Corriere dello Sport (Campania)
DI FRANCISCA «TEMO SOLO ME STESSA»
«Sono più matura, più saggia e più consapevole della mia scherma. Non devo farmi bloccare dalla paura: se penso troppo è un disastro»
Quando ti metti al collo un oro olimpico, sai che sarà difficile arrivare più in alto. Figurarsi quando ne infilzi addirittura due, come ha fatto Elisa Di Francisca a Londra 2012, dominando prima nell'individuale e poi salendo di nuovo sul gradino più alto nella gara a squadre. Dopo il tripudio a cinque cerchi, la fuoriclasse jesina pensò per un istante che forse sarebbe stato meglio chiuderla lì. Ma la tremenda voglia di riassaporare quei momenti, l'ha persuasa ad andare a caccia della conferma olimpica a Rio, dove avrà però un'unica chance, sola contra tutte, poiché il programma dell'edizione brasiliana non prevede il fioretto femminile a squadre. Ma questo non spaventa la battagliera Elisa, che nel 2015 ha messo in bacheca due titoli europei, l'oro mondiale a squadre e la seconda Coppa del Mondo in carriera.
Elisa, come si sente ora che ha la certezza di volare a Rio?
«Mi sembra di aver perso dieci chili: sono molto più tranquilla».
Le è pesato doversi sudare la qualifica olimpica, nonostante i titoli vinti a Londra?
«Ha tutto un altro sapore quando per ottenere ciò che vuoi devi fare dei sacrifici e metterci tutta la passione che hai in corpo. Se non ci fossi riuscita, non me la sarei presa con nessuno. È un lato del mio carattere e penso che in Italia dovrebbe esserci la meritocrazia in tutto. Non avrei mai accettato una wild card per il Brasile, così come nel 2008 rifiutai di andare a Pechino da sparring partner e nella mia vita non ho mai chiesto raccomandazioni».
Lo scorso weekend a Torino ci sono stati diversi verdetti: lei ed Arianna Errigo all'Olimpiade, l'addio di Valentina Vezzali e la prima vittoria in Coppa di Alice Volpi.
«Stimo moltissimo Alice e, per carattere e doti tecniche, l'ho già designata come mia erede. Valentina è stata la scherma, nessuno ha vinto come lei. È stato davvero stimolante averla come avversaria, ma anche lei si è resa conto che era il momento di chiudere un'epoca. Con Arianna c'è un grande rapporto di rispetto e stima: mi auguro di incontrarla in finale anche a Rio e che vinca la migliore».
E rispetto alla regina di Londra, che Elisa vediamo oggi?
«È un Elisa più matura, più saggia e più consapevole della propria scherma. Tra marzo e giugno ho vinto cinque gare consecutive tra Coppa del Mondo, Europei e Campionati Italiani. In tutti gli assalti avevo gli stessi stimoli mentali ed è stata una conferma importante. La gara individuale dei Mondiali è stata soltanto una brutta parentesi frutto del nervosismo per la qualifica olimpica, subito cancellata dall'oro vinto a squadre. E in questo inizio di stagione, pur non essendo ancora al top, sono salita due volte sul podio a Cancun e Saint Maur».
La spaventa la pressione di partire come l'atleta da battere ai Giochi?
«Quando scendo in pedana, l'avversaria che temo più di tutte sono io. È vero, affronto fiorettiste di altissimo livello, ma la cosa peggiore che possa capitarmi è di restare bloccata dalla paura. Nel momento in cui però la utilizzo come monito o spunto per concentrarmi, tutto cambia. Anche perché io sono istinto puro: se penso troppo, è un disastro. Quando, invece, la mia testa è altrove, si vede la mia scherma migliore».
Ha mai pensato di smettere dopo il doppio trionfo londinese?
«Ero arrivata all'apice e, complice la partenza per la Russia di Stefano Cerioni, ho avuto un momento di crisi in cui stavo per mollare tutto. Poi però, mi sono detta che avevo ancora tanto da dare e ho aperto un altro capitolo della mia vita. Ho cominciato a lavorare con persone fantastiche come la mia maestra Giovanna Trillini o la mia preparatrice atletica Annalisa Coltorti ma, soprattutto, a contare su me stessa: una svolta basilare».
Come è nato il rapporto con la Trillini?
«L'ho scelta subito, nel momento in cui è diventata maestra, pur se non aveva ancora esperienza. Ha imparato a conoscermi benissimo a livello caratteriale, anche se domarmi non è facile perché so di essere una ribelle e di arrabbiarmi molto facilmente. Nonostante ciò, si è creata una sintonia speciale perché, oltre a saper leggere gli assalti e a trasmettermi la sua enorme esperienza, spesso mi fa anche da psicologa».
Altri cambiamenti rispetto al quadriennio passato?
«Sono molto più attenta all'alimentazione e sono seguita dal nutrizionista della Enervit, Luca Belli. Seguo una rigida dieta a zona, anche se poi ovviamente mi capita sempre di fare qualche strappo per come sono fatta. Quando mia mamma fa la parmigiana o la pizza al vino, non resisto».
Dopo Rio, si vede ancora in pedana?
«Ci provo a fare programmi a lungo termine, ma alla fine cambio sempre idea e vivo alla giornata. Comunque, vedo tutta un'altra vita dopo la scherma e penso di averne sette come i gatti: parecchie ne ho già vissute per le esperienze che ho fatto, e tante altre ne vivrò. Mi vedo in televisione, o a fare la mamma o la pasticcera, oppure mentre gioco a golf, hobby che sto già coltivando».
Continuerà anche a viaggiare?
«L'esperienza in Africa è stata bellissima e forse anche l'anno prossimo ripartirò con l'Intervita Onlus, perché mi piace far star bene gli altri ed aiutarli. Oggi ce n'è tanto bisogno, soprattutto tra i giovani che spesso si perdono nella tecnologia o si nascondono dietro un account senza coltivare rapporti personali. Lo sport può avere un ruolo fondamentale nella crescita. Mi ha aiutato tanto nei momenti difficili che ho passato durante l'adolescenza, evitando che facessi scelte sbagliate».
«Sono istinto puro, quando la testa è altrove si vede la mia scherma migliore»
«Stavo per mollare tutto, poi con Trillini e Coltorti ho capito che avevo ancora tanto da dare»
«Il dopo Rio? Vivo alla giornata, avrò un’altra vita In tv, a fare la mamma, a giocare a golf»