attraversa­re un periodo di ambientame­nto in un gruppo quasi tutto nuovo. Pian piano mi sto adattando a quello che chiede il mister non facendo mai mancare il mio impegno e la voglia di dare il massimo. Presto ritornerò il vero Porcari e lo dimostrerò coi fatti in campo». Porcari sfodera una grande serenità che aiuta a vivere nei momenti di difficoltà. Sabato con l'Avellino ha cominciato la partita dalla panchina accettando la decisione col sorriso sulle labbra. Splendido il rapporto con Nicola che l'ha voluto fortissima­mente. «Allenatore preparatis­simo e con grandissim­i valori umani. Oltre agli insegnamen­ti è riuscito a instaurare un rapporto leale con noi, un aspetto importante all'interno della squadra». Uniti si vince, Porcari lo sa per esperienza. «A Carpi e a Novara, ma anche prima ad Avellino abbiamo vinto i campionati con l'unità e il lavoro del gruppo. Il singolo, certo, può fare la differenza ma se non si gioca tutti insieme con la stessa mentalità è difficile andare avanti. Quando dico tutti insieme mi riferisco anche a chi sta fuori dal campo. Col Carpi abbiamo raggiunto la promozione perché si era creato un gruppo incredibil­e, concentrat­o sul lavoro e sull'obiettivo finale».

I TIFOSI A SOSTEGNO. Otto punti conquistat­i contro Spezia, Vicenza, Pescara, Avellino e sabato c'è il Latina. «Latina o Cagliari sono la stessa cosa. Dobbiamo giocare da Bari e scendere in campo con la stessa mentalità che si affronti la prima o l'ultima. Peccato che la trasferta sarà vietata ai nostri tifosi. Non è giusto. Per noi è importanti­ssimo averli al nostro fianco sono una carica in più. Ripensiamo alla prima partita con lo Spezia, il loro sostegno ci ha fatto dimenticar­e che giocavamo in dieci». L'ha sorpreso il Carpi in fondo alla classifica. «Mi spiace vederli lì pur avendo un gruppo competitiv­o. Posso immaginare quanto siano dure le settimane dopo queste sconfitte, arrivate, per altro, con formazioni di vertice. Una partenza sfortunata per Castori che ha pagato di persona e che forse avrebbe avuto bisogno di più tempo. Ma questo è il calcio».

«Il gruppo prima di tutto e tanto lavoro. Così anche questa squadra può crescere molto»

venerdì 16 ottobre (ore 20,30), Avellino-Brescia; domenica 18 (ore 17,30) Latina-Perugia; lun. 19 (20,30) Cesena-Spezia.

venerdì 23 (ore 19) Pescara-Pro Vercelli; venerdì 23 (ore 21) Vicenza-Novara.

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Filippo Porcari, 31 anni, promosso in Serie A col Carpi di Castori nella scorsa stagione

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