Corriere dello Sport (Campania)
E Sarri va in campo con 8.000 tifosi
Domenica gli azzurri a Bologna: è caccia al biglietto Un amore infinito per una squadra che fa sognare
Tutti insieme ma appassionatamente: ripetendo, sistematicamente, il percorso d’un passato assai recente, muovendo in massa verso Bologna e raggiungendola da qualsiasi spicchio di quest’Italia improvvisamente avvolta nel suo drappo azzurro. Si parte e lo fanno (chiaramente) da Napoli ma anche dall’intera Emilia-Romagna, la sede di decine di club, dalla Lombardia, dalla Liguria, dal Friuli, dall’Umbria, dal Nord, dal Centro, dal Sud di un’Italia che viene attraversata in treno, in auto o pure in pullman.
QUANTI SONO. I numeri spaziano, ma ci sono le prime certezze: perché il settore ospiti è ormai largamente esaurito - poche decine di biglietti a disposizione - e nel conteggio d’una vigilia lunghissima siamo già a duemilacinquecento napoletani virtualmente accomodati al proprio posto. E’ stata una corsa immediata, cominciata al triplice fischio di Orsato (forse persino prima) e che ha prodotto l’esaurito di quella zona del «Dall’Ara» nella quale non c’è oramai più posto. Ma (ovviamente) non è finita, essendoci ancora il tempo per organizzarsi e poi perché la curva San Luca - altri quattromila posti - è stata, in passato, travolta da un’onda anomala che si è scatenata sotto drappi azzurri, gente che arriva da qualsiasi angolo del (bel) Paese e che non rinuncia ad una trasferta che è fascinosa in uno stadio
che ha il suo magnetismo.
PREVISIONI. In teoria (che si potrebbe trasformare nella pratica) non meno di ottomila tifosi al seguito del Napoli, perché le «macchie» dei fans si allargano ed arrivano nel settore Distinti o in Tribuna: è già successo nel 2012 e sono scene che si sono ripetute ciclicamente, pure due anni. Però restano ancora quattro giorni all’appuntamento, ad un Bologna-Napoli che ha consegnato (nel ‘90) uno scudetto poi raccolto con Baroni contro la Lazio, però praticamente cucito al «Dall’Ara».
RICORDO. Ma quello è uno stadio nel quale, anche di recente, c’è stato profumo di scudetto e c’è stata migrazione collettiva: il 10 aprile del 2011, appena cinque anni e mezzo fa, con Cavani squalificato, con diecimila (forse di più) a credere che qualcosa potesse ancora clamorosamente succedere. Finì 2-0, reti di Mascara e di Hamsik e poi l’aggancio momentaneo al Milan, che in serata si rimise a tre punti vincendo a Firenze. Però fu pomeriggio vibrante, con uno stadio preso d’assedio e che domenica - alle dodici e trenta - finirà per offrire il «solito» colpo d’occhio, e lascerà avvertire l’ormai rituale partecipazione.