Corriere dello Sport (Campania)

MANCINI «E’ UN’INTER DA SCUDETTO»

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«Sì e non mi ha stupito perché credevo che sarebbe tornare nel gruppo di testa. I 7 punti di distacco dal Napoli sono recuperabi­li perché magari allungherà la sua serie o ne farà un’altra così». «La Roma è una squadra forte, ma Roma è… Roma. E questo vale per la Roma e per la Lazio. Un giorno sei qua (mima in alto, ndr), un giorno sei sotto il tavolo. Intendiamo­ci questa è la più bella città del mondo e ci sono stato benissimo per 7 anni, ma lavorarci per tecnici e giocatori non è semplice. Ciò premesso, i gialloross­i sono in corsa piena per lo scudetto. Magari loro tra due giornate vinceranno a Napoli e noi conquister­emo i tre punti (a Udine, ndr)... Almeno trascorrer­emo un Natale di festa. Il campionato, però finisce all’ultima giornata: dopo aver recuperato 8 punti a 6 giornate dalla fine allo United e dopo averne “mangiati” 9 alla Juve con la Lazio, ho imparato che nel calcio può succedere di tutto». «La Fiorentina gioca bene, ma giocava bene anche lo scorso anno. Giocando insieme da tanto tempo, arriva un momento in cui le cose diventano automatich­e. Ai viola sta accadendo adesso». «La Lazio lo scorso anno ha fatto tanto, forse troppo. Non si può sempre andare oltre il proprio limite». «Mi spiace di questa situazione perché la Lazio è un grande club. Speriamo che l’Olimpico torni a riempirsi: nella Lazio ho vissuto momenti indimentic­abili e quella è stata la squadra più forte nella quale ho giocato». «Siamo entrambi impegnati e siamo andati a cena qualche volta, ma ci siamo visti più volte per i derby amichevoli che per cena-

re insieme». «Non mi hanno mai cercato e adesso credo che sia abbastanza difficile che lo facciano, ma se uno fa questo mestiere non può escludere niente». «La nostra scuola resta la migliore. Montella e Di Francesco sono bravi e danno alle loro squadre qualcosa di importante». «Mi fa piacere per Ranieri e per il Leicester dove ho giocato per un mese, prima di andare alla Fiorentina». «Per costruire una squadra ci vuole tempo, ma se nel frattempo arrivano anche i risultati...».

«No. E’ difficile firmare per il secondo posto per uno sportivo». «L’Inter nel 2010-11 ha finito un ciclo e, dopo aver vinto tutto, se ne sono andati giocatori chiave. Per ricostruir­e ci vogliono tempo e il lavoro di allenatori e dirigenti. Piano piano l’Inter arriverà a rivincere il campionato». «Sono stato felice di aver vinto dopo tanti anni, ma il lavoro c’è stato anche da parte di chi mi ha preceduto. Adesso spero che possa andare allo stesso modo, anche se faccio un po’ più fatica perché per me questa è la seconda volta all’Inter. E se da una parte ho il vantaggio di conoscere l’ambiente, ripetersi dove hai fatto bene è sempre abbastanza complicato». Di fianco l’ingresso in redazione del tecnico nerazzurro che è arrivato

con un nutrito staff dirigenzia­le: il corporate director Michael Williamson il direttore

della comunicazi­one Robert

Faulkner, il responsabi­le dei rapporti con i media Luigi Crippa e Daria Nicoli dell’ufficio

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