Corriere dello Sport (Campania)
Pennetta: «Ok, è finita il tennis mi mancherà»
L'ultimo rovescio in rete a Singapore - che ironia, pensando che è stato il colpo su cui ha costruito una carriera meravigliosa... - poi l'abbraccio con Maria Sharapova e la fuga precipitosa negli spogliatoi, con l'addetto della Wta che la implorava di fermarsi per una piccola cerimonia, il mazzo di fiori già pronto. «No, no», ripeteva Flavia Pennetta. Non ora, non qui. Addio, proibito piangere: anche se questo probabilmente sarà ricordato come il suo ultimo match da professionista, per i saluti ci sarà tempo.
PAROLE E LACRIME. «La verità è che in campo stavo per scoppiare in lacrime - ammette ma odio i drammi, non voglio farne neppure in questo momento. In ogni caso ringrazio tutti, dal pubblico al circuito, per l'affetto che mi è stato dimostrato in questi anni. E complimenti a Maria per la vittoria e per la qualificazione».
E dire che Flavia ieri sarebbe bastato vincere un set contro la n.4 del mondo per passare alle semifinali del Masters e aggiungere l'ennesima prima volta al suo album da pioniera: prima italiana nella top-ten, prima a diventare n.1 di doppio, prima a vincere agli Us Open. Masha si sarebbe qualificata come n.1 nel girone, ma stavolta la parola "biscotto" l'hanno pronunciata solo i malignetti, non certo le due fuoriclasse scese in campo. A vincere quel benedetto primo set c'è anche arrivata vicina, sul 3-1 e palla del doppio break nel primo, poi sul 4-2. Da lì in poi però la Sharapova ha iniziato a giocare un tennis stellare persino per i suoi livelli. Sette ace, il 67 per cento di prime palle, la solita personalità granitica e in più una varietà di colpi inedita persino per lei. «Non ricordo di averla mai vista giocare e servire così bene», sostiene Flavia. «Nel secondo set è stata perfetta. Le riusciva tutto, anche i dropshot e le volée».
EPILOGO. A tentare di qualificarsi per il Masters Flavia aveva rinunciato anni fa, sconvolta per la notizia dell'amico Federico Liuzzi. Una semifinale da Maestra stavolta sarebbe stata la ciliegina sulla torta di un carriera magnifica decorata da 11 titoli Wta, 1 Us Open, 4 Fed Cup, un Masters, gli Australian Open e il n.1 in doppio, il n.6 in singolare. Una carriera spezzata e rimessa insieme almeno tre volte, fra l'anno di stop per il tifo e le operazioni al polso, con grinta da guerriera.
«E' la cosa che mi rende più orgogliosa. Ho avuto tanti infortuni e ho dovuto ricominciare da zero, penso sia una cosa molto importante. Oggi mi sentivo normale, se avessi vinto un set avrei rigiocato sabato, solo sul match point mi sono detta: ok, è finita. Giocare la mia ultima partita contro una campionessa come Maria è stato un gran bel modo di dire addio al tennis. Mi mancheranno le altre giocatrici, che in un certo senso sono state la mia famiglia in questi anni, e mi mancherà la competizione: quando entri in campo, specie su un centrale, l'emozione è davvero speciale. Non credo che proverò mai più qualcosa del genere. Però sono contenta di ricominciare un'altra parte della mia vita».
Accanto a Fabio Fognini, che ieri - forse emozionato anche lui - a Valencia ha perso contro Mischa Zverev, e con cui si sposerà a giugno. L'addio del cuore Flavia ha sempre detto che le piacerebbe darlo a Roma, il torneo che ha sempre sognato di vincere. «Ma solo per salutare, non per giocare», tiene a precisare. Il presidente del Coni Malagò e quello della Fit Binaghi sperano di farle cambiare idea. Dal ranking - dove oggi è n.7 - non uscirà: ha la classifica per partecipare ai Giochi di Rio, le basterebbe avviare l'Itf tre mesi prima per sottoporsi all'antidoping. Intanto fra poche settimane si concederà una vacanza in India, per le ricche esibizioni della IPTL. Chissà. Dice di aver raggiunto il Nirvana tennistico, ma forse, nel paese di Siddartha, Flavia l'iilluminata potrebbe decidere di avere ancora un avatar da spendere. Flavia PENNETTA è nata a Brindisi il 25 febbraio 1982. Nella sua straordinaria carriera ha vinto un torneo del Grand Slam (US Open 2015) e altri dieci tornei della WTA, tra cui Los Angeles 2009 e il Wta Premier di Indian Wells 2014. In doppio conta 17 vittorie, tra cui gli Australian Open 2011 e il Masters 2010 in coppia con l’argentina Dulko. Prima italiana ad entrare nella Top 10 (17 agosto 2009), è attualmente n.8 mondiale dopo essere stata anche n.6 (il 28 settembre 2015), oltre a n.1 in doppio. In maglia azzurra ha vinto quattro edizioni della Fed Cup (2006, 2009, 2010, 2013). E’ fidanzata con Fabio Fognini. MASTERS WTA (cemento, 7.000.000 $) Gruppo Rosso: ieri A. Radwanska (Pol) b. Halep (Rom) 7-6(5) 6-1, Sharapova (Rus) b. PENNETTA 7-5 6-1. Classifica: Sharapova 3-0; A. Radwanska 1-2 (3 set vinti-4 persi); PENNETTA 1-2 (2-4); Halep 1-2 (2-4). Gruppo Blu: oggi ore 7 Muguruza c. Kvitova, a seguire Kerber c. Safarova. Classifica: Muguruza 2-0 (4-0); Kerber 1-1 (2-2); Kvitova 1-1 (2-2); Safarova 0-2 (0-4). Semifinali: domani ore 8 e 11.30. Finale: domenica ore 11.30. Tv: tutte le partite in diretta su SuperTennis. ATP - Valencia (cemento, 604.155 euro) Ottavi: Zverev (Ger) b. FOGNINI (4) 6-2 7-6(3). Serena Williams incinta e pronta a dire addio al tennis? Il gossip impera, ieri però è arrivata una smentita indiretta da parte di Serena, che in un post su Istagram ha ricordato i vent’anni esatti trascorsi dal suo primo match da pro’. «Non potevo prevedere che avrei vinto 21 titoli dello Slam e sarei stata ancora n.1 del mondo vent’anni dopo – scrive la Williams - ma sapevo che non avrei mai mollato (Oh, fra l’altro, sono ancora in corsa)». Anche la conferma della sua esibizione con l’amica del cuore Wozniacki l’8 marzo a New York sembra suggerire che per ora Serena pensi soprattutto a partorire... vittorie.
Con la Sharapova non è riuscita a vincere il set per la semifinale. A Roma «Solo per salutare»