Corriere dello Sport (Campania)
Jorginho, il meglio d’Europa
Anno nuovo, vita vecchia. Da titolarissimo nel Napoli di Sarri, certo, ma con un piccolo neo. Quello relativo all'espulsione del 73' in Atalanta-Napoli. Gli erano venuti i tre minuti all'uomo-ovunque: due cartellini in soli tre giri di lancette, acciaccando De Roon per poi guadagnare anzitempo gli spogliatoi. Il tutto nel giorno del suo 24esimo compleanno. Nervosetto Jorge Luiz Frello Filho, semplicemente Jorginho, meno concentrato e di conseguenza anche meno preciso di tante altre (impeccabili) volte. Forse sentiva già l'aria del suo Brasile, meta di vacanza e di meritato relax. O forse, più semplicemente, era giunto anche per lui il momento di rifiatare un po'. Fatto sta che alla ripresa, quel Napoli-Torino del 6 gennaio dovrà viverlo in tribuna. Poco male, perché c'è un degno sostituto che non vede l'ora ed è Mirko Valdifiori. Che a sua volta sta tornando a posto, ma all'ombra del più giovane antagonista e dopo un periodo un po' così.
CRESCITA COSTANTE. Vabbè, ci sta pure per il dispensatore di gioco nato ad Imbituba di saltarne una. Tanto più se ad un certo savoir-faire in mediana continua ad aggiungere grinta e risolutezza (a volte anche troppa) in fase di distruzione dell'altrui gioco. Insomma, il ragazzo studia, si applica ed è molto volenteroso. Ha in mente (e ci sta già riuscendo) di diventare qualcosa in più di un semplice regista. Poiché, nonostante la giovane età, gli riesce di farsi ritrovare sempre in cima alle statistiche concernenti i passaggi (totali o riusciti), le palle recuperate, i chilometri percorsi.
LA FIDUCIA. Centrocampista totale, di totale affidabilità, cosa che non poteva assolutamente fare a meno di notare Sarri già dai tempi del ritiro. Con quell'occhio lungo che si ritrova e l'attenzione che ci mette affinché tutti i tasselli del suo gioco trovino la giusta collocazione. Jorginho faceva indubbiamente al caso e il mister lo sapeva già ancor prima di approdare a Napoli. Ha solo dovuto constatarlo di persona, mettendoci davvero poco. Ecco perché, quando c'è stato bisogno di cambiare qualcosa (dopo le prime tre di campionato per così dire interlocutorie), il ragazzo dall'eccellente visione di gioco è entrato e non è più uscito. Lasciando al più scafato omologo (Valdifiori) la coppa nazionale, la ribalta europea e la prossima di campionato. Che non sono proprio briciole.
IL RECORD. Ma se in Atalanta-Napoli le cose non sono andate come dovevano e c'è stata la prematura uscita di scena, tutt'altra musica s'era sentita nelle precedenti rappresentazioni in campionato. Addirittura un mese prima, contro il suo ex-club, quel Verona che aveva fatto tanto fatica a privarsene (riscattato dagli scaligeri nel giugno scorso dopo un anno e mezzo d'azzurro), aveva stabilito il record europeo di palloni giocati in un singolo match negli ultimi 10 anni: ben 218. Sopravanzando (di 2) quello Xabi Alonso del Bayern che lo deteneva dal settembre 2014, staccando perentoriamente i vari Weigl, Busquets, Thiago Alcantara, Xavi, Cazorla e Fabregas. Il meglio in circolazione. Porte sempre più aperte nel 2016 per Jorginho (anche quelle della nazionale italiana?), ma non potrebbe essere altrimenti. Il Napoli l'ha peraltro blindato nei giorni scorsi, prolungandogli il contratto fino al 2020 e ritoccandogli l'ingaggio. Noncurante d'un 2015 double-face dell'italo-argentino: trascurato sistematicamente da Benitez e letteralmente rifiorito con Sarri.
Una speciale classifica: il brasiliano supera Xabi Alonso e tanti altri campioni
218 palloni giocati in un singolo match (Verona-Napoli): nessuno come lui dal 2005 a oggi