Corriere dello Sport (Campania)

HIGUAIN il Migliore vuole un otto per tutti

Sarri a Genova con la squadra tipo, guidata dal bomber in stato di grazia, a caccia dell’ottava vittoria di seguito

- di Francesco Modugno

Come bravi scolaretti alle elementari. Finisce la lezione, urla di gioia e via di corsa a giocare. E' così che va anche a Castel Volturno. Bambini infiniti gli azzurri, con la passione che ferma il tempo. E allora una mezzoretta (ma neanche) in sala video, una ventina di clips da analizzare e poi dritti in campo, felici, allegri, con la teoria che può finalmente diventare pratica. Gli avversari, i movimenti e le loro caratteris­tiche. Punti deboli e tutto quel che c'è da sapere e temere. Preparati, pare. Con Sarri che è lì, in tuta, maestro inflessibi­le e bonariamen­te ossessivo, perché instancabi­le: anche nel giorno di riposo (giovedì), è rimasto là, a casa, in salotto, a divorarsi quattro partite del Genoa; lui, il cane nei paraggi e il telecomand­o del dvd in fumo come le sigarette. Sei ore e più di analisi. Play, pause e rewind con immagini viste e riviste, incollato alla tv, concentrat­o, attento per non perdersi niente, e guardare quel che non tutti vedono, facendo dei dubbi le sue certezze, e trasferirl­e poi in campo ai giocatori, i soggetti animati di un software che ha in testa. Così è, così spera, così vuole anche a Marassi: la sesta vittoria di fila, l'ottava consideran­do l'Europa League, l'ennesima prestazion­e di una squadra che ha un'identità, ha idee e ormai anche uomini ben definiti. I titolariss­imi. Lo zoccolo duro di un Napoli tosto: sempre uguale a se stesso pure quando cambia. Ieri allenament­o di pomeriggio. Intensità e ritmi alti. Come quelle voci del campo che si sentono lontano, sottofondo di una partitina a campo ridotto tirata e incerta, finita solo perché quasi s'era fatto buio. E mamma chiamava. Gol, giocate, prime pettorine e anche qualche indizio di formazione. Però da confermare. Il solito Napoli, pare. Solito davvero. Il modulo, innanzitut­to: 4-3-3, la piacevole e redditizia convergenz­a di vedute ed esigenze; la scelta convinta di Sarri, l'interprete originale di riflession­i condivise da squadra e società. Così è stato dal Bruge in poi e così si va ora avanti. Ma a tutta, anche a Marassi. L'assetto c'è, le scelte quasi. L'undici base che un po' è una filastrocc­a. Sensazioni, per ora. Sussurri aspettando la rifinitura di oggi pomeriggio, la lista dei convocati e il volo per Genova. E però loro, anzi da loro si (ri)parte. Reina tra i pali, Koulybaly e Albiol centrali, Hysaj a destra e Ghoulam stakanovis­ta a sinistra. I quattro della linea sempre alta e aggressiva, promossa pure dal drone. Un blocco che è ormai cemento. E che tiene. E può ancora tenere almeno un'altra partita. Fiato e testa. Con Midtjyllan­d la rivoluzion­e, ora no. Giocano i "migliori". Sarri punta sui "suoi". Undici o quasi tutti individuat­i. Jorginho è la regia in mezzo al campo: 156 i palloni toccati contro il Palermo; e 143 giocati anche di precisione. Una calamità. Nessuno come lui in tutta la serie A. Jorginho top vero per distacco. Il secondo nell'ultimo turno di serie A è 50 e più tocchi dietro. Da Vecino a Naingollan. E allora Jorginho centrale nei tre. Allan riposato e tonico di fianco a destra e Hamsik opposto, mezzo sinistro di qualità ed equilibrio, libero di buttarsi negli spazi e far gol: già cinque quelli al Genoa in carriera. Il bomber di scorta. L'uomo in più di un attacco da assalto. Bello da vedere, forte e abbondante. Higuain però c'è. Sicuro. Centravant­i, leader intoccabil­e, ormai si è anche sbloccato in trasferta. E' carico e deciso. E il fratello Nicolas a radio Kiss Kiss sogna possa essere lui l'uomo dello scudetto. "Sta bene con Sarri, è in una grande squadra: adesso non ne vedo di migliori". Una Pipita d'oro splendente. Più di tutti. Più di quel Callejon invece stanco e opaco, e però importante. L'equilibrat­ore del tridente. L'ago di una bilancia che a sinistra pende un po' per Insigne. La qualità del Napoli è sul piatto. E pesa.

Il fratello del Pipita: «Gonzalo sta bene col tecnico, gioca in un grande club: è il massimo»

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ANSA Gonzalo Higuain, 27 anni, e Lorenzo Insigne, 24.

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