Corriere dello Sport (Campania)
I TRE CASI Vi è già passato il mal di pancia?
Insigne, Mertens e Gabbiadini: l’insofferenza mostrata dopo il Palermo è in archivio. La parola torna al campo
Dolcetto, scherzetto: s’usa così, adesso, e capitano a proposito le zucche di Halloween per sdrammatizzarci su, per sorridere abbondantemente di ciò ch’è stato, d’una serata di apparente follia che ha rischiato di rovinare la festa con il Palermo. In fin dei conti, diventano dettagli assai marginali, però Genova per loro, per Gabbiadini, Insigne e Mertens (in ordine alfabetico, non s’arrabbi nessuno), è l’occasione per lanciare una secchiata d’acqua sul fuocherello che si è acceso al San Paolo mercoledì sera e che Sarri aveva spento a modo suo: il bastoncino in una mano, la carota nell’altra ed in vernacolo una «labbrata» pronta per farli imbestialire positivamente.
E UNO... Poi si sa, anche le formiche, nel loro piccolo, si inc..., si infuriano, e Lorenzino Insigne ha preso a prestito lo slogan, se lo è portato a spasso un po’ per il campo, dimenticando che ormai c’è un Grande Fratello che tutto osserva e tutto amplifica, soprattutto ciò che si dice, o quel che si fa: un’onda anomala e si è ritrovato travolto da questa bufera in un bicchiere d’acqua. Per ricomporre la faccenda, gli è bastato ripresentarsi a Castel Volturno con le pizzette: un modo chiarissimo per scusarsi a bassa voce. Si riparte da Marassi, dove Insigne ha segnato il suo primo gol in trasferta con la maglia del Napoli: dolcetto...
E DUE... Ci vorrebbe uno psicologo per intrufolarsi invece nel tormento di Mertens, o invece potrebbe spiegarlo da solo: ma è vicenda largamente archiviata e resterà un dubbio (relativo) scoprire se al belga non va giù essere considerato il primo cambio, dunque un panchinaro, o se invece gli è risultata indigesta la reazione di Insigne all’uscita dal campo. Scherzetto.
E TRE... Gabbiadini invece tace di suo, è poco propenso a sbilanciarsi, pure nelle circostanze ufficiali usa il contaparole: in compenso, quando va in campo segna. E quando non è possibile, si prende i complimenti di Sarri, che vorrebbe regalargli qualche minuto in più. In compenso parla o ritwitta ciò che dicono i fans dell’attaccante il suo procuratore, che nell’estate scorsa aveva già aperto un caso e che mercoledì, dopo il 2-0 sul Palermo, ha condiviso il cinguettio di un sostenitore del centravanti inviato all’universo intero, compreso quello mediatico. Scherzetto e dolcetto.
SERENITA’. Marassi, dunque Genova, quindi gara complicata, contro un’avversaria che sa sempre come replicare dal punto di vista tecnico: il Napoli ci arriva dopo aver rimosso le sue tre spine nel fianco d’una nottata nella quale aveva appena dato dimostrazione autorevole del proprio calcio. Si ricomincia da dove s’è finito, però tecnicamente e tatticamente, con le gerarchie accertate in questo bimestre e certificate dalle formazioni ma anche dagli avvicendamenti (suggeriti dalle partite) a cui Sarri ha fatto ricorso: Insigne sta a sinistra e il suo omologo è Mertens, che con lo scugnizzo ha condiviso solo la parte iniziale della sfida al Carpi; Gabbiadini si accomoda in panchina: è il viceHiguain nell’idea di calcio di Sarri, che però ha provato anche a spostarlo a destra, un po’ nel tridente, un po’ nel 4-2-3-1. Un po’: perché in campo ne vanno sempre undici. Pure ad Halloween...
Insigne, le scuse con... le pizzette Oggi a Marassi, dove segnò il suo primo gol in trasferta
Mertens, tormenti e dubbi. Gabbiadini non si sbilancia praticamente mai E il suo manager...