Corriere dello Sport (Campania)
Nuovo stadio se ne riparla a Natale...
Il piano di fattibilità per il S.Paolo dovrà essere variato in 45 giorni
Fattibile o non fattibile? Resta ancora questo il dilemma. I due "De" contendenti (sindaco e presidente) come gli estremi di un elastico che a tratti si tende, rischiando quasi la lacerazione, salvo poi riavvicinarsi. Addirittura toccandosi. La cosa va così da tempo: con scaramucce, prese di posizione, marce a ritroso, riallineamenti e divergenze all'apparenza incolmabili. Tutto gira intorno al San Paolo, naturalmente, con la voglia, il desiderio e la sempre più incalzante necessità di adeguarlo al rango del club azzurro. Ma soprattutto di riportarlo a nuova vita, provando anche ad andare oltre la pura rianimazione. E' un continuo tessere e disfare la tela, perché poi intenzioni e proposte vanno continuamente ad infrangersi su barriere burocratiche nonché politiche (quasi sempre coincidenti). Come quelle derivanti dai continui rinvii in giunta, dove succede spesso che, per dirla col proverbio, "troppi galli a cantar e non fa mai giorno". Lo scontro s'è spostato dunque sulla fattibilità del progetto dopo aver superato, non senza fatica, lo scoglio della convenzioneponte (per la durata della stagione corrente e della prossima).
TUTTO DA RIFARE. E allora, fattibile o non fattibile? Inoltre, il progetto può essere d'interesse pubblico? Così com'è il dilemma, pardon la proposta, non va. Più che bocciata completamente, è stata rimandata a 45 giorni. Non s'è ravvisato l'interesse pubblico ed il progetto è ovviamente da riformulare, a seguito dell'approvazione di un'apposita delibera da parte della Giunta. Va dunque ripresentato lo studio di fattibilità, provando sostanzialmente ad incrementare l'impegno economico da parte della SSC Napoli, correggendo al contempo il tiro su alcuni punti riguardanti il restyling dell'impianto con tutti gli annessi e connessi. «La nostra intenzione è di andare verso la direzione di un accordo» ha confermato De Magistris a radio Kiss Kiss Napoli, facendo intendere che restano diversi punti da riscrivere (entro appunto 45 giorni da parte della Filmauro srl, che ha presentato lo studio ) "per arrivare ad una proposta rispondente in maggior misura all'interesse della città e dei tifosi".
PUNTI DOLENTI. Se non proprio tutto da rifare, almeno in larga parte. Visto che le risorse economiche destinate alla riqualificazione dell'impianto sono state giudicate non all'altezza (circa 14 milioni per interventi di manutenzione, di rifacimento e riduzione della capienza da 60.240 a 41mila posti). Si legge infatti nella delibera che la limitazione dei posti, anche se derivante da studi di mercato legittimi, taglierebbe fuori la parte più popolare della tifoseria, soprattutto per le partite di cartello, le più sentite. Nemmeno l'ipotesi di una lunga concessione dello stadio alla società (per 99 anni) ha convinto: non sarebbe plausibile a canone zero e con i soli interventi contenuti nella proposta esaminata e rigettata. Per contro, per ottemperare alle azioni più urgenti e ormai sempre più improcrastinabili (impianti tecnologici, bagni, sediolini), il Comune sta percorrendo la strada del Credito Sportivo: una quindicina di milioni la richiesta di finanziamento, al fine di mettere mano celermente, prima che la situazione, già pesante, diventi davvero insostenibile. E dunque, in attesa di nuove repliche e controrepliche (dopo la seduta di ieri), appuntamento fra un mese e mezzo per una nuova proposta. Per la nuova ennesima puntata, alla vigilia di Natale. Chissà cosa ci regalerà allora questa vicenda fondamentale per capire il futuro di Napoli e del Napoli.
Il Comune chiede al club più risorse più capienza, meno anni di concessione Ora primi interventi