Corriere dello Sport (Campania)
La Curva Sud in festa per le leggende Roma
La Curva Sud, ma anche la Tribuna Tevere, una parte di Monte Mario, macchie di gente per tutto lo stadio. Solo la Curva Nord vuota, ma non era neppure prevista dalla topografia, non ieri sera. “Voi siete leggenda” doveva essere la serata della Roma giallorossa, il richiamo della foresta per il tifoso smarrito, l’occasione della Sud di dimostrarsi presente, viva e vitale. Sana e salva, non dispersa nella storia, salda nell’amore per i colori, solo testarda nel suo orgoglio.
Come detto più volte, non si tratta di giudicare sul torto e sulla ragione, se i sostenitori della Roma abbiano i loro buoni motivi per assentarsi durante le giornate di campionato regolari, se abbia un senso la loro battaglia fatta di distacco e lontananza contro le barriere in curva volute dal prefetto. Contro la Roma società che a loro modo di vedere non li tutela. Per adesso le posizioni sono queste e non camberanno nelle prossime settimane. Almeno, probabilmente non cambieranno.
SPIRITO. Però l’evento di ieri, voluto da Vincent Candela e dalla sua associazione Trentadue Onlus allo scopo di raccogliere fondi per favorire la pratica dello sport da parte dei bambini disagiati, è servito anche ad aprire una breccia nella percezione di quanto sta accadendo. Sono venuti in 15.000, la Curva Sud non si è riempita ma si è accesa, infiammata di bandiere, fazzoletti gialli e rossi, una coreografia che si pensava sparita dalle mode e dai desideri. Mancava qualcosa anche a loro, ai tifosi sino a questo momento assenti dalla stagione della Roma. Sono tornati a insultare persino, a lanciare (rari) petardi, a gridare contro Gabrielli e le sue disposizioni per l’ordine pubblico e i napoletani. Non contro la società e questa è nuova. Vorrebbero restare e saranno costretti a non farlo in nome dell’orgoglio. Curva Sud alé alé, questa volta tifiamo per noi.
Era anche nello spirito della serata. Voi siete leggenda e voi starebbe per il pubblico. Un rovesciamento dei ruoli, giocatori e allenatori di ieri e di meno ieri, Bruno Conti, Prohaska, Pruzzo, Konsel, Giannini, una trentina dragati attraverso la storia lunga 88 anni della Roma, che rendono omaggio ai tifosi e raccontano loro quanto contino per i vecchi, quanto contino per i giovani. Dall’altra parte la curva e il resto che creano lo spettacolo, sono lo spettacolo. Li hanno filtrati e perquisiti, perché si temevano contestazioni non solo urlate. Ma ieri i tifosi sembravano proprio lì all’Olimpico per dare amore e chiederlo e placare una sete di Roma che le incomprensioni del momento non cancellano. PASSERÀ. Glorie mai dimenticate, un passato di rispetto reciproco, attraverserei il fuoco per stare con te. Gli striscioni portavano scritta addosso la melassa della quale ogni autentica passione calcistica non può fare a meno. Radja Nainggolan filmava la Curva Sud in movimento ondeggiante, le bandiere spianate, e postava in rete con il commento: «Ci manca troppo». Con lui sono venuti a rivederla De Rossi, De Sanctis, Florenzi, Totti e la moglie Ilary, i figli e i nipoti del capitano in posa davanti al pubblico. Ma senza telefono brandito per il selfie, sarebbe stato un lampo di humour troppo adulto.
E Antonello Venditti, e Rosella Sensi accompagnata da qualche fischio - talvolta gli impulsi dei tifosi sono senza causa - e chiunque volesse esserci per questa riunione talmente informale da non avere neppure bisogno di arbitri per dirigere il traffico in campo. Era una festa, in mezzo a una sfilata di partite che sembrano sale d’attesa, grigie e silenziose. Prima o poi anche questo passerà, non un giorno troppo presto.
Ricominciamo, urlerebbero i tifosi sulle note di Adriano Pappalardo. E loro, i giocatori della Roma, hanno ricominciato davvero. E’ tornata la normalità a Trigoria, tra riunioni e allenamenti, massaggi e palestra. Non è ancora tempo di festeggiare la fine della tempesta, anche se il sole romano ieri rendeva più gradevole il lavoro di equipe, ma è l’indizio di una ricerca: da Sabatini a Garcia, da Totti a Dzeko, c’è fretta di dimenticare i malumori e le incertezze degli ultimi 40 giorni e di lanciarsi con gli stimoli giusti nel 2016.
IMPEGNO. fatto finalmente un ottimo allenamento, calciando il pallone, muovendosi con disinvoltura. Sta meglio di quanto la Roma sperasse. Avrà bisogno di un’attenta gestione e di una preparazione atletica adeguata. Ma a questo punto può sperare di giocare contro il Milan, il 9 gennaio, sfruttando quasi due settimane di fatica a pieno regime per un recupero definitivo.
LE MOSSE. In vista del Chievo invece Garcia sta ragionando su un tridente veloce. Ma potrà testarlo da oggi, quando il gruppo sarà al completo con il rientro degli africani e dei brasiliani: Gervinho e Salah, ritemprati dal riposo, saranno la risorsa principale da calare sull’erba del Bentegodi, sperando che il campo non venga rovinato dal freddo. Gervinho peraltro dovrebbe giocare centravanti, al posto dello squalificato Dzeko, in un 4-2-3-1 simile a quello che ha funzionato a Palermo a ottobre: Florenzi largo a destra, Salah sul lato opposto, Iago Falque trequartista con una diga di centrocampo composta da De Rossi e Keita (o Vainqueur). Eh già, perché vanno sostituiti pure gli altri sospesi della Befana: Pjanic e Nainggolan, mica due qualunque.
In campo andavano gli ex storici del club, in tribuna Totti e gli altri della squadra attuale