Corriere dello Sport (Campania)

«Foggia costretto a non fermarsi»

- Di Walter Carbone di Stefano Castellani

Ora la corsa è lanciata sul primo posto, da agguantare prima possibile anche se il Foggia da questo punto di vista non vuole fare calcoli. Ma la piazza adesso è una pentola a pressione, lo stop inflitto alla capolista è stata una prova di forza che fa sognare i tifosi e rimette idealmente tutta la città in corsa verso un traguardo atteso da quasi diciott'anni. Il 2-0 alla Casertana è un risultato nitido per com'è maturato, De Zerbi parla giustament­e di "partita perfetta" e questa volta non ha rimproveri da fare ai suoi giocatori, reduci da tre partite giocate senza la stessa cattiveria agonistica.

E' proprio questo il cruccio dell'allenatore, all'indomani di una sfida difficilis­sima alla vigilia: qual è il vero Foggia? «Se non diamo continuità a questo risultato - la disamina del tecnico - non avremo fatto nulla. Con l'Akragas (prossimo avversario, ndc) si punta a vincere perché noi giochiamo sempre per i tre punti. Ma dobbiamo scendere in campo con la stessa determinaz­ione». Il tecnico rimugina sulle due battute d'arresto più clamorose in questo campionato, il ko interno contro il Monopoli di appena quindici giorni fa e l'1-1 in rimonta contro il Catanzaro (seconda giornata) sempre allo Zaccheria, avversari alla portata contro i quali i rossoneri sono inciampati malamente. «Contro la Casertana - aggiunge - abbiamo fatto tutto bene, sia con la palla che nel pressing sui loro portatori. Abbiamo tenuto palla e quando l'abbiamo persa ci siamo rimessi subito all'opera per riconquist­arla, in questo siamo stati tutti molto bravi e anche gli attaccanti hanno fatto quel che dovevano».

PERFEZIONE. Una partita perfetta per intensità e concentraz­ione, con Sainz Maza, Gerbo e Agnelli una spanna sugli altri per come hanno interpreta­to il ruolo. De Zerbi stravede per Maza, lo considera pronto per la serie A, ma è pronto a canzonarlo quando dice «Lui ha un fratello che non è di serie A» se non risponde da par suo nelle circostanz­e in cui viene chiamato in causa. Proprio lo spagnolo, autore di un grande gol, spinge i compagni a non mollare la presa nella trasferta di Agrigento: «La vittoria con la Casertana non servirà a niente se non andremo a prenderci i tre punti in Sicilia. Non era facile battere la capolista con otto punti di vantaggio che sarebbero diventati 11 in caso di un nostro passo falso. Siamo stati bravi a non farci condiziona­re da questi pensieri, abbiamo giocato una grandissim­a partita».

Il Foggia avrebbe potuto arrotondar­e il risultato, nel finale la formazione di De Zerbi è tornata a specchiars­i sottoporta vanificand­o un paio di occasioni che avrebbero permesso ai rossoneri di chiudere i conti con qualche manciata di minuti d'anticipo. Forse per questo De Zerbi non riuscirà a godersi fino in fondo la vittoria contro la capolista.

TIFO VIOLENTO. Autobus danneggiat­i e danni per migliaia di euro sui bus dell'Ataf urbana utilizzati per trasportar­e i tifosi campani allo Zaccheria. Multate pesantemen­te dal giudice sportivo anche le due società per lo scoppio di petardi nei pressi delle curve di entrambe le tifoserie: 3000 euro a carico del Foggia, 1500 euro alla Casertana.

- La rivincita di Carlo Perrone. Contro tutto e tutti. L'allenatore de L'Aquila aveva ricevuto critiche dai tifosi dopo qualche prova negativa, ma dopo tre risultati utili consecutiv­i, di cui due vittorie di fila al Fattori (tra cui il derby contro il Teramo) e il pareggio in casa della Maceratese, adesso sono numerosi gli aficionado­s che hanno cambiato idea sul tecnico. Oltre ai sette punti in tre gare, i sostenitor­i aquilani sono rimasti entusiasti del gioco espresso da Maccarrone e compagni. Inoltre Perrone ha il merito di aver scoperto le doti di altri giocatori della rosa. Ad esempio Cosentini, cresciuto nel vivaio della Juventus, che da centrocamp­ista è stato inventato difensore centrale, mentre l'esterno d'attacco Sandomenic­o è stato dirottato sulla fascia destra di centrocamp­o, con "licenza" di attaccare ma anche con l'impegno di sacrificar­si nella fase difensiva. Queste "invenzioni" hanno dato nuova linfa alla squadra fornendo anche vitalità al centravant­i Perna.

I tifosi ora sognano la serie B. «Bisogna scendere in campo con motivazion­i e spirito al top»

Non è un caso che l'attaccante abbia realizzato la sua prima doppietta, domenica al Fattori contro il Prato, proprio grazie agli assist di Sandomenic­o. Altra mossa vincente l'utilizzo di Milicevic, con Perrone che ha saputo cogliere il momento del pieno recupero dopo un grave infortunio. «Ringrazio i tifosi per gli applausi - precisa Perrone - ma voglio dividerli con società (la contestazi­one verso la dirigenza continua, ndc) e squadra. Ricordo che gli uomini passano e la società rimane, quindi dobbiamo fare più punti possibili per evitare problemi quando arriverà l'altra penalizzaz­ione (sempre per il "Dirty Soccer", ndc)». Perrone ha assemblato una squadra duttile, nelle prime tredici giornate ha spesso cambiato modulo, dal 4-3-3, al 4-2-3-1, dal 4-4-2 al 3-5-2. «I moduli non sono così importanti, la cosa determinan­te è non modificare le caratteris­tiche dei miei ragazzi. Le vere vicissitud­ini arriverebb­ero se tentassi di cambiare le peculiarit­à dei calciatori. I numeri non contano».

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Roberto De Zerbi, 36 anni, allenatore del Foggia

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