LJAJIC «ROMA, TI BATTO MA CHE BRIVIDI!»
Dalla sfida-scudetto con la sua ex squadra alla voglia di diventare una pedina decisiva nei piani di Mancini: il serbo si racconta «Contento di aver scelto l’Inter, però ho ricordi splendidi Non siamo inferiori ai giallorossi. Totti? Speciale in tutto»
Per la prima volta dopo la fine dellasuaesperienzagiallorossa Adem Ljajic incrocia la Roma. Non sarà una gara qualunque per il serbo che martedì, con il suo assist a Icardi, ha decretato l’esonero del “nemico” Delio Rossi (ricordate lo schiaffo a Firenze che costò il posto al tecnico nel maggio 2012?). Domani sera spera di essere nuovamente titolare perché ha una gran voglia di sfidare tanti amici (uno, Miralem Pjanic, lo ha chiamato proprio nel corso della nostra intervista) e una squadra che gli sono rimasti nel cuore. Lo abbiamo incontrato ieri pomeriggio alla Pinetina e ci ha raccontato della sua felicità all’Inter, dell’importanza del club manager Stankovic, dell’amico fuoriclasse Jovetic e delle bombe degli americani che vedeva cadere in Serbia. Ha nascosto dietro un sorriso la paura che l’Adem bambino provava e che l’Adem uomo non ha dimenticato. Ljajic, quella di quest’anno è la Roma più forte delle ultime stagioni? «Sicuramente è un’ottima squadra, con tanta qualità e giocatori che possono fare la differenzainqualsiasimomento. Loro sono forti, ma noi non siamo da meno. Vogliamo batterli». Chitoglierebbeaigiallorossi? «Pjanic, un vero fuoriclasse e un grande amico». Più bravo Ljajic o Pjanic a calciare le punizioni? «In questo momento lui è il migliore di tutti, un vero fenomeno». Come sono stati i suoi anni a Roma? «Due stagioni bellissime che non dimenticherò mai. Mi sono trovato bene con tutti i miei ex compagni e sono nate amicizie che dureranno tutta la vita. Lasciare Roma è stato difficile, ma ora sono contento all’Inter». C’èunricordoparticolareche si porta dentro di lei con la maglia giallorossa? «Il gol nel derby contro la Lazio, su rigore. Segnare in quell’incontro ha un sapore magico». Ha rimpianti? «Siamo andati vicini a vincere, ma non ci siamo riusciti. Avevamo un’ottima squadra e siamo arrivati due volte secondi perché la Juventus era devastante, più forte di tutti». Tra i bei ricordi anche l’aver avuto come compagno Totti. «Ci lega un grande rapporto perché Francesco è prima di tutto una persona fantastica. Sono felice di aver giocato con lui: come calciatore non si può discutere perché è il più forte italiano che ho visto». Nell’Inter invece c’è un certo Jovetic... «Stevan è stato mio compagno a Firenze tre anni e mezzo ed è uno dei leader di questa squadra. Ha una testa da vero professionista e pensa sempre a come può migliorare. Ho tanto da imparare da lui». Finora in campo insieme siete stati poco. «Spero che un giorno avremo spazio insieme, che ci divertiremo e che faremo divertire i tifosi dell’Inter». Perché a Milano il vero Ljajic non si è ancora visto? «Sono arrivato non al top e in nazionale ho avuto un fastidio muscolare. A Bologna ho avuto la possibilità di giocare e ho dato tutto». E ha servito l’assist che ha permesso a Icardi di sbloccarsi. Maurito le ha già fatto un regalo? (Ride) «No, ancora no». Con Delio Rossi si è incrociato prima o dopo il match? «Dopo quello che è successo (riferimento ai fatti di Firenze, ndr) non l’ho più visto o sentito». Qual è l’obiettivo stagionale dell’Inter? «Non parliamo di scudetto o altro. Puntiamo a migliorare partita dopo partita, allenamento dopo allenamento. Ogni gara per noi deve essere una finale». Quindi adesso non firmerebbe per il terzo posto? «Io non firmo mai per nulla». A giugno spera di essere riscattato dall’Inter? «Non penso tanto al futuro. Sono qua perché mi volevano Mancini e l’Inter, una delle squadre più forti al mondo. Al termine del campionato vedremo quello che succederà». ComevailrapportoconMancini? «E’ stato un campione e da noi attaccanti si aspetta che facciamo la differenza come faceva lui. Spero di accontentarlo». Dove poteva andare la scorsa estate, prima di firmare per l’Inter? «Mi hanno cercato diverse formazioni, ma un giorno ho parlato con Sabatini e gli ho detto che se avessi lasciato Roma, avrei voluto restare in Italia». Si è innamorato del nostro Paese? «Ho imparato in fretta la vostra lingua, mi trovavo bene a Roma e sto bene adesso a Milano, ma sono anche vicino alla mia Serbia». Ricorda ancora i bombardamenti del 1999? «Impossibile dimenticarli... Avevo 7 anni e alla fine della giornata, quando tornavo dall’allenamento, si sentivano fortissime le sirene che ci avvertivano dell’arrivo degli aerei americani. Li vedevo lassù in cielo, piccoli piccoli, poi le esplosioni... Mi ricordo che scappavamo a casa per non prendere una bomba in testa. E’ stato un periodo difficile per la Serbia, ma per fortuna è passato». Le stesse emozioni le hanno vissute Mihajlovic e Stankovic, ora a Milano con lei. «Sono contento che Mihajlovic abbia vinto le ultime due partite perché con lui, alla Fiorentina e in Nazionale, ho avuto un bel rapporto. Gli auguro il meglio. Stankovic aiuta tutti, non solo noi slavi, in maniera incredibile. E’ stato un campione e sa come si vince». Mihajlovic la accusava di mangiare troppa Nutella. Come va adesso? «Ne mangio meno». Si aspettava questa crisi della Juventus? «No, ma la Juve è sempre la Juve, anche se ha perso campioni che facevano la differenza». Quale squadra finora l’ha impressionata? «Non mi aspettavo che la Fiorentina giocasse così bene». Quanti gol sogna di realizzare Ljajic? «Io voglio essere utile alla squadra. Con le reti o con gli assist per me è lo stesso».
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